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il 2 Dic 2021

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Un terzo dei giocatori su piattaforme illegali: i risultati dell’indagine LOGiCO

Un terzo dei giocatori su piattaforme illegali: i risultati dell’indagine LOGiCO

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Il timore di molti sembra essere diventato realtà: il divieto di pubblicità per il gioco online avrebbe effettivamente favorito i siti senza licenza, svantaggiando le piattaforme legali e la sicurezza del giocatore.

Questo è il risultato dell’indagine “Conoscenza e percezione dei siti di scommesse illegali” realizzata da EMG Different per conto di LOGiCO, Lega Operatori di Gioco su Canale Online.

Il sondaggio è stato fatto tra il 2 e il 6 ottobre 2021 su un campione di 2.000 persone rappresentative della popolazione di circa 700 comuni italiani, come riporta Il Sole 24 Ore, con lo scopo di “comprendere fino a che punto sia chiara, da parte dei giocatori e non solo, la differenza tra siti legali e illegali di gioco e fino a che punto arrivi la percezione della pericolosità di questi ultimi.”

I risultati non sono positivi: tra i giocatori online, il 46,7% conosce almeno un sito legale e l’11,7 è a conoscenza dei siti illegali, e non è emersa una sufficiente consapevolezza della pericolosità del gioco illegale: solo il 25% dei giocatori ne conosce i rischi, contro il 53% del totale degli intervistati.

Sembrerebbe inoltre che il divieto di pubblicità per il gioco online non abbia ottenuto grandi risultati sulle fonti di conoscenza: il passaparola pareggia con il suo 28% la pubblicità in tv, sui giornali, in radio o per strada (27%), e infine la pubblicità sul web e sui social è il mezzo di scoperta delle piattaforme per il 21% degli intervistati.

La mole più grande però è nella ricerca organica. Il 50% dei giocatori su siti illegali e il 38% di quelli legali ha cercato personalmente sul web le piattaforme di gaming online.

Moreno Marasco, presidente di LOGiCO, sostiene che le cause siano da ricercare “nella norma che stabilisce il divieto di pubblicità e dal suo effetto controproducente. Il divieto di comunicare e pubblicizzare al quale sono obbligati tutti i siti di gioco legale, ha aperto la strada ai siti illegali che, non dovendo sottostare ad alcuna norma, hanno avuto ed hanno tuttora le mani libere.”

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Questo comparatore confronta i bonus di benvenuto attualmente verificabili sui siti degli operatori italiani. Questa tabella ha una funzione informativa e gli operatori sono mostrati in ordine casuale.

Sulla stessa linea di pensiero il 35% degli intervistati, che concorda sul fatto che il divieto di pubblicità abbia reso gli utenti meno informati e di conseguenza meno tutelati, mentre il 31% è consapevole che sia la causa dell’aumento del gioco illecito.

Dall’altra parte però compare comunque una necessità di regolamentazione sulla pubblicità al gioco online: il 51% del campione si ritiene favorevole alla legge anti-pubblicità.

Dei limiti, insomma, sembrerebbero positivi, ma non il proibizionismo che come la storia insegna ha sempre dei forti effetti collaterali.

Marasco:Qualsiasi forma di proibizionismo cieco e rigido, come si sa, esercita attrazione. Prima dell’introduzione del divieto, da tempo invitavamo il settore a dotarsi di una disciplina per regolamentare la pubblicità. Noi come associazione ci siamo autoregolamentati, perché consapevoli del fatto che il sistema non potesse andare avanti così, sia per gli utenti che per gli operatori stessi.

Siamo quindi i primi a non voler tornare alla situazione precedente al divieto, ma non possiamo ribadire che quest’ultimo non solo non ha contrastato la ludopatia ma ha addirittura favorito chi opera illegalmente e quindi a danno di tutta la società, aziende e consumatori.

Il divieto è inutile ma è meglio che rimanga per evitare un ritorno al passato, sul quale tutti hanno delle responsabilità, ma nello stesso tempo si dovrebbe aprire una discussione su nuove metodologie. Discussione che per Logico non si può più rimandare oltre ed è forse necessario agire per garantire un’esposizione pubblicitaria differente rispetto al passato.”

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