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il 29 Mar 2021

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Dai tavoli da poker al titolo di campione italiano di boxe: il racconto di Christopher Mondongo

Dai tavoli da poker al titolo di campione italiano di boxe: il racconto di Christopher Mondongo

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La notte di sabato il romano Christopher Mondongo è diventato campione italiano di boxe categoria pesi piuma.

Cosa c’entra una notizia simile col poker? C’entra, c’entra: Christopher gioca a poker da più di dieci anni nonostante negli ultimi tempi, anche a causa della pandemia, abbia notevolmente diradato le sue apparizioni ai tavoli verdi.

Christopher è infatti un giocatore di poker che ha la sua dimensione ideale nel live. Dopo aver iniziato a lavorare come dealer nei circoli della capitale, ha fatto lo switch ‘dall’altra parte del tavolo’. Ma sentiamo il suo racconto…

 

La parabola col poker

Il neo campione italiano di boxe entrò nel mondo del poker come dealer:

“Ho iniziato a lavorare nel poker quando avevo 20 anni, oggi ne ho 31 quindi dal 2010. Ho fatto il dealer in diversi circoli della capitale prima di arrivare al Cotton, che oggi è il mio preferito e dove fondamentalmente ho tantissimi amici. Già quando lavoravo giochicchiavo poi nel 2013 feci un sesto posto al King Of Poker di Budva che mi spinse a buttarmi sul gioco live. Giocare online non mi è mai piaciuto, preferisco il contatto umano e socializzare con persone in carne e ossa. Qualche mese dopo arrivai in fondo al Tana delle Tigri e fu davvero una grande gioia“.

Il rapporto di Chris con le due carte è poi giocoforza cambiato negli ultimi tempi:

“Adesso ho un barber shop e mi devo allenare tutti i giorni per la boxe, quindi il poker è rimasto una passione che solo ogni tanto riesco a vivere a fondo. Con la pandemia che in pratica ha fermato il poker live non ci sono occasioni. Di solito se ho un sabato libero vado a fare una partita di poker live”.

 

Portare l’exploit e la deception sul ring

La parabola di Chris riconferma l’unione speciale che lega il mondo del poker a quello della boxe. Senza scomodare Floyd Mayweather, che in passato ha anche fatto da testimonial per Phil Ivey, restando ai nostri confini possiamo citare l’esempio di Salvatore Erittu, campione italiano di pesi massimi molto attivo ai tavoli online con il nickname ‘toreboxe80’.

Per Chris il parallelo poker-boxe riguarda alcuni aspetti in particolare:

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“Sicuramente la componente dello studio dell’avversario è molto presente in entrambi i giochi. Sia nel poker che nella boxe devi sapere chi hai davanti, quali sono i suoi punti deboli e quali i suoi punti di forza. Io sono un pugile che attacca tanto, anche nel poker ero un giocatore aggressivo, mi piaceva avere il controllo della situazione e l’inerzia delle mani. Quando sono sul ring mi piace gestire le fasi del match e dare io il ritmo”.

Ma proprio come succede nel poker, anche nel pugilato va in scena un continuo ‘adjustment’ sulle tendenze avversarie:

“Nell’incontro per il titolo di campione d’Italia sapevo che se avessi adottato la mia solita tattica di partire all’attacco avrei rischiato, quindi mi sono adattato e ho fatto un tipo di pugilato che l’avversario non si aspettava. Anche a poker, quando sai di avere davanti un giocatore più aggressivo e più potente di te, devi metterti buono ad aspettare il momento giusto per colpirlo. Evidentemente lui è rimasto sorpreso dal mio cambio di tattica. Si aspettava che andassi all’attacco e invece ho fatto un altro tipo di pugilato che lo ha spiazzato.”

 

Las Vegas dreamin’

Così, portando sul ring alcuni concetti chiave del poker, Christopher è riuscito a coronare il suo sogno:

“Diventare campione d’Italia è il sogno di tutti quelli che iniziano a fare pugilato: diventare professionista è il primo step, il secondo è mettersi la cintura di campione. Sono molto contento, vediamo cosa ha in serbo il futuro”.

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Chris con Floyd Mayweather

Avverato il sogno del titolo italiano, adesso quello di Chris è di andare a fare boxe in un ring di Las Vegas. Non per allenarsi visto che lo ha già fatto in passato nella palestra di Floyd Mayweather:

“Sono stato un anno negli Stati Uniti ospite da mia zia per allenarmi e migliorare il mio pugilato. Tra i vari giri mi sono anche fermato a Las Vegas, per 20 giorni mi sono allenato nella palestra di Floyd. Ho anche fatto qualche sessione cash game all’Aria. Ma se dovessi scegliere tra una vittoria a Las Vegas a poker o a pugilato non avrei dubbi: preferirei sbancare Las Vegas sul ring!”

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