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il 4 Ago 2013

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Una serata al Gran Casinò di Madrid

Una serata al Gran Casinò di Madrid

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Ho approfittando del soggiorno estivo nella capitale spagnola per fare un salto al Gran Casinò di Madrid, che fu la sede del EPT Grand Finale del 2011, con l’inaspettata vittoria di Ivan Freitez. Dopo aver vissuto tanti anni a Madrid e non averci mai messo piedi, ieri ho deciso di andare con un paio di amici e di giocare il torneo del sabato, un Shootout da 60€. Vi racconto la mia esperienza.

La prima cosa che va detta è che il casinò non è proprio in centro, anzi, appartiene a un altro comune, Torrelodones, e ci vuole più di mezz’ora in macchina per raggiungerlo da Madrid. Ci si arriva anche con i mezzi e lì probabilmente parliamo di circa un’ora. La location è molto piacevole, l’aria è pulita ed essendo vicini alle montagne di Guadarrama quei 3-4 gradi in meno rispetto al centro di Madrid si fanno sentire.

Il palazzo in se appartiene a due epoche diverse: la prima è quella della costruzione, che risale alla fine degli anni ’70 ed è la principale. Tutta la struttura e una grande parte dei tappeti, delle moquette e dei mobili sono di questa prima fase. Poi ci sono le modernissime slot machine e la zona dedicata alle scommesse sportive, che è stata palesemente (ri)fatta di recente.

Il primo impatto è ottimo, un buon odore pervade le sale e l’illuminazione è consone a un posto del genere. Il personale è molto gentile e lo si vede subito, quando alla cassa per pagare il biglietto di ingresso la signora non solo mi spiega che siccome il mio compleanno è stato la settimana scorsa non devo pagare ma mi dà anche questo piccolo omaggio.

Omaggio Madrid

Una volta dentro (sono circa le 18:00), andiamo subito a registrarci per il torneo e qua arriva la prima “stangata”: i 60€ del torneo sono 30€ per il montepremi, 20€ per il bounty e 10€ di rake, il 16,6%. Non pochissimo a dire il vero. I prezzi del bar non seguono nessun tipo di proporzione. Una bottiglietta di mezzo litro d’acqua costa 2,95€  ma l’hamburger che ho mangiato a cena (molto buono pur non essendo del ristorante) è costato 5,80€. A questo va poi aggiunto il 10% di IVA, il tipo più basso dopo l’ultima modifica della tassa.

Ci sono due sale da poker. Una in mezzo alle slot machine dove si gioca cash, dove il limite minimo è 1/2 e il massimo 20/50. La rake è, diciamo, un po’ troppa anche qui. Per il gioco 1/2 si pagano 5€ ogni mezz’ora di gioco mentre per gli altri limiti si paga una parte di ogni pot vinto: da 2€ nel 2/4 (minimo del pot 40€) fino ai 10€ del 20/50 (minimo del pot 200€). Anche qui la rake non è per niente bilanciata. Nel limite più alto è del 20% di un big blind mentre nel 2/4 è del 50%, per non parlare del 1/2 dove uno dovrà pagare ben 5 bui per ogni ora al tavolo.

La sala di poker da torneo invece è alla fine dell’ala destra del casinò, è praticamente nuova e le condizioni per giocare sono ottime. Le luci sono giuste, l’aria condizionata si sente ma si può restare comunque a maniche corte, le sedie sono comode e anche i tavoli, anche se in 9 si sta un po’ stretti. La cosa migliore senza dubbio è che nella sala c’è un frigorifero da dove si possono prendere in qualsiasi momento e gratuitamente acqua e diversi tipi di bibite analcoliche.

Le fiches sono abbastanza nuove tranne due tipi: quelle da 1.000, che sono vecchissime e sembrano di quelle che si trovano nei negozi dei 99 centesimi, e i bounty.

Fiches Madrid

Il torneo

Il torneo è iniziato puntuale alle 19:00, con circa 90 persone. Prevedeva rebuy e late registration fino alle 21:00 e alla fine il numero totale di iscritti è stato di 185, una cifra notevole per essere agosto. I dealers (praticamente al 50% fra uomini e donne) sono giovani, preparati e molto cordiali. In tutta la serata si sono sentiti solo due casi in cui è dovuto intervenire il floorman ma comunque per questioni minori e che si sono risolte rapidamente.

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La struttura del torneo è a dir poco turbo. Stack iniziale di 15.000 ma livelli di solo 15 minuti, quindi dopo solo un’ora si è al livello 100/200/25. Dopo la prima pausa (15 minuti dopo i primi 7 livelli) si riparte con il livello 8, 300/600/75. Considerando che c’erano ancora pochi player out, lo stack medio era già di meno di 30 bui. Si sono giocati altri quattro livelli prima della cena, rigorosamente alle 22:00 (Spagna…). Dopo la pausa cena (di 60 minuti) le eliminazioni volavano e nel giro di un’ora siamo passati dai 92 giocatori rimasti a meno di 50, quando si è fatta un’ultima pausa di 10 minuti.

Al ritorno di questo ultimo break la struttura del torneo era completamente collassata, con uno stack medio di 15 bui e con i giocatori che continuavano a cadere a un ritmo vertiginoso. L’unico momento di stallo si è vissuto in bolla con 24 left, poiché 21 erano i giocatori che andavano a premio. Ma dopo circa 15 minuti senza nessuna eliminazione un giocatore si è alzato e ha proposto un deal: “Facciamo scoppiare la bolla? Diamo 60€ (il min. cash) agli altri 3, ne togliamo 120 dal primo premio (1.400€) e 60 dal secondo (870€), siete d’accordo?“.

Praticamente tutti hanno detto “sì” a voce alta e quindi il floorman ha fatto per ultima volta la domanda “Siete d’accordo con questa proposta? C’è qualcuno che non lo sia?“. Risultato: bolla scoppiata e minimum cash per tutti, il che significa che il profit è stato solo quello dei bounty, visto che i 60€ erano quelli del buy-in. Come era il torneo a questo punto? Una imagen vale más que mil palabras:

Timer

Il field

La prima cosa che va detta è che era un field piuttosto uniforme, dove il 95% dei giocatori sono uomini fra i 25 e i 45 anni. Pochissime donne (penso di averne viste tre) e poche persone oltre i 50 anni. Pokeristicamente parlando, un field tremendamente scarso, con l’eccezione di pochi giocatori abili, facilmente identificabili semplicemente dal modo in cui erano seduti al tavolo o da como prendevano le fiches. Tanti limp, tanti call preflop con mani a dir poco marginali e tanta reticenza all’ora di mettere in mezzo qualche gettone di quelli grossi.

In una delle prime mani un giocatore (chiamiamolo “Dawson” per la sua somiglianza con il protagonista di “Dawson’s Creek”) limpa da UTG+1 e alla fine della mano mostra fiero il suo K5 suited con cui aveva chiuso un improbabile colore al river. Dawson ne ha combinato un’altra ancora peggiore ma con finale felice per il sottoscritto.

A un certo punto io ero rimasto con quei 15 bui che erano quasi l’average e ho deciso di pushare il mio A5 da cutoff. Dawson di bui ne aveva ancora di meno, una decina, ed è andato in the tank per 3-4 minuti prima di foldare, per poi dichiarare AK suited (e dalla faccia vi posso giurare che non mentiva). Non vi dico quante gliene ha potuto dire il tipo che ha proposto il deal e che era alla sua sinistra. Come è uscito quindi Dawson? in un bluff improbabile in blind war, quando ha pushato i suoi ultimi 5 bui al river con T2 senza nemmeno una coppia. That’s not poker.

 

Insomma, tutto sommato una bella serata in un buon ambiente, nonostante abbia giocato il solito push or fold dalle 23 e nonostante abbia fatto praticamente bolla, eliminato in 30esima posizione quando ho chiamato il push di un pari stack con QQ solo per venire scoppiato da A7 suited che ha fatto colore al turn. That’s poker!

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