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il 21 Giu 2011

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Phil Ivey fa causa a Tiltware per 150 milioni $ di danni!

Phil Ivey fa causa a Tiltware per 150 milioni $ di danni!

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La situazione del poker online dopo il Black Friday di Aprile 2011 è un grandissimo puzzle, in gran parte ancora da comporsi. Ecco arrivare un altro tassello, relativo ad una delle vicende sicuramente più sentite a livello mediatico: è stato rilasciato al pubblico dominio il testo integrale della causa intentata dal celeberrimo Phil Ivey contro Tiltware, società affiliata a Full Tilt Poker.

Ricordiamo che il primo di Giugno, mentre i suoi avvocati provvedevano a dare inizio al procedimento giudiziario, il fortissimo giocatore statunitense ha comunicato al mondo del poker che non avrebbe partecipato alle imminenti World Series of Poker in segno di protesta verso la condotta illecita della poker room. Immediatamente è arrivata una confusa e insignificante dichiarazione di risposta dalla società Tiltware; in seguito molti giocatori professionisti hanno espresso la loro opinione, schierandosi da una parte o dall’altra.

Il documento originale relativo a questa lawsuit è ora consultabile online: sebbene sia scritto in un linguaggio molto tecnico, caratteristico della burocrazia giudiziaria, i punti salienti sono ben chiari. Proviamo quindi ad elencarli in un rapido sommario.

Innanzitutto possiamo notare come, a differenza del normale comportamento dei professionisti del poker, in questa sede non si faccia alcun uso di modestia: gli avvocati Chesnoff & Schonfeld precisano subito che “Phil Ivey gode di grandissimi riconoscimenti nella sua professione ed è molto famoso al pubblico a causa dei suoi successi nel poker. Phil Ivey, che ha vinto otto braccialetti alle World Series of Poker, è considerato il miglior giocatore di poker al mondo”.

L’introduzione alla causa continua, citando l’UIGEA (la legge che vieta il gioco d’azzardo online negli USA, varata nel 2007 dal governo Bush), i provvedimenti dell’FBI di Aprile 2011 ed i mancati pagamenti da parte di Full Tilt verso gli utenti, con una stima di circa 150 milioni di dollari ancora da rimborsare.

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Vengono incluse alcune colorite citazioni dai forum di poker, specchio dell’opinione comune tra i giocatori statunitensi, come “spero che nessun professionista sponsorizzato da Full Tilt giochi alle WSOP prima che voi abbiate pagato” e “Col C***o che Ivey si farà vedere alle WSOP”. Gli avvocati commentano: “l’assistito è stato pubblicamente umiliato ed ha subito una perdita nella sua reputazione personale e professionale”.

Si passa quindi alla causa vera e propria: nei primi punti, gli avvocati chiedono per Ivey l’immediata rescissione del contratto di sponsorship sottoscritto con Tiltware, insistendo specificatamente su una clausola che, in modo simile al “patto di non concorrenza” del diritto italiano, proibisce al giocatore di lavorare con altre compagnie relative al poker.

Nell’ultima parte del documento vengono citati i veri e propri danni subiti da Ivey: vengono dichiarati danni diretti per un totale ancora da stabilire ma che sicuramente supera i diecimila dollari (cifra minima per la quale si può intentare un procedimento giudiziario di questo tipo negli USA). La cifra che fa spavento è però quella relativa ai danni indiretti e morali: gli avvocati stimano che Phil Ivey sia stato danneggiato in “perdita di opportunità di lavoro, mancati guadagni, perdita in reputazione personale e professionale” per una cifra di 150.000.000 $ – centocinquanta milioni di dollari (per coincidenza questo valore coincide con la stima della cifra che Full Tilt deve ancora rimborsare ai giocatori).

L’intero testo dell’articolo, in inglese, si può consultare a questo indirizzo.

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