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il 12 Set 2023

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Erik Seidel e i 25 anni di Rounders: “qualche volta è bello anche passare per quello scarso”

Erik Seidel e i 25 anni di Rounders: “qualche volta è bello anche passare per quello scarso”

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C’è una data da onorare nel corso della settimana che è appena iniziata ieri, lunedì 11 settembre e che ci porta dritti dritti in quello che è il venticinquesimo compleanno della pellicola che è da un quarto di secolo, la vera e propria mecca cinematografica del gioco del poker moderno e del Texas Hold’Em in particolare, “Rounders-Il giocatore”.

L’anniversario di un film leggendario

Le candeline saranno quest’anno, dunque, 25, spente da tutti coloro che hanno reso questo film indimenticabile per via di un cast fantastico, di una storia solida e di tutta una serie di descrizioni dei personaggi che lasciano ben poco spazio alla fantasia e che, al contrario, sono ripresi da scene comuni della vita di ogni giorno.

Tanti frammenti dell’opera diretta da John Dahl , sono stati catturati negli angoli di New York in cui si giocava davvero il poker dei vicoli, dove esistono giocatori di tutti i livelli che si sono fatti davvero le ossa nei circoli di città, esattamente come il Chesterfield Club, che, nei propositi del regista dell’opera, doveva essere molto simile al Mayfair Club della Città della Mela, dove tanti giocatori che poi sono diventati delle vere e proprie leggende del poker, come Stu Ungar e Steve Zolotow. 

Nei giorni scorsi Pokernews ha sentito Erik Seidel, che compare in un cameo del film e che è tornato proprio su quella storia.

Erik Seidel e Rounders

Il talentuoso ed esperto giocatore, che ha avuto proprio i natali a New York, ha conquistato in carriera qualcosa come 8 braccialetti alle World Series Of Poker e, tra le prime meraviglie della sua stroia di giocatore, anzi la prima dalla quale tutto partì, ci fu il testa a testa conclusivo contro Johnny Chan al Campionato del mondo del 1988, Heads Up che fa parte proprio di una delle scene più ricordate di Rounders.

La scena, che dovreste ricordare anche voi, ritrae Mike McDermott, interpretato da Matt Damon, che si siede nel suo appartamento a guardare la battaglia heads-up tra Seidel e Chan, che ha portato quest’ultimo a vincere il suo secondo Main Event consecutivo.

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Seidel che aveva 29 anni all’epoca del torneo, non era affascinato dall’idea di essere dipinto come un giocatore che si è fatto possedere da Chan, come peraltro afferma Petra, un personaggio del film interpretato da Famke Janssen.

Non credo che mi ci sia voluto troppo tempo per rendermi conto, prima di tutto, c’era molta verità in esso; non ho giocato particolarmente bene contro Chan, e in secondo luogo, ho pensato che fosse molto bello che John Dahl, che era il regista, avrebbe fatto un film sul poker. Ero stato un suo fan, avevo visto Red Rock West e The Last Seduction pensavo fossero fantastici. Quindi, per me, è stato emozionante che stesse per dirigere un film di poker. E così sono arrivato abbastanza rapidamente all’idea che è stato comunque bello comparire nella pellicola. Questo anche se dovevo fare il donk della situazione“.

“Penso che al film vada dato il merito di aver portato le persone nel poker, ha continuato Seidel. “Penso che molte persone che lo hanno guardato, siano state coinvolte nell’idea di giocare a poker per vivere. Quindi è stato un film molto influente e di grande impatto per i giocatori”. 

Penso di aver incontrato Matt (Damon) qualche tempo dopo, stava giocando una partita di cash game al Bellagio. E devo dire che lo considero un ragazzo gentile. Lo è davvero. Da allora ho giocato con lui un sacco di volte. È una celebrità che è rimasta coi piedi per terra, il che non può essere facile quando sei una stella di quella grandezza“.

 

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