Wednesday, Jul. 9, 2025

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il 9 Lug 2025

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Daniel Negreanu: “nessuno si arrabbi se viene chiamato il clock, è una regola”

Daniel Negreanu: “nessuno si arrabbi se viene chiamato il clock, è una regola”

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“Oops i did it again”, potrebbe essere un buon titolo per l’articolo che avete sotto il naso e che fa capo al nuovo capitolo della battaglia che Daniel Negreanu conduce contro i giocatori che decidono di tankare ripetutamente per diverso tempo e in più occasioni, durante un torneo di poker.

Nei giorni scorsi, infatti, il giocatore canadese ha preso una posizione molto netta per quanto riguarda una componente che è diventata molto importante, a suo dire, rispetto alle perdite di tempo che i giocatori, più o meno furbescamente, si prendono durante il giorno.

Daniel Negreanu: “sentirsi in diritto di chiamare il clock”

Più volte intervenuto sul tema negli scorsi anni, Daniel Negreanu ha sempre dichiarato di voler far sparire quello che a suo dire è un cancro di un gioco come il poker e le sue esternazioni a riguardo sono sempre state molto chiare e senza fraintendimenti.

Kidpoker, nel suo ultimo tweet, ha messo in evidenza come non ha mai pensato di voler mettere i bastoni tra le ruote di chi decide di prendersi del tempo in fasi cruciali di una mano o di un torneo, soprattutto quando si tratta di prendere una decisione al river, in caso di piatti importanti.

Il problema che lo assilla riguarda il tanking abituale in situazioni che non ne richiedono affatto l’utilizzo e il suo post è atto a invogliare chi la pensa come lui a chiamare il clock senza avere problemi di sorta.

Suggerirei di essere più inclini nel chiamare il tempo su coloro che sono eccessivamente lenti in ogni azione pre/post flop e più indulgenti con i giocatori che agiscono rapidamente ma hanno bisogno di un po’ di tempo per prendere una decisione al river importante“, ha spiegato Negreanu.

Diritti e diritti

“Se chiunque ha il diritto di giocare lentamente, è nel tuo diritto chiamare il clock per chi abusa di questa opzione“, continua Negreanu.

Alle WSOP, a differenza di altri circuiti in cui essa è obbligatoria, l’opzione del clock non è annoverata in un torneo come il Main Event e, più in generale, sono solo 12 su 100, tutt’al più high roller, gli eventi in cui esso è utilizzato.

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Matt Savage courtesy Pokernews & Rachel Kay Miller

Una risposta nobilissima è arrivata da Matt Savage, direttore di torneo e candidato alla Poker Hall Of Fame 2025: “Dobbiamo normalizzare l’uso dei clock, che non deve partire dopo i 30 secondi di azione, ma meno“, ha detto Savage. “Siamo già a 15 secondi preflop quando ci avviciniamo alla bolla sul WPT, e penso che sia un ottimo punto di partenza per migliorare le cose“.

Le parole di Savage si riferiscono alla possibilità di usare i time bank in determinati punti del torneo, quando scadono i canonici 30 secondi per prendere una decisione e il suo pensiero è quello che questo tempo sia già troppo esteso per fare action senza utilizzare le carte del tempo.

Shoreman d’accordo

L’esperto giocatore americano Jon Shoreman, è d’accordo in tutto e per tutto con Negreanu e crede che i giocatori non debbano sentirsi in colpa se chiamano il clock.

Non ti devi arrabbiare se ti chiamo il clock. Non è una pratica che si deve fare ad ogni azione, ma diventa necessaria se ci sono casi troppo evidenti. Posso prendere decisioni in maniera molto veloce e timbrare il cartellino più rapidamente della maggior parte degli altri, e se qualcuno si arrabbia, questo è esattamente quello che gli dico“.

 

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