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il 11 Set 2020

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Virtual Heads Up Vol.9: Johnny Chan 1988 – Paul Phua 2019

Virtual Heads Up Vol.9: Johnny Chan 1988 – Paul Phua 2019

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Tira aria d’oriente, in questa puntata della nostra consueta rubrica “Virtual Heads-Up”.

Dopo la vittoria al Main Event WSOP di “Orient Express” Johnny Chan nel 1988, che bissa la precedente del 1987, i paesi del sol levante –per svariati motivi- non sono stati particolarmente rappresentati nel gotha dei pokeristi mondiali di rilievo. Eccezion fatta per alcuni giocatori di origine orientale che hanno trovato casa negli Stati Uniti (alla Scotty Nguyen o John Juanda, per intenderci), solo negli ultimissimi anni si sono affermati poker players di origine orientale.

Per lo scontro virtuale, abbiamo scelto Paul Phua, multimiliardario malese con la passione del poker ed un passato pieno di luci ed ombre, che negli ultimi anni (in particolar modo nelle partite high stakes) si sta facendo conoscere dagli appassionati di poker di tutto il mondo.

 

DISCLAIMER: Come nel calcio risulta IMPOSSIBILE stabilire chi sia il migliore tra Maradona e Messi (fondamentalmente per epoche e avversari diversi), anche nel poker risulta infattibile definire in senso assoluto chi sia più forte tra un giocatore di molti anni fa ed uno attuale. Avversari, tattiche di gioco, strumenti a disposizione risultano incredibilmente mutati e differenti: va precisato pertanto che il “Virtual Heads-Up” è solo un gioco, per ridere, discutere, confrontarsi e divertirsi! Non ce ne vogliano le fazioni di questo o quel player che non ottiene i risultati sperati!

 

 

Johnny Chan 1998

Johnny Chan nasce a Guangzhou, Cina, nel 1957. Si trasferisce negli Stati Uniti con i genitori (impiegati nella ristorazione) nel 1968, e dopo un’adolescenza dedicata agli studi, si iscrive all’Università di Houston.

Il richiamo del poker, però, è fulminante: Johnny decide presto di lasciare l’ateneo per trasferirsi a Las Vegas e diventare un poker pro. Così fa, e nel 1980 Chan prende residenza a SinCity.

I primi tempi non sono particolarmente facili, anche se il giovane Chan sembra avere una marcia in più rispetto ai locals di Las Vegas. I primi risultati a torneo arrivano nel 1982, col primo ITM alle WSOP nel 1984. La forza di Chan si concretizza nella specializzazione in tutte le discipline: riesce a giocare indifferentemente sia Hold’em , che Omaha, che tutte le discipline Limit (come Stud o Razz), dettaglio che lo porta ad emergere in ogni partita cash della città.

Il 1987 è l’anno della consacrazione definitiva: Johnny prima arriva terzo al 5.000 No Limit 2-7, per poi, dieci giorni dopo, consacrarsi Campione del Mondo al Main Event No Limit da 10.000$, dopo aver battuto in heads-up Frank Henderson.

Ma l’anno successivo, il 1988, è quello che consegnerà Chan alla leggenda: come nessuno prima, Johnny rivince il Main Event, peraltro battendo nel testa a testa conclusivo un altro grande campione come Erik Seidel, con la mano finale del torneo che – come tutti sappiamo – diverrà famosa anche sul grande schermo.

Il back-to-back è un record difficilmente migliorabile, per come si è sviluppato l’Hold’em negli ultimi anni. Solo Chan stesso ci si avvicinerà, arrivando secondo nel 1989 alle spalle di Phil Hellmuth, ma quel capolavoro del 1988 (in cui Chan risultava di molto superiore a tutto il resto del field, con un gioco particolarmente moderno ed aggressivo, oltre ad una capacità di calcolo –per l’epoca- particolarmente efficace) resterà nella leggenda del poker.

Paul Phua 2019

Paul Phua, chi è costui?

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Nella lettura dei partecipanti del Big One for One Drop del 2012, tutti si chiedevano chi fosse il giocatore orientale –mai sentito fino a quel momento – disposto a giocare il primo torneo di sempre da un milione di dollari di iscrizione, senza un minimo di esperienza alle spalle.

Oggi lo conosciamo un po’ di più, ma la storia di Phua è incredibile.

Nato in Malesia nel 1964 col nome di Wei Sen (vorrà lui farsi chiamare Paul in seguito),  e da giovane fugge dal suo paese e dalla sua povera famiglia, trovando asilo a Kuala Lumpur, dove trova lavoro nell’edilizia.

Tuttavia, una vita regolare non sembra fare per lui, dal momento che – dopo essere venuto a contatto col gambling illegale gestito dalla malavita cinese -, in pochi anni riesce a costruirsi una fitta rete di conoscenze nel mondo dell’azzardo. In seguito Paul ha l’intuizione giusta: quella di diventare bookmaker e tenere il banco per numerosissimi scommettitori, con enorme successo.

L’avvento dell’online negli anni ’90 fa il resto: con la sua esperienza da totale precursore, Phua divenne milionario in poco tempo, fondando anche un book online.

Non è una carriera del tutto normale, quella di Phua, l’abbiamo detto: in quegli anni riversava (e faceva riversare) milioni ogni weekend sul calcio mondiale, e nel 1997 viene addirittura indagato in una grande inchiesta di match fixing sulla Premier League (nello specifico, un West Ham – Crystal Palace misteriosamente sospeso per oscurità a metà ripresa).

L’incontro con il giocatore di poker high stakes Richard Yong, comunque, fa il resto: i due, insieme, fanno diventare il bookmaker di Paul Phua un colosso da 60 miliardi di dollari annui, e contemporaneamente Phua si avvicina sempre più al poker.

I due riescono ad invitare a Macao (dove nel frattempo hanno aperto il Casinò Wynn Macao) i vari Ivey, Dwan, Antonius per delle partite a cifre folli: è in questo periodo che Phua si innamora dell’Hold’em e – pagando salato il coaching di Dwan e Ivey, che gli scuciono per mesi milioni e milioni – Phua diventa uno dei pokeristi d’oriente più temuti.

Non è certo un giocatore che teme nel mettere le fiches in mezzo al tavolo: del resto, con un patrimonio di svariati miliardi, per chiunque sarebbe facile azzardare o ben sopportare swing di svariati milioni in una singola serata.

 

 

L’Heads Up Virtuale

Giochiamo a torneo o a cash game? Perché pensiamo che il Chan 1988 vincerebbe nella prima modalità, mentre Phua – per i motivi sopra citati – anche se meno abile in senso assoluto avrebbe un grande vantaggio nelle partite cash high stakes.

In ogni caso, tra i due contendenti il miglior giocatore asiatico, secondo noi, resta quel Johnny Chan del 1988, che idealmente vince 3-1.

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