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il 3 Gen 2021

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I più grandi gambler della storia: Alan Woods e l’importanza del pc nelle previsioni

I più grandi gambler della storia: Alan Woods e l’importanza del pc nelle previsioni

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Nelle scommesse, e nel gioco d’azzardo più in generale, negli ultimi anni possiamo contare su una miriade di informazioni e di statistiche utili a raggiungere la vittoria, che sia nella previsione di un evento sportivo o dell’esito di un colpo al Casinò.

Alan Woods era un genio della matematica che per primo ha compreso l’importanza della raccolta delle statistiche per vincere alle scommesse e per battere il banco nelle sale da gioco.
Questa intuizione ha fatto sì che quest’uomo abbia avuto un enorme impatto sul mondo del gambling.

Una ricca gioventù

Alan Woods nasce in Australia nel 1945. E’ un ragazzo fortunato: i suoi genitori sono ricchi imprenditori che gestiscono diverse attività di successo, tra cui un’agenzia di stampa e un hotel. Pertanto, Alan gode di una situazione di estremo benessere.

Il primo contatto col gioco avviene in tenera età quando il padre gli insegna a giocare a whist, un gioco di carte che potremmo definire come un incrocio tra il bridge e “Uno”. E’ attraverso questo gioco di carte che Alan scopre di avere un talento naturale per la matematica, che gli tornerà utile negli anni successivi.

Dopo il diploma di scuola superiore, Woods si iscrive all’Università del New England ad Armidale, vicino Sydney, iscrivendosi a matematica. Tuttavia, la carriera universitaria non va nel migliore dei modi, dal momento che frequenta poco, e dopo pochi mesi è costretto ad abbandonare l’ateneo.

Alan, infatti, sfruttando il fatto di provenire da una famiglia molto ricca, e non sentendo l’esigenza di studiare per trovarsi un lavoro, preferisce infatti passare il tempo con gli amici; amici che lo introducono al mondo dei Casinò, nel quale si recano in compagnia ogni fine settimana.
L’impatto con le case da gioco non è particolarmente fortunato, dal momento che sia al poker che alle slot il risultato è sempre il medesimo, ovvero quello di perdere.

Date le numerose sconfitte ai tavoli, gli amici cambiano meta, e le loro scorribande terminano all’ippodromo: per Woods è un vero colpo di fulmine, dal momento che in quell’ambiente comincia a fissarsi delle rigide norme di bankroll e di raccolta di statistiche sui cavalli. Ma in ogni caso le scommesse su trotto e galoppo, in questo momento, restano solo una piacevole attività con cui riempire il tempo.

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Il mago del blackjack

Senza titolo di studio, negli anni ’70 Woods passa dall’altra parte della barricata, trovando impiego come croupier al Casinò Wrest Point, che tante volte in età universitaria l’aveva sconfitto. E’ in questo periodo che si sposa: le sue nozze, però, non avranno la stessa fortuna del gioco.
In questi anni Alan riesce ad imparare, pur vedendo il gioco dalla prospettiva del banco, l’arte del conteggio delle carte, sfruttando anche la sua indubbia qualità matematica.

Dopo un paio d’anni di lavoro , in cui ogni giorno perfezionava i conteggi durante le distribuzioni delle carte, Alan decide di compiere il grande passo, ovvero di licenziarsi e andare a Las Vegas per sfruttare la sua nuova capacità.
La mossa paga: in sei mesi, Woods riesce a vincere nei vari Casinò oltre 100.000$, (per l’epoca, davvero un bel gruzzolo).
Dopo aver subodorato una certa insoddisfazione da parte dei direttori delle case da gioco ad ospitarlo, Alan si rimette in viaggio, e inizia a girare i Casinò del mondo, fermandosi alcuni mesi in svariate città, il tempo utile per contare le carte, battere il banco e ripartire.

La vita da nomade del blackjack, però, termina nel 1984: è di quell’anno, infatti, la pubblicazione della sua foto nel Griffin Book, una sorta di “libro nero” condiviso da tutte le sale da gioco del mondo. E’ la fine della sua carriera di giocatore ai tavoli.

La consacrazione nell’ippica, con l’aiuto informatico

Ricordandosi dell’impatto positivo con le corse di cavalli, Woods decide di trasferirsi ad Hong Kong , dove incontra l’affermato gambler Bill Benter, col quale stringe una forte amicizia.
Insieme, in qualche modo, scrivono la storia del gambling: nessuno, all’epoca (siamo a metà degli anni Ottanta) utilizzava i computer per aumentare le proprie possibilità di vincere alle scommesse; i due, intuendone le potenzialità, sviluppano un programma che determina di volta in volta le possibilità di vittoria di un cavallo, combinando fattori come la pista su cui si correva, le condizioni meteorologiche il giorno della gara, lo stato di forma del cavallo, lo storico del fantino e molto altre variabili. Questo programma utilizza diversi algoritmi e calcoli complessi, molti dei quali inventati proprio da Woods stesso.

Dopo due anni di adattamenti, modifiche e aggiornamenti al programma, quest’ultimo inizia a funzionare, fornendo a Woods e a Benter previsioni accurate praticamente tutti i giorni.
Il resto è storia: Alan Woods per anni fabbrica letteralmente soldi, dal momento che col suo metodo vince milioni su milioni a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, diventando uno dei migliori scommettitori della storia. Grazie al supporto informatico, di cui è l’assoluto precursore, riesce ad indovinare infatti una percentuale di pronostici esatti incredibilmente alta in tutto il mondo.
Per vent’anni, infatti, è stato il gambler numero uno al mondo.

Alan ci ha lasciato nel 2008 a causa di un male incurabile, non prima di aver donato milioni e milioni ad orfanotrofi e istituti sanitari. Nella sua carriera di scommettitore era riuscito a vincere quasi 500 milioni di dollari.

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