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il 13 Dic 2017

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Di Lauro sul ritorno vincente a Praga: “Ora preferisco i tornei veloci. Denisov mi ha ceduto la picca”

Di Lauro sul ritorno vincente a Praga: “Ora preferisco i tornei veloci. Denisov mi ha ceduto la picca”

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Al PSC di Praga i giocatori italiani si stanno decisamente facendo valere e uno di loro ha messo le mani su una picca nel primo weekend del ricco programma.

Vi abbiamo già raccontato dell’exploit di Michele Di Lauro in un evento Hyperturbo. Dopo qualche giorno siamo finalmente riusciti a contattarlo per farci raccontare tutto sullo shippo e sul suo momento pokeristico.

Abbiamo scoperto che Michele ultimamente preferisce i tornei veloci. Sentite cosa ci dice: “Quando ero più giovane cercavo i tornei con livelli lunghi. Adesso è il contrario.

Dopo undici anni di poker live non sono più in grado di mantenere la concentrazione per tante ore e tanti giorni. So che farei errori negli eventi troppo lunghi. Infatti qui a Praga non gioco nemmeno il Main Event del PSC. Sarebbe un rischio inutile.

Preferisco sedermi ai Turbo e agli Hyperturbo, dove gli errori non vanno fatti e il distacco tra me e i top player è minore. Anche i più grandi giocatori nei Turbo commettono parecchi errori. Sono bravi ma non infallibili.

Nell’evento che ho vinto c’erano 86 iscritti e tra loro 50/60 circa erano reg. Di solito la percentuale è più bassa. Questo ha lati positivi e negativi.

Comunque sono arrivato in fondo insieme a un paio di avversari bravi. In heads up io e il russo Denisov ci siamo ritrovati con 13,5 bui a testa. Lui è un tipo molto tranquillo, con quasi 2 milioni di dollari vinti in mtt live e una compagna da urlo di 20 anni più giovane. Io e Denisov ci siamo guardati e abbiamo subito trovato l’accordo per una divisione alla pari dei premi.

Pensavo che volesse continuare a giocare per la picca e invece non è andata così“. Michele ci spiega che Alexander gli ha chiesto: “Tu ce l’hai già la picca a casa?“. Michele ha risposto di no e allora il russo gli ha detto: “Tienila tu, io ne ho già cinque“.

Michele si è meritato così questa prima grande gioia senza nemmeno dover arrivare a uno showdown finale, ma precisa: “Avevo comunque 15mila chips più del mio avversario“.

Dopo la vittoria della picca il nostro Michele ha giocato anche altri tornei: “Mi sono piazzato 24° in un Turbo da 550€ di buy-in e 600 iscritti. Peccato perché il primo premio era di 50k“.

 

 

Michele poi con calma ci ha svelato tutto sul suo ritorno al poker giocato: “Sono reduce da un periodo piuttosto difficile a livello personale. Tre anni fa infatti ho subito un brutto infortunio giocando a calcio che mi ha tormentato parecchio. Non mi era mai successo niente prima e quell’episodio si è rivelato più grave del previsto. Mi sono rotto due malleoli e non solo. Il mio caso è stato addirittura portato a una fiera a Barcellona per la sua rarità.

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Io sono un tipo molto sportivo ed è stata una brutta botta sentirmi dire che non avrei camminato per sei mesi. Alla fine sono diventati due mesi ma una serie di complicazioni mi hanno abbattuto. Sono andato in depressione anche a causa di alcuni investimenti che non mi sono andati benissimo.

Per questo ho preferito stare un po’ lontano dal poker. Nel calcio è il mister che decide chi schierare in partita, nel poker sei tu stesso che devi renderti conto se sei abbastanza lucido per giocare oppure no.

Ora sono tornato a giocare con un po’ più di regolarità. Ho giocato negli ultimi mesi a Barcellona e a Vienna. Qui a Praga ho preso un appartamento insieme ai miei amici Ivan Gabrieli e Alessandro Luciani; è la quarta volta che vengo nella capitale ceca“.

Michele nel frattempo non ha giocato molto online perché preferisce il live: “Ogni tanto gioco le series più importanti online, ma sono cresciuto ai tavoli dal vivo ed è lì che mi sono costruito il bankroll.

Era il 2004 o 2005 quando guardavo le prime trasmissioni di poker in TV. Con gli amici abbiamo iniziato a giocare delle partite di 10/10 centesimi. Poi mi sono reso conto che guadagnavo 500€ al mese giocando solo una volta alla settimana. Non male, considerando che stavo all’università.

Poco dopo a Bologna sono nati i primi tornei italiani nei circoli e ne ho approfittato. Da quella volta gioco i tornei live, alternandoli con un po’ di cash dove c’è meno varianza.

Apprezzo l’online solo perché ti dà la possibilità di misurarti in tante specialità e varianti. In Italia ci sono pochi giocatori completi in questo senso. Molti non si sono applicati. Peccato, perché nelle varianti il gioco è più tecnico e si possono avere più vantaggi.

Se parli con qualche giocatore tedesco, polacco o russo ora tutti ti diranno che le partite più importanti si giocano ai tavoli di Omaha”.

Michele però non si vede nei panni di giocatore di poker a lungo: “Penso che il poker sia una parte della nostra vita, quasi tutti prima o poi si allontanano dal gioco. Infatti il field cambia continuamente. Ne parlavo proprio in questi giorni con Carmelo Vasta, siamo rimasti in pochi della ‘vecchia guardia’.

C’è chi usa il poker come rampa di lancio, chi per soddisfare il proprio ego e chi per convenienza. Io mi vedo più come un imprenditore in futuro“.

Michele ha però deciso di lasciare l’università nel frattempo: “Ho iniziato a studiare economia e poi sono passato al marketing. A cinque esami dalla fine mi sono mancate completamente le motivazioni. Per la mia famiglia è stato un dispiacere ma non ha senso per me rovinarsi la vita con lo scopo di ottenere un pezzo di carta. Le cose che dovevo imparare le ho già imparate.

Ho delle idee in testa e non mi dispiacerebbe finanziarle con il poker. La cifra che ho vinto a Praga mi torna utile, sono soddisfatto non solo per aver vinto la picca“.

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