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il 31 Ago 2016

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La storia di Gina Fiore, gambler incallita che ha perso 500.000$ nella Ivey’s Room

La storia di Gina Fiore, gambler incallita che ha perso 500.000$ nella Ivey’s Room

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Oggi dobbiamo e vogliamo raccontarvi la storia di Gina Fiore, giocatrice di poker ma soprattutto gambler incallita con una storia incredibile alle spalle.

In questi giorni sul noto forum TwoPlusTwo si parla molto di lei, perché un attento utente del sito è andato a pescare una compromettente intervista di qualche mese fa del sito Thrillist.

Il giornalista Michael Kaplan per questa testata ha raccontato la storia di una certa Miss Brown, giocatrice d’azzardo 38enne di Las Vegas che ha dato una svolta alla sua vita dopo un periodo molto buio.

Confrontando questa intervista con una di CardPlayer del 2013, si è scoperto il vero nome di Miss Brown: è appunto Gina Fiore, giocatrice di chiare origini italiane apparsa anche nello show Poker Night in America.

Nei tornei di poker live Gina non ha mai realizzato grandi piazzamenti (sei ITM e zero vittorie tra il 2005 e il 2012) ma ai tavoli cash si è fatta notare.

Nelle due interviste citate la Fiore racconta per esempio del progetto di una sua app di poker cinese, finito piuttosto male… Dettagli come questo hanno permesso di identificarla.

Ecco come Kaplan presenta Gina Fiore: “Se tu possedessi un casinò, una donna conosciuta come Miss Brown sarebbe il tuo peggior incubo. Negli ultimi dieci anni è stata fermata dalle guardie di sicurezza, ammanettata in stanze sul retro, interrogata senza sosta, arrestata e alleggerita delle sue vincite.

È cresciuta in Nevada da una mamma dealer e da un papà scommettitore. Brown, ora 38enne, ha iniziato a giocare a 15 anni con i video poker insieme alla zia. Ha fatto diversi lavori, suonando per esempio la chitarra in una band funk. Dopo troppe notti perdute in ecstasy, ha deciso di seguire le orme di sua madre e diventare dealer.

Quando la mamma ha detto che sua figlia avrebbe potuto fare qualcosa di meglio, miss Brown ha ignorato il suggerimento. Solo qualche anno dopo, nel 2003, ha deciso di seguirlo. Ha fatto scorte di libri didattici e si è impegnata a battere i casinò“.

 

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Questo è un estratto del pazzesco racconto di Gina: “È fantastico battere i giochi da casinò. Oltre ai soldi che fai, c’è una ricompensa emotiva. Nessuno al tavolo sa quello che tu stai facendo. Loro non tengono conto delle carte uscite in certi giochi, sono dei perdenti.

Quando iniziai a battere il banco ero una delle poche ragazze in grado di farlo. Ero una delle persone più felici al mondo. Con il tempo tutto è cambiato ma quando avevo 30 anni, nel 2008, vincevo con i giochi e viaggiavo insieme alle persone come me.

In precedenza guadagnavo bene in un casinò della California del Sud ma battere i casinò è molto più divertente. Facevo la dealer in settimana e poi contavo le carte nel weekend a Las Vegas. Lo facevo per 32 ore di fila e poi il lunedì guidavo di nuovo per tornare a lavoro.

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Nel 2004 avevo 26 anni e un bankroll di 60.000$. Ero diventata parte di un gruppo chiamato Las Vegas Hole-Card Mafia per via di un trucchetto che usavamo. Allora mollai il mio lavoro di dealer in California.

Giocando a tempo pieno i miei guadagni cominciarono lentamente a crescere. Iniziai a giocare in maniera più pesante per aumentare i profitti insieme al mio ragazzo Joe”.

Fin qui tutto sembrava andare a gonfie vele per Gina, ma poi cominciò ad avere una serie di problemi con i casinò che avevano capito il suo gioco sporco. Gina dovette dunque trovare delle soluzioni: “Iniziai a giocare con carte d’identità false fornitemi da un bravo ragazzo di Las Vegas”.

Quando la sua attività più redditizia cominciò a trovare troppi ostacoli, Gina passò al poker: “Iniziai a giocare a poker seriamente. Durante le WSOP c’erano sempre pessimi giocatori in città. Popolavano i tavoli cash dove ho larghi vantaggi. Vinsi 100.000$ in un paio di mesi.

Andò così bene che decisi di salire di livello. Mi sedetti ad una delle partite più famose di Vegas, all’ARIA casino, nella Ivey Room. I limiti, 200/400$, erano alti. Trovai investitori che mi pagarono metà della posta e presi una serie di brutti colpi. Quell’anno lasciai lì 500.000$, metà miei. Giocavo bene ma runnavo male.

La verità è che non ero rollataRipiombai nella depressione ed ebbi una pazza idea: volare a Berlino per giocare a cash game durante un torneo. Giocai nella capitale tedesca due volte perdendo 13.000$.

Una volta tornata a casa perdetti ancora a poker. In quel periodo avevo un fidanzato che invece era un giocatore di poker molto bravo e disciplinato. Giocava ore e ore ai limiti più adatti per lui senza mai rischiare di andare broke.

Mentre lui viveva in maniera molto razionale, io buttavo i soldi. Ho sprecato per esempio 70.000$ in una app per il poker che volevo sviluppare.

Un giorno mi hanno beccato in un casinò con una serie di miei documenti d’identità falsi. Sono stata ammanettata e arrestata. Ho speso 10 ore in galera. Tra il 2014 e il 2015 ero a terra. Non avevo amici o team con i quali giocare. Io e il mio ragazzo continuavamo a litigare per i soldi. Tutti i casinò di Las Vegas conoscevano il mio aspetto. Il mio cervello era fritto.

Poi è successo qualcosa di inaspettato: sono rimasta incinta. Si è rivelata la cosa migliore, ha risvegliato me e il mio ragazzo. Lui era contento di diventare padre e voleva pagare le bollette. Io mi sono presa una pausa dal gioco. Gamblare da donna incinta è ridicolo. Non volevo esporre il bambino a casinò e fumo.

Ora abbiamo un bambino. Ho aspettato tre mesi dalla sua nascita per ricominciare a giocare. Non gioco come prima. Faccio solo una trasferta al mese. Non uso più carte d’identità false. Non guadagno come prima ma non subisco nemmeno le perdite di prima.

Grazie a blackjack, poker e scommesse (dove ho buone informazioni) faccio 100.000$ all’anno. Insieme ai guadagni di mio marito è abbastanza per una bella vita a Las Vegas, città abbastanza economica. È come se stessi vivendo per la prima volta dopo tanti anni.

Non ho troppi rimpianti. Mi dispiace solo di essere stata troppo ‘maniac’ e di aver buttato soldi, ma non rinnego il gambling. L’ho sempre amato anche nei periodo più neri e lo amo ancora“.

 

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