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il 22 Ott 2020

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Virtual Heads Up ep. 12: Martin Jacobsson 2014 – Peter Eastgate 2009

Virtual Heads Up ep. 12: Martin Jacobsson 2014 – Peter Eastgate 2009

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Oggi la nostra rubrica “Virtual Heads Up” fa capolino nella Scandinavia. Zona europea (chiedere a Phil Hellmuth per informazioni) notoriamente ricca di giocatori di poker giovani ed aggressivi.

Non è raro incontrare, nell’albo d’oro delle WSOP, giocatori proveniente infatti dall’Europa del Nord. Oggi confrontiamo due giocatori nel momento più alto della propria carriera: ovvero quanto entrambi hanno vinto il Main Event delle World Series of Poker, o subito dopo di essa. Parliamo di Martin Jaconbsson del 2014 e Peter Eastgate del 2009.

 

DISCLAIMER: Come nel calcio risulta IMPOSSIBILE stabilire chi sia il migliore tra Maradona e Messi (fondamentalmente per epoche e avversari diversi), anche nel poker risulta infattibile definire in senso assoluto chi sia più forte tra un giocatore di molti anni fa ed uno attuale. Avversari, tattiche di gioco, strumenti a disposizione risultano incredibilmente mutati e differenti: va precisato pertanto che il “Virtual Heads-Up” è solo un gioco, per ridere, discutere, confrontarsi e divertirsi! Non ce ne vogliano le fazioni di questo o quel player che non ottiene i risultati sperati!

 

Martin Jacobson 2014

Martin Jacobson è nato nel 1987 nella capitale svedese di Stoccolma. Crescendo, Martin aveva coltivato l’ambizione di diventare uno chef professionista e di aprire la sua catena di ristoranti nella sua terra natale. Pertanto, si è diplomato in una scuola per cuochi, di fatto compiendo quei primi importanti passi verso la realizzazione dei propri sogni.

Poco dopo il diploma, però, Jacobson è stato introdotto al poker dagli amici: Texas Hold’em che di lì a poco gli avrebbe cambiato la vita.  Erano gli anni attorno il 2005, (ovvero quelli relativa al grande boom del poker), e Jacobson, come tanti altri giovani dell’epoca, è partito dai cash game low-stakes per poi pian piano tentare di salire di livello.

Un paio di anni più tardi, nel 2008, Jacobson vince addirittura online un pacchetto per la partecipazione al Main Event WSOP di Las Vegas. Avrebbe potuto scegliere di incassare il valore del pacchetto in contanti (sarebbero stati 12.000 dollari, non pochi per il suo bankroll dell’epoca), ma ha deciso di non farlo e di volare a Las Vegas.  Il contatto con Sincity è indimenticabile, ma in negativo: Jacobson si siede al Rio e – dopo sole tre mani – viene coolerato ed esce dal Main Event.

Molti, a questo punto, si sarebbero presi una pausa del gioco, ma Martin continua  invece a giocare online e in eventi dal vivo, ottenendo alcuni risultati notevoli lungo il percorso. Ma è nel 2013 che riesce a cogliere le prime vere soddisfazioni: quell’anno, infatti, porta a casa il WPT National High Roller event a Dublino e un side event all’EPT di Londra.  Nonostante la terribile esperienza del 2008, nel 2014 Martin torna a Las Vegas , e riesce a sistemare le cose.

Nel corso dei sette giorni del Main, Jacobson  riesce stavolta ad evitare i cooler e si districa nei piani alti del chipcount, per poi –meritatamente – raggiungere l’ambito final table, settimo in chips. All’epoca vi era il fenomeno dei “novembre nine”, per cui, una volta tornato in Svezia, Jacobson si è messo a studiare in modo impressionante i propri avversari, gli stack, ha elaborato svariate strategie ogni giorno, per poi tornare a novembre assolutamente preparato ad ogni scenario. Lo studio ha dato i suoi frutti, dal momento che Martin, con grande aggressività mista a capacità di calcolo e strategia di gioco è riuscito ad imporsi risalendo il count e battendo tutti gli avversari, laureandosi campione del mondo e incassando ben 10 milioni di dollari.

Da lì in avanti, Jacobsson si è trovato una strada spianata per una brillante carriera nel mondo del poker. Ancor oggi, infatti, non è raro trovare il suo nome tra i vincitori dei maggiori tornei online e di quelli live.

Ma il 2014 resta il suo anno di gloria.

Peter Eastgate 2009

Peter Eastgate nasce a Dalum, non lontano da Odense, nel 1985. Dopo aver vissuto una normalissima gioventù, si è iscritto al liceo classico del suo paese, dove – tramite i compagni di classe – ha incontrato per la prima volta il poker.

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In seguito, si è iscritto all’Università di Aarhus nel ramo dell’economia, per poi mollare gli studi poco dopo: il gioco delle due carte, quello imparato alle superiori, gli generava già buoni introiti e lo appassionava molto di più.

Infatti, dopo un piccolo deposito su una poker room online, ha fatto pari il primo anno per poi guadagnare costantemente, di modo da costruirsi un bankroll significativo per gli eventi live e la propria vita privata.

In quegli anni (siamo a metà anni 2000) il poker vive il suo momento di maggiore splendore, e Peter riesce a scalare rapidamente i livelli, sino a diventare un ottimo player del cash shorthanded e degli heads-up high limit.

Parallelamente arrivano anche i primi risultati live: nell’aprile 2007, si è piazzato al 9 ° posto durante il primo Irish Open nel 2007 guadagnando  46,714 dollari ed in seguito è arrivato a premi all’ European Poker Tour 2008 a Copenhagen. In seguito, l’episodio che gli svolta la vita: riesce a qualificarsi per il Main Event WSOP di Las Vegas, dove arriva (curiosamente, non vendendo una singola quota del suo torneo) e disputa il torneo migliore di sempre.

Giunge infatti meritatamente al tavolo finale, e resiste uno ad uno a tutti gli avversari. L’heads up col temibile russo Ivan Demidov si risolve a suo favore, diventando a 22 anni il più giovane vincitore del Main WSOP e incassando 9,1 milioni di dollari.Ma non finisce qui: il timido Eastgate, una volta divenuto campione del mondo, conferma negli anni successivi di non essere stato un fuoco di paglia: nel 2009, ad esempio, vince un torneo al PCA delle Bahamas, arriva nuovamente nei top 100 del Main WSOP, è il runner-up dell’EPT di Londra di settembre.

Una carriera sfolgorante, che però ha breve durata: nel 2010 il danese annuncia il suo ritiro, che sarà utile a ritrovare la sua persona, che a suo dire si era un po’ persa tra i tavoli verdi.

Ma il biennio 2008-2009 ha un solo nome, il suo: quello del timido torneista danese, che però al tavolo sa (eccome) far parlare le fiches.

 

 

L’Heads Up Virtuale

In questo ipotetico scontro testa a testa scandinavo, crediamo che possa avere la meglio la Svezia: Jacobsson ha dimostrato grande personalità, sapendo alternare ottimamente svariati stili di gioco. Eastgate era molto forte, ma lo vediamo perdente su Jacobsson. Diciamo un 3-1 per lo svedese.

 

 

 

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