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il 31 Mag 2019

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Malumore per i re-entry alle WSOP: ma la kermesse apre anche ai garantiti

Malumore per i re-entry alle WSOP: ma la kermesse apre anche ai garantiti

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C’è qualche malumore dalla parti del Rio di Las Vegas. Ad una buona fetta dei giocatori non va giù il discorso del re-entry sempre più presente nei tornei che popolano lo schedule delle WSOP 2019. Dal canto loro le World Series hanno esposto le loro ragioni e nell’edizione in corso hanno aperto la strada verso i garantiti massicci ad assicurare succulenti prize pool. 

Una manifestazione come le WSOP non potrai mai accontentare tutti. C’è chi si lamenta dell’eccessivo numero di eventi (record nel 2019 con 89 bracciali in palio), chi vorrebbe più spazio alle varianti, chi chiede strutture più tecniche e infine, ma non sono pochi, coloro che si lamentano della presenza dei re-entry.

Da una parte è vero che il sogno del poker sportivo è decollato grazie al fatto che tutti partissero alla pari al tavolo. Dal povero al ricco, dallo studente all’avvocato. Stesso numero di chips e una volta finita la dotazione, arrivederci e tanti saluti. Ma i tempi cambiano e anche le strutture sono cambiate nel tempo. I giocatori sono stati accontentati con più gettoni nello stacke questo ha indotto le WSOP a puntare anche sui re-entry. Specie nelle varianti, dove diciamo i cooler possono essere sempre dietro l’angolo e allora almeno un secondo proiettile va speso.

Se appunto il sogno del poker è stato ed è ancora in parte quello di potersela giocare alla pari, in molti chiedono tornei con meno re-entry . Un malcontento che ovviamente è arrivato ai piani alti della Caesars Entertainment e per bocca del vice-presidente Seth Palansky è arrivata la risposta.

E’ vero che nel corso del tempo le WSOP hanno cambiato pelle, ma dobbiamo sempre aggiornarci a quelle che sono le richieste del mercato. Un tempo gli eventi avevano stack di appena 5 mila chips e sarebbe stato impensabile inserire re-entry e quanto altro. Oggi con dotazioni immense, crediamo che questo opzione calzi a pennello. Non dimentichiamoci che rispetto al passato sono sempre di più i tornei con il garantito al Rio e dunque dobbiamo tutelarci anche noi per arrivare a coprire la cifra stabilita“.

Lo stesso Palansky aggiunge poi alcuni dati. “Dobbiamo poi comprendere che la maggior parte dei giocatori che arrivano a Las Vegas per le WSOP, lo fanno per un numero limitato di giorni e di eventi. Sono pochi coloro che si possono permettere di stare qua per l’intera kermesse. Dunque meno giorni e più voglia di giocare, di conseguenza sarebbe brutto far fare migliaia di chilometri ad una persona che magari trova l’eliminazione dopo poche mani del torneo e non può usare il re-entry. Infine, abbiamo visto che lo scorso anno, quasi l’86% dei players ha giocato meno di 5 eventi. E se leggete attentamente lo schedule, vedrete che i tornei senza re-entry sono il 46% di quelli programmati”. 

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In effetti andando poi ad analizzare con cura, i tornei senza il secondo proiettile sono quasi la perfetta metà. E nell’epoca attuale del poker live si può quasi definire una rarità assoluta. Palansky poi inevitabilmente ha toccato un altro argomento assai interessante. Già diversi anni anche le WSOP hanno sdoganato i montepremi garantiti, che solo un decennio fa, a Las Vegas, rappresentavano quasi una sorta di offesa al gioco. Dal Colossus in poi però, la politica è cambiata.

Il main event alcuni anni fa, dopo una paio di edizioni sottotono, fu garantito con 10 milioni di dollari, anche se poi i montepremi assicurati hanno quasi sempre riguardato eventi dal buy-in popolare.

Dal citato Colossus, al Millionaire Maker, senza dimenticare l’evento targato 888 e il Little One Drop. Si tratta di cifre importanti, quelle garantite negli eventi suddetti e di conseguenza, come ha detto lo stesso Palansky, i re-entry sono di vitale importanza per evitare clamorosi overlay.

Vedremo quindi chi avrà ragione: come sempre l’ago della bilancia sarà dato dal numero di paganti complessivi e se tanto ci dà tanto, c’è da attendersi l’invasione a Las Vegas nei promossi giorni. Con buona pace di chi non ama i re-entry.

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