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il 9 Mag 2021

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Martin Jacobson, lo svedese partito dai fornelli che ha vinto il Main WSOP. Cosa fa oggi

Martin Jacobson, lo svedese partito dai fornelli che ha vinto il Main WSOP. Cosa fa oggi

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Nel calcio, la Svezia ha – senza alcun dubbio – uno dei giocatori più rappresentativi di ogni epoca: parliamo di quello Zlatan Ibrahimovic che tanto spettacolo ha dato (e sta dando) con le maglie di Juventus, Inter e Milan (oltre che con svariate altre all’estero).

Nel poker, la Svezia ha un altro uomo che più di ogni altro accumula successi e fa sognare: il suo nome è Martin Jacobson, campione del mondo alle WSOP del 2014, e ad oggi miglior svedese di tutti i tempi nel gioco del Texas Hold’em.

Andiamo a conoscere la sua storia.

Jacobson, dal tavolo in cucina al tavolo verde

Martin Jacobson nasce nel 1987 a Stoccolma, capitale della Svezia.

Fin da piccolo, più che sui libri Martin dimostra di riuscire meglio a concentrarsi nelle cose pratiche. Pertanto, i suoi studi sono finalizzati a fargli acquisire le competenze necessarie per diventare uno chef: la cucina, infatti, è la sua grande passione.

Jacobson, quindi, riesce a diplomarsi in una scuola per cuochi, e inizia (come farebbe un qualsiasi giovane) a girovagare per le cucine di Stoccolma in cerca di imparare la professione “sul campo”.

Tra una serata al lavoro e l’altra, però, Jacobson viene a contatto col poker grazie ai propri amici, appassionandosi fin subito al gioco delle due carte e comprendendone presto l’importanza dei fattori matematico –statistici.

Nel tempo libero, quindi (siamo nel 2005), Jacobson si apre un conto gioco online (aiutato anche dalla grande offerta da sempre presente nei paesi scandinavi nel settore del gaming) e come molti decide di iniziare a giocare a cash game low-stakes, con l’intenzione di salire di livello a poco a poco, pur non disdegnando la partecipazione a qualche torneo.

E’ nel 2008 che arriva, in un certo senso, il primo risultato di livello, dal momento che Martin si iscrive ad un torneo satellite per il Main Event WSOP di Las Vegas, e riesce a vincere il pacchetto comprensivo di viaggio+buy-in al prestigioso evento.

Jacobson è chiamato subito ad una scelta complicata, ovvero se incassare il valore del pacchetto in contanti (con un premio complessivo di 12.000 dollari che avrebbe fortemente rinforzato il suo bankroll dell’epoca), oppure tentare la sorte e volare a Las Vegas.

La scelta ricade sulla seconda opzione, così a soli 21 anni Jacobson ha la sua prima esperienza al Main WSOP, in quello che a tutti gli effetti sarebbe stato il suo primo torneo live in assoluto. Tuttavia, l’esordio al Rio è da incubo: dopo sole tre mani, infatti, il povero svedese viene coolerato ed esce dal Main Event, costringendolo a tornare a Stoccolma.

La rinascita immediata

Se c’è una qualità che dobbiamo riconoscere a Martin Jacobson, è certamente quella di non demordere. Tornato in Svezia, infatti, contrariamente a molti che non avrebbero più voluto vedere le carte per un po’, Martin invece si rimette a studiare e a giocare online.

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Martin continua  infatti a cimentarsi online e in eventi dal vivo, ottenendo subito il riscatto dopo l’amarezza estiva: ad ottobre 2008, infatti, vince un altro satellite importante, quello per l’EPT di Budapest, dove arriva addirittura terzo e il suo primo ITM live diventa di quasi 200 mila euro.

Da lì in avanti la carriera di Martin cambia, dal momento che ottiene un bankroll tale per cui può frequentare con una certa costanza i maggiori circuiti torneistici live del mondo. Nel maggio 2009, ad esempio, sbarca in laguna a Venezia per il WPT, dove arriva secondo (nel contesto di un tavolo finale con gli azzurri Minieri, Adinolfi e Slama Saad) per un premio di 238 mila euro. In seguito, nel 2010, fa due tavoli finali alle WSOP e un altro secondo posto, all’EPT di Vilamoura.

I piazzamenti di prestigio non si contano, dato che da lì in avanti ottiene innumerevoli final table agli EPT, senza però riuscire ad assestare il colpo vincente.

Per quello, avrebbe dovuto aspettare il 2014.

Uno svedese sul trono del mondo

Nonostante la terribile esperienza del 2008 , nel 2014 Martin torna a Las Vegas , ormai però con lo status di solido poker pro.

Si iscrive al Main Event, e conduce un torneo contraddistinto da grande solidità, tanto da riuscire a collocarsi fin da subito nei nei piani alti del chipcount, per poi –meritatamente – raggiungere l’ambito final table, settimo in chips.

All’epoca vi è il fenomeno dei “novembre nine”, per cui, dopo la composizione del tavolo finale più ambito, torna in Svezia, e – aiutato da alcuni pro scandinavi amici – si mette a studiare in modo capillare i propri avversari, basandosi su history, gioco online, stack, betting patterns , di modo da riuscire ad elaborare strategie ad hoc per affrontare ognuno di essi. Si parla di ben 500 ore di studio: davvero incredibile.

A novembre torna a Sin City, e subito capisce che lo studio è servito, dal momento che Martin, con grande aggressività mista a capacità di calcolo e strategia di gioco riesce a risalire il count e a laurearsi campione del mondo, incassando un assegno di ben 10 milioni di dollari.

Da lì in avanti, Jacobson si è trova una strada spianata per una brillante carriera nel mondo del poker. Ancor oggi, infatti, non è raro trovare il suo nome tra i vincitori dei maggiori tornei online e di quelli live.

Martin Jacobson oggi

Dopo il titolo mondiale, Martin si è trasferito a Londra, capitale del Regno Unito. Quando non gioca a poker, ama allenare il corpo e la mente per al fine di poter sostenere, in seguito, prestazioni ancora più importanti a livello di concentrazione.Cultore dell’attività fisica, Martin sostiene uno stile di vita  piuttosto equilibrato, e – per non disdegnare le passioni giovanili – è tornato ai fornelli, pronto a gettarsi nella ristorazione qualora nel poker gli andasse male. Eventualità, quest’ultima, di cui dubitiamo fortemente.

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