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il 30 Gen 2019

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Le sei rivoluzioni nella storia del poker

Le sei rivoluzioni nella storia del poker

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Per quanto il Texas Hold’em No Limit sia senza ombra di dubbio la disciplina più amata e giocata al mondo, al giorni d’oggi esistono decine e decine di varianti.

Negli ultimi cinquanta anni il poker si è diffuso e sviluppato a macchia d’olio in tutto il mondo e le discipline giocate, tra tavoli da casinò e home games, sono pressoché incalcolabili.

Un tempo, ovviamente, non era così. Partendo dai primordi un contributo di PokerStarsBlog ha evidenziato le 6 principali rivoluzioni che hanno portato il poker a divenire ciò che è oggi.

 

Usare il mazzo completo da 52 carte

La prima versione, nata in America all’inizio del XIX secolo, fu giocata con un mazzo di 20 carte. Il “Twenty-Deck Poker” prevedeva esclusivamente Assi, Re, Regine, Jack e Dieci.

4 giocatori, 5 carte a testa, nessuna possibilità di cambio, puntate e bluff senza alcuna info…

Le cose cambiarono verso il 1830, quando il mazzo fu allargato a 52 carte.

Aggiunta del draw

C’è stato un altro cambio di regole importante nella storia del poker, quello che ha esaltato la componente abilità rispetto a prima: stiamo ovviamente parlando della introduzione del draw.

I primi giochi di poker coinvolgevano i giocatori che distribuivano le carte con cinque carte e poi scommettevano su di loro, senza alcuna possibilità di scartare e pescare carte per migliorare il proprio punto. In sostanza, non c’era molta strategia aggiuntiva da apprendere o impiegare.

Il libro ‘Bohn’s New Hand-Book of Games’ del 1850 includeva una menzione di “Draw Poker” che spiegava come un giocatore poteva “pescare dal mazzo quante carte desiderava, fino a un massimo di 5”.

Nel testo si sottolinea come “debba essere il mazziere a consegnare le carte del mazzo al giocatore, affinché le scambi con le sue”.

Non c’è alcun riferimento a un secondo giro di puntate dopo il sorteggio.

Come potete immaginare, questa innovazione improvvisamente ha reso il poker un gioco molto più intrigante, e pochi anni dopo, a partire dagli anni ’70 dell’Ottocento, cominciarono a comparire libri di strategia che discutevano di probabilità e altri fattori da considerare nel gioco del poker.

Il conteggio delle scale

Ci è voluto un po’ prima che la scala fosse considerata un punto.

Nel 1864 l’americano Hoyle definisce la scala una “sequenza diritta che batte un tris, ma è battuta da un colore o meglio”.

Il riferimento evidenzia inoltre che al tempo, coloro che desideravano conteggiare le straights, dovessero chiarirlo prima dell’inizio della partita.

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Introduzione dell’apertura obbligatoria (Jack’s or Better)

Un’altra rivoluzione legata al 5-card draw poker è stata l’introduzione del “jackpot”. Ma attenzione, non stiamo facendo riferimento a “bad beat jackpot” o simili ma a uno stravolgimento fondamentale del gioco stesso: il jackpot imponeva che nessun giocatore poteva aprire una mano senza avere una coppia di jack o meglio“.

L’idea era di impedire ai gambler di giocare qualsiasi mano e introdurre quindi una certa disciplina nel gioco, ma gli scrittori di strategia hanno discusso sul fatto se la regola abbia fatto più danno che bene distorcendo i valori delle mani ed eliminando i bluff.

Come è noto, diverse versioni di “Jacks or better” draw poker continuarono ad essere giocate nel 20° secolo.

Lo Stud

Sebbene la precisa origine dello Stud sia difficile da definire, la nuova variante è stata certamente interpretata dalla metà del XIX secolo e divenne molto popolare dopo la Guerra Civile.

È anche ovvio che lo Stud si è evoluto in qualche modo dal draw poker, aggiungendo l’interessante innovazione di rivelare alcune carte nella mano di un giocatore lungo le varie street prima dello showdown.

Così, a volte il 5-card-draw viene chiamato un gioco “chiuso” (in cui tutte le carte sono coperte) mentre lo Stud e i giochi successivi con carte comuni vengono indicati come un gioco “aperto” (in cui alcune carte sono scoperte).

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La nascita del Texas Hold’em

Anche il Texas Hold’em si è chiaramente evoluto dal Seven-card Stud dato che entrambi i giochi si basano su punti di cinque carte su sette disponibili.

Ma nonostante sia più recente, la nascita dell’Holdem è ancora più difficile da collocare storicamente rispetto a quella dello Stud.

Alcuni storici del poker hanno fatto affermazioni sull’hold’em risalente alla fine del 19° secolo, sebbene non ci siano prove a sostegno di tali affermazioni.

Il poker hall of famer, nonché vincitore per acclamazione del primo Main Event WSOP, Johnny Moss una volta disse a un biografo che per la prima volta giocò versioni senza limiti di hold’em “intorno al 1930”.

Nel libro “The Godfather of Poker”, Doyle Brunson menziona per la prima volta l’Hold’em “Round about 1958” ipotizzando che “il gioco deve aver avuto inizio proprio in quel periodo”.

Il Texas Hold’em, specialmente nella versione No-limit, ci metterà un po’ di tempo – diciamo più di mezzo secolo fino al MoneyMaker Effect 2003? – per diventare la variante più giocata al mondo!

 

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