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il 12 Ago 2021

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Xuan Liu racconta la sua difficile esperienza da professionista

Xuan Liu racconta la sua difficile esperienza da professionista

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Vista dall’esterno, molti pensano che la vita di un giocatore di poker professionista sia tutta luci e divertimento. Del resto, non sono vantaggi da poco il poter stabilire i propri orari, il viaggiare continuamente e il poter fare (in caso di buoni guadagni) vacanze sfavillanti.

La poker pro Xuan Liu, una delle promesse del poker di qualche anno or sono, ha raccontato la sua storia di professionismo: questa storia è in totale controtendenza con quanto ci si aspetti. La sua scalata al vertice, infatti, non è per nulla “glamour” come ci si potrebbe immaginare.

Dal Canada al Poker

In una recente intervista rilasciata al portale BusinessInsider.com, Liu racconta come, dopo essersi trasferita in Canada dalla sua città natale in Cina, sia venuta a contatto col gioco del poker. Non era raro, infatti, vedere vari tornei in televisione, e la Liu ammette di essere rimasta incantata da carte, statistiche e probabilità.

Qualche anno dopo, in età universitaria, Liu ha potuto frequentare l’Università di Waterloo, una delle più prestigiose del Canada, dove avrebbe potuto sperimentare quel gioco visto alla televisione. Liu, che inizialmente era una studente formidabile, a poco a poco si è fatta influenzare così tanto dal gioco, sia live che online, tanto da causarle dei problemi.

Durante il primo anno di Università, infatti, ottiene la licenza di dealer e passa moltissimo tempo in circoli e Casinò, sottraendo tempo allo studio. Così facendo, nel giro di pochi mesi, perde la borsa di studio di cui stava usufruendo, mettendo a rischio il suo hobby: con le vincite al cash game, infatti, riusciva a sostenere i costi di iscrizione accademici; se non ci fosse riuscita , i genitori avrebbero scoperto quella rischiosa passione, fino a quel punto tenuta nascosta.

Ma i nodi, prima o poi, vengono al pettine. Così, nel 2010, la madre scopre tutto, e Liu è costretta a scendere a patti con la famiglia: chiede una sorta di anno sabbatico in cui poter viaggiare e potersi dedicare solo al gioco. La famiglia, pur riluttante, accetta.

L’azzardo è premiato, perché nel giro di pochi mesi Liu conquista un terzo posto in un evento dell’European Poker Tour a Sanremo nel 2011 e un quarto posto alla PokerStars Caribbean Adventure nel 2012,  di modo da tranquillizzare la propria famiglia.Di lì in avanti, senza l’ostacolo familiare, Liu incassa 7 milioni in 8 anni, di cui 2 provenienti dal live, cifre che la collocano al al 51° posto nella lista dei vincitori di tutti i tempi del Canada e al 16° posto nella lista di tutti i tempi per le giocatrici di poker. Ma la storia di Liu, come dicevamo, non ha solo accezioni positive.

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Mentalmente devastante

Ciò che molti non considerano, è che il poker risulta spesso mentalmente e fisicamente prosciugante. Liu, infatti, per anni gioca senza sosta e (parole sue) “era come essere su una ruota di criceto”. Quando non gioca, studia, senza sosta. Ininterrottamente per anni.

Questo ha portato ad alcune vere e proprie crisi nervose non semplici da gestire.   “Il poker mi ha permesso di viaggiare in posti come l’Italia e la Cina e incontrare persone davvero straordinarie, ma il gioco può essere un luogo freddo e solitario“, ha più volte ammesso la Liu.

Inoltre, “Quando stai andando bene, significa che qualcun altro non lo è. Arriva un momento in cui vedi alcuni degli aspetti peggiori dell’umanità”. Aspetti, questi, non scontati e non semplici da capire.

Xuan Liu, dopo aver fatto i conti con la propria coscienza e la propria testa, sta cercando di ricostruire la sua vita, destinando al poker il tempo e le energie strettamente necessarie, sia fisiche che mentali. Di sicuro una testimonianza coraggiosa, la sua, che va a zittire coloro che ritengono il professionismo nel poker qualcosa di semplice e senza conseguenze.

 

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