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il 26 Giu 2009

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WSOP: le scommesse dei pro

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Parliamo di una consuetudine che sta prendendo sempre più piede alle World Series Of Poker, quella delle “Scommesse Collaterali”, in inglese “Side Bets“. Parecchi dei giocatori più forti, infatti, non contenti delle enormi quantità di denaro che mettono in gioco, si dilettano in grosse scommesse sui propri risultati. Succede quindi a volte che la vittoria di un evento porti più soldi da tali scommesse che dal premio vero e proprio. Nel 2007, ad esempio, il primo braccialetto vinto da Eli Elezra gli ha fruttato $198k di premio e $250k di scommessa vinta contro Barry Greenstein. Il primo braccialetto di Barry invece gli ha fruttato il 50% in più per una scommessa con Doyle Brunson.

È questo, sostengono in molti, il vero motivo per cui c’è tanta azione alle WSOP. Il veterano Mike Sexton è chiaro: “L’incentivo sono i milioni e milioni in scommesse collaterali. È questo che chiama tutti i grandi nomi.
Oltre a quelle sui braccialetti, molto comuni sono anche le scommesse sui punti per il giocatore dell’anno. Quest’anno ce n’è una a coppie: la squadra Barry Greenstein/Jeffrey Lisandro contro quella Daniel Negreanu/Erick Lindgren. Finora la prima è sopra di 310 a 195, per lo più per merito dei braccialetti vinti da Lisandro.

Alcuni gossip riguardano invece Phil Ivey: le cifre di cui si parla variano tra i due ed i quattordici milioni in vincite. Interrogato al riguardo ha risposto col suo consueto understatement. “Sì, faccio qualche scommessa ogni tanto. A volte le vinco, a volte le perdo. È il mio stile di vita.

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Le scommesse sul Giocatore Dell’Anno hanno spesso come risultato che i pro giochino tanti tornei contemporaneamente, o che abbiano come obbiettivo solo l’andare a premio. Ricordiamo una scena di Negreanu, in cui sul punto di andare ITM in un $2,5k PLO ha esclamato teso, “Hey, mi servono i punti

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