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il 10 Mar 2022

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La drammatica fuga da Kiev di Eugene Katchalov

La drammatica fuga da Kiev di Eugene Katchalov

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Meno di cinque anni fa, Eugene Katchalov si trovava al King’s di Praga, Repubblica Ceca, a disputare l’High Roller for One Drop delle WSOPE.

Nessuno avrebbe potuto neanche lontanamente immaginare la situazione in cui si trova oggi il 41enne ucraino: nelle prime ore del mattino del 24 febbraio, il giocatore si è svegliato nella sua casa di Kiev sotto i suoni delle sirene, e ha dovuto lasciare il suo paese in tutta fretta per via della imminente invasione russa.

Katchalov, nato a Kiev e cresciuto negli Stati Uniti, era tornato nel suo paese natale solo da qualche anno, ma l’improvvisa e drammatica escalation bellica l’ha costretto ad una vera e propria fuga: oggi, con la moglie e gli amici, Eugene si trova come rifugiato a Budapest, in Ungheria.

Ora, come è naturale pensare, Katchalov si trova sia nella drammatica situazione di essere lontano di casa, e in un attimo di lucidità ha potuto raccontare la sua drammatica fuga dall’Ucraina, tra bombe e terrore.

Una situazione drammatica

Le dichiarazioni rilasciate da Katchalov sono allo stesso tempo drammatiche e impressionanti.

Ovviamente tutti ci rendevamo conto che la pressione politica stesse  crescendo, ma nessuno tra me e i miei amici né chiunque conoscessi pensava che sarebbe avvenuta un’invasione completa come sta accadendo ora”, dice Katchalov.

“Abbiamo sempre pensato che il peggio che potesse accadere fosse una specie di attacco terroristico a Kiev. Ovviamente pensavamo che ci sarebbero stati dei combattimenti nel Donbas, ma pensavamo che le grandi città fossero relativamente sicure. Ci sbagliavamo.”

“La mia fuga da Kiev è stata terrificante: per strada abbiamo visto carri armati, bombe e aerei militari. Quei momenti mi hanno vagamente ricordato l’11 settembre del 2001: quel giorno mi trovavo proprio a Manhattan, a pochi chilometri dagli attentati. Il terrore che vidi allora nella faccia delle persone è lo stesso che ho visto nei miei compaesani ucraini in questi giorni”.

Una fuga rocambolesca

Katchalov, l’abbiamo visto, ha utilizzato Twitter per documentare il suo viaggio, che prima ha fatto tappa a casa dei genitori dei suoi amici in un villaggio a 35 chilometri da Kiev e poi progressivamente sempre più a ovest.

La situazione si è fatta subito pesante, tanto da decidere di abbandonare per strada la sua auto e salire nel SUV dei suoi amici.

Qualche settimana fa ho concordato con mia moglie che saremmo stati pronti qualora le cose fossero precipitate, tenendoci sottomano cose importanti come passaporti, portafogli, carte di credito, scartoffie varie, forse dei gioielli e dei contanti. Così è successo, e almeno sotto questo aspetto sono contento di essermi fatto trovare pronto. “

La notte dell’invasione, Eugene e la moglie sono stati svegliati intorno alle 5:30, e in meno di mezz’ora hanno radunato le proprie cose prima di scappare verso ovest. Il viaggio di 35 km fino a casa dei genitori degli amici è durato circa due ore e mezza invece dei soliti 30-40 minuti, dato l’inevitabile caos trovato per le strade.

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Situazione, poi, peggiorata fuori da Kiev: “non sapevamo cosa ci aspettasse, e abbiamo dovuto lasciare la macchina per strada perchè abbiamo preferito viaggiare in gruppo con i nostri amici. Del resto, la strada era pieni di carri armati e convogli militari. Eravamo anche pronti a proseguire a piedi, qualora fosse servito.”

Terrore e paura

Da lì in poi, il viaggio oltre il confine è stato pieno di incertezze e paure, ma almeno (differentemente da molti suoi compaesani) è riuscito a scappare. Decisivo, nella fuga, il doppio passaporto di  Katchalov ucrainostatunitense: del resto, gli uomini ucraini di età compresa tra i 18 e i 60 anni erano nel frattempo stati chiamati tutti alle armi ed era stato imposto loro di non uscire dal paese.

La sorella e i genitori di sua moglie sono arrivati ​​in Ungheria più tardi, dopo un viaggio di tre giorni da Kharkiv, nell’est dell’Ucraina; molti altri suoi amici sono invece confinati in patria, senza sapere quale sarà il loro futuro.

È stato un viaggio estremamente snervante e lungo, ma per fortuna ce l’abbiamo fatta“, dice.

Pensavo che il minimo che potessi fare nel mio viaggio fosse condividere la mia esperienza in tempo reale su Twitter e lasciare che le persone vedessero nella mia mente cosa sta succedendo, perché è davvero difficile, da fuori, capire quanto sia spaventoso ciò che sta succedendo. ”

Un aiuto ai rifugiati

Da quando è arrivato in Ungheria, Katchalov si è adoperato per cercare di aiutare i tantissimi rifugiati ucraini.  Si è messo in contatto con la società AirBnb, e facendo leva sulla sua notorietà ha concordato che  l’azienda fornisca un alloggio temporaneo a 100.000 rifugiati ucraini.

Inoltre, Eugene – tramite la startup focalizzata sugli eSport QLASH – ha  collaborato con la King Baudouin Foundation, aiutando a creare un fondo per le emergenze finalizzato a raccogliere fondi per le ONG in tutta Europa  che possano sostenere gli Ucraini all’interno del paese e i profughi all’estero.

Tenete a mente, quello che ho visto è stato l’uno per cento di quello che le persone vedono ora a Kiev e in tutta l’Ucraina: quello che ho visto è stato abbastanza spaventoso e non riesco a immaginare cosa stiano passando adesso“, dice Katchalov.

E’ un momento particolare della mia vita: del resto,  finché non temi letteralmente per la tua vita, non apprezzi mai del tutto i legami che hai e ciò che ti è rimasto“.

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