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il 9 Nov 2012

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A tutto Gas: Triolo verso Macao, la mecca del poker

A tutto Gas: Triolo verso Macao, la mecca del poker

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Di ritorno da Macao, Gaspare Triolo ci racconta la sua esperienza tra i grattacieli di questa nuova Las Vegas orientale. Tra facoltosi asiatici in vacanza e assetati regular occidentali, ecco il bilancio di una trasferta da sogno duranta venti intensi giorni.

Se n’è parlato tanto in questi ultimi mesi, ecco, tu come l’hai trovata Macao, è davvero quella El Dorado pokeristica di cui molti parlano?
Sarò onesto, rispetto a quanto avevo letto, per lo meno prendendo in considerazione un giocatore dalle abilità medie, le aspettative di guadagno vanno un po’ ridimensionate. A Macao si trovano principalmente giochi da casinò, il poker non è centrale nelle loro programmazioni. Il bacino d’utenza è davvero immenso, ma prevalentemente votato ai giochi d’azzardo, dunque le partite di Texas Hold’em non sono poi così tante. Certo, ci sono uomini facoltosi provenienti da Cina e dintorni che proprio non sanno giocare, ma ormai i regular occidentali hanno quasi equiparato in numero quelle miniere d’oro. Il trend diventa più marcato all’aumentare della posta. Agli high stake puoi trovare tavoli composti quasi interamente da giocatori capaci.

I giocatori provenienti dalla Cina sono i veri ‘polli’?
Sì, diciamo che sono gli unici che possono permettersi un weekend a Macao. Per noi occidentali è un viaggio molto lungo e solitamente si rimane per più tempo. Ovvio dunque che anche i pokeristi che decidono di andare siano una nicchia d’élite.

I regular come affrontano le partite?
È un gioco basato sull’attesa, specialmente ai tavoli con qualche giocatore scarso. Questo almeno fino al dieci/venti euro, un livello al quale già si trovano diversi regular interessanti. Ai livelli più bassi non dico che attendano il nuts per mettere le chip nel mezzo ma poco ci manca. Attendono il giocatore occasionale e lo incastrano.

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Ai livelli più alti, com’è ovvio, il gioco diventa più frizzante e soprattutto molto più dura. Qui è facile trovare tavoli composti quasi interamente da professionisti occidentali. Alcuni, come ad esempio Brian Rast e David Benefield, li avevo già visti a Las Vegas durante le Wsop passate. A Macao sono di casa e siedono praticamente tutti i giorni al cento/duecento euro. Dei veri duri, ai quali è praticamente impossibile strappare un centesimo. Come avrai sicuramente capito la partita è molto complicata, devi avere tantissimo bankroll alle spalle per poterti permettere i downswing. Tutto cambia quando arriva un fish: in quel caso si può notare un vero e proprio cambio di gioco, il tavolo si concentra su di lui per la gioia del fortunato che raccoglierà il denaro.

Quella presentata qui è solamente un’anteprima dell’intervista fiume a Gaspare Triolo che verrà pubblicata sul prossimo numero di Poker Sportivo in edicola a fine novembre!

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