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il 5 Mar 2020

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Il poker sarebbe più bello se non si ascoltassero i pro, parola di Daniel Negreanu

Il poker sarebbe più bello se non si ascoltassero i pro, parola di Daniel Negreanu

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Come deve essere strutturato l’ ecosistema-poker perchè sia sostenibile sul lungo periodo?

Il tema torna in auge in modo ciclico, specialmente quando viene lanciata qualche innovazione per i giocatori ricreativi che toglie traffico ai tavoli più battuti da regular e professionisti.

I giorni scorsi sull’argomento è intervenuto Daniel Negreanu in un Podcast con Jaime Staples e come suo solito non è stato per nulla banale.

D’altronde ormai conosciamo bene il personaggio, diretto e senza peli sulla lingua. Ad esempio senza farsi troppi problemi ‘KidPoker’ ha ammesso di essere stato lui stesso ‘cannibalizzato’ dagli squali che giocano cash game online.

 

La gerarchia dell’ecosistema poker

Nel PodCast con Staples Daniel Negreanu elenca i tre vertici dell’ecosistema poker:

“La casa da gioco che si prende la rake, i professionisti che si prendono i soldi e i giocatori che li depositano e li perdono”.

Per il canadese le priorità dovrebbero essere date secondo una precisa gerarchia:

“I professionisti vincenti non sono predominanti ma anzi devono venire per ultimi. Per primi ci devono essere i giocatori che depositano, perchè se smettono di esserci loro i professionisti non possono più giocare. Negli anni del boom non abbiamo messo bene a fuoco questo fatto perchè c’erano troppi soldi ovunque”

Per incentivare i giocatori che depositano, secondo Negreanu, i nuovi prodotti come gli Spin&Go o il formato KO nei tornei non sono che un bene:

“Con il tempo il field è diventato più difficile da affrontare e i ‘depositing players’ smettono di giocare perchè vengono subito distrutti. Creare dei format nuovi come gli Spin&Go o i tornei KO è una cosa buona perchè sono partite che anche i ‘depositing players’ possono vincere venendo incentivati a tornare”

 

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Il ruolo dei pro: alimentare il sogno degli occasionali

A questo punto interviene James Staples che sostiene come a suo avviso l’obiettivo dei professionisti dovrebbe essere quello di alimentare i sogni degli occasionali.

Anche Negreanu sposa questa visione.

“Nel 2004 un giocatore occasionale che depositava 200$ aveva qualche sessione vincente e qualche sessione perdente prima di restare senza fondi nel conto gioco. Oggi lo stesso occasionale non riuscirebbe a chiudere una sessione in profitto. Sappiamo che più volte un giocatore deve depositare, meno ha voglia di farlo. Per questo formati meno skill-intensive come Unfolds sono ottimi”

 

Anche Negreanu è stato cannibalizzato

Negreanu sottolinea come l’aspetto “predatorio / cannibalistico” dei professionisti di poker non contribuisca ad avvicinare al poker i nuovi giocatori.

Lui stesso sostiene di esserne stato vittima in prima persona:

“Ai tavoli cash game High-Stakes online non sono sicuramente un top player: ogni volta che mi sedevo a uno di questi tavoli in un secondo si riempiva, quando mi alzavo subito si svuotava. E io sono un professionista, se fossi stato un giocatore occasionale cosa avrei dovuto pensare?  Qualcosa tipo ‘ok, sto giocando contro dei robots, mi stanno fregando e stanno giocando solo contro di me’, ecco cosa avrei dovuto pensare”

 

Il podcast

Ecco il Podcast di Daniel Negreanu e Jaime Staples: il discorso sull’ecosistema poker inizia verso il minuto 39:

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