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il 29 Set 2008

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Corsa alla Casa bianca. Il poker tifa Obama

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Terminato il confronto nel Mississippi (uno dei tanti che guidano gli americani all’Election Day del 4 novembre prossimo) tra i due candidati alla Presidenza americana, il repubblicano John McCain e il democratico Barack Obama, il New York Times ha puntato il dito contro l’ex reduce del Vietnam.

Il quotidiano infatti, dopo gli attacchi dello stesso senatore, ha rilanciato ricordando agli americani che il politico nel 2000 riuscì addirittura, lanciando i dadi, a sbancare una casa dal gioco nel Connecticut: una passione quella del senatore per il gioco d’azzardo che sfiora sempre più la patologia.

Ma le rivelazioni del quotidiano sono di ben più ampia portata.
Il NY Times ha infatti riportato agli onori della cronaca la paternità di McCain dei casinò sorti nelle riserve degli indiani d’America, nati proprio 20 anni fa grazie ad una legge promossa dal politico, all’epoca membro della Commissione Affari Indiani del Senato. Negli anni poi McCain ha continuato ad avere a cuore questa legge, rendendola più flessibile nel 1994 e difendendola, 4 anni più tardi, bocciando un tentativo di frenare proprio il gioco d’azzardo; un business che attualmente ammonta a 26 miliardi di dollari annui.

I legami del senatore con il mondo dell’azzardo continuano tuttora, infatti molti investitori di Las Vegas hanno infatti destinato fondi alla sua campagna elettorale, così come nel suo entourage non è strano trovare personaggi che provengono, a vario titolo, proprio dalla capitale mondiale del gambling. Infine è di appena 2 mesi fa l’intervento salvifico di Sig Rogich, consulente di casinò, che ha raccolto ben 2 milioni di $ nelle disastrate casse della campagna elettorale di McCain.

Dopo aver letto il New York Time forse farà sorridere pensare che proprio il senatore repubblicano aveva accusato i manager americani, coinvolti nella grave crisi finanziaria, di giocare d’azzardo ed essere vittime della “cultura dei casinò”.

Spostandoci, per par condicio, sul fronte democratico, troviamo notizie ben più vicine al nostro “mondo”. Dalle riserve indiane passiamo al web e alle dichiarazioni di Obama, già durante la sfida con Hillary Clinton, pro poker e casinò in rete.

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Il senatore ha infatti promesso, se sarà eletto, di rivedere le restrizioni, contenute nell’ Unlawful Internet Gambling Enforcement Act (UIGEA), che vietano le transazioni monetarie tra gli scommettitori americani e le case da gioco online; un divieto provocare danni incalcolabili ai bilanci di colossi a stelle e strisce.

Sono state queste dichiarazioni a valere ad Obama l’appoggio di un professionista del poker come Doyle Brunson, che ha invitato i suoi colleghi a fare altrettanto.

“I giocatori di poker devono dar sostegno ad Obama. Che Dio aiuti l’industria delle scommesse on line se mai vincesse McCain!”, ha detto Brunson.

E anche qui dall’Italia stiamo a guardare cosa succederà oltreoceano.

Laura Tortora

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