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il 5 Ott 2012

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Niccolò Caramatti: “Vi racconto la storia di Stu Ungar, il più grande giocatore di tutti i tempi”

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L’ultima “pillola settimanale” registrata da Niccolò Caramatti è diversa rispetto a tutte le altre. Questa volta è interamente dedicata ad un mito del poker texano: Stu Ungar.

“Nel poker fatto di gioco, di emozioni e adrenalina – afferma Caramatti – c’è anche del giallo. Storie strane, storie di aneddoti, storie di persone che hanno vissuto una vita difficile. Ed è proprio la storia di Stu Ungar, da molti considerato il giocatore più forti di tutti i tempi.”

Ed è così che Luisgallo ripercorre la vita del player americano: “Stu nasce a New Your da una famiglia ebrea. Il padre era un usuraio: stiamo parlando di una persona che nasce in una New York “non bene”. E Stu, da ragazzino, inizia a giocare a Gin nelle bische gestite proprio dal padre.”

“Grazie alle sue incredibili capacità di calcolo – aggiunge Luisgalloera diventato imbattibile. Da giovanissimo riusciva a sconfiggere tutti e questo fece di lui un fenomeno.”

“Nonostante vincesse tantissimo, perdeva tutto scommettendo nelle corse dei cavalli e dei cani. Questa sua passione sfociò in una dipendenza accumulando tantissimi debiti: fu costretto a trasferirsi a Las Vegas. Qui sbanca tutti i Casinò a tal punto che tutti bloccarono il suo ingresso: così arriva il passaggio naturale al Texas Hold ‘em.”

A 27 anni arriva all’heads up finale delle WSOP contro il mitico Doyle Brunson e diventa il giocatore più giovane a conquistare il titolo, per ripetersi l’anno dopo.”

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Poi il periodo d’oro si inceppa e arriva il dramma per Stu: “Dopo il suicidio del suo figlio adottivo, si separa dalla moglie e incontra la droga. Fa uso di crack, cocaina e alcol. Siamo nel 1990 e Stu ha 37 anni: la droga lo stava consumando e durante le WSOP era chipleader incontrastato, ma alla ripresa dei giochi non si ripresentò.”

“Nel 1997 tornò alle WSOP: nessuno avrebbe scommesso su un suo successo, ma lui riuscì a portare a casa la vittoria diventando l’unico giocatore ad aver vinto per tre volte il “Main Event”.

Alla fine arriva la tragedia accompagnata da molti dubbi: “Qui c’è il giallo, Stu fu trovato morto in periferia con 800 dollari in tasca dopo una partita al Bellagio. Lui si alzò dal tavolo con più di 800 dollari, ma il resto non fu mai trovato. Direte saranno finiti in cocaina? L’autopsia dice che non aveva addosso una quantità sufficiente di droga per portarlo alla morte; il medico legale concluse che era morto per le pessime condizioni fisiche. Il problema è capire perché un genio di questi livelli non è riuscito a gestire la propria vita.

“Questa è la storia di Stu Ungar, considerato il più grande giocatore di tutti i tempi.”

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