Poker Attack – Altro che precisione, la Svizzera…

Ci hanno fatto una testa così fin da quando ero piccolo sulla precisione “Svizzera”, tanto da diventare un sinonimo o un aggettivo da accomunare alle cose che funzionano bene. Della neutralità lasciamo perdere, qua il ph è fisso a 5.5 ma rimane tutto comunque acido.

Mi sveglio prima di seguire l’ennesimo torneo di poker al Casinò di Campione, che poi sarà perché io non capisco l’arte moderna (forse non capisco l’arte e basta), ma quel cubo in mezzo ai monti mi sembra particolarmente “kitsch”.  Un p0′ come mettere il cappello di babbo natale al Nettuno in Piazza a Bologna.

Prendo l’ascensore per scendere dal terzo piano di un albergo a Lugano, un montacarichi per persone senza nemmeno le porte per chiudere, così che quando mi appoggio mentre scende sento grattarmi il sedere nella viva pietra. Precisione svizzera.

Arrivo nella Hall dove cerco di connettermi con il mio computer, nelle camere non c’è internet. Nemmeno a pagarlo oro questa volta. Mi hanno assicurato che entro il 2027 avranno una nuova connessione, la svizzera è precisa ma lenta mi dico.

Ordino un caffè che sa di chinotto lasciato a scaldare in una pentola, solo che costa 4 euro. O meglio costa 5 Franchi che al cambio alla mano fanno 4 euro (precisione?). Non possono darti il resto in euro quindi quando gli allungo la mia banconota da 5 mi rendono gentilmente 1 Franco di resto. Ma che cazzo di conti sono? Già stai commettendo un furto da commissione europea (ma questi manco sono in Europa cazzo), in più sei assolutamente convinto che io sia un coglione (e visto che sorrido senza proferire parola e intasco il mio inutile franco forse hai ragione).

In questo primo giorno di trasferta a suon di resti in monete sonanti, sono riuscito ad accumulare ben 2.8 franchi di taglio vario. Il caffé faceva schifo, internet non funziona ancora (manco nella Hall) e ho le tasche piene di monete. Di fronte un’edicola che vende giornali, creme, vestiti, ombrelli (?), e scarpe da ginnastica. Una specie dei negozietti che si vedevano (o ci sono ancora non so) nelle spiaggie di Riccione. Trovo un quotidiano italiano (non importa la testata tanto dicono tutte le stesse stronzate) e decido di liberarmi dal peso delle monete per un pò di inutile cultura del nulla.

“3 franchi e 10” mi fa l’edicolante tuttofare

Ma porca di quella. Mi mancano ancora 30 centesimi di franco. Ora, io sono una vera testa di cazzo e in queste situazioni non riesco a richiudere il giornale che stavo già sfogliando partendo dall’ultima pagina rimettendolo al suo posto per poi uscire di corsa mandando improperie varie. Così tiro fuori altri 5 euro dal portafogli e pago il mio giornale.

“In euro sono 2 e mezzo” e mi restituisce 2.5 franchi di resto.

Pd. Precisi manco per niente, ma coerenti di sicuro questi svizzeri.

Dovete credermi se vi dico che dopo un altro giretto per Lugano ho accumulato nello stesso modo circa 12 franchi in moneta. Tutto fino all’arrivo davanti a uno dei tanti ristoranti tipici di Lugano. Un “kebab take away”.

Il menù fisso Piadina Kebab e coca cola da mezzo litro costa 12 franchi. Ce la posso fare questa volta. E poi il gestore è algerino quindi mica sono precisi come gli svizzeri loro.

Liberato dal “peso” (anche se la cipolla si rivelerà poi decisamente più pesante delle monete), posso finalmente prendere un taxi verso Campione D’Italia. Sono tre minuti di auto. Costa (a seconda di che cantone è il taxista) dai 45 agli 80 euri. Qua però non vi preoccupate perchè il resto proprio non lo danno. Sono precisi anche nel loro bisogno arrotondare. Precisamente verso l’alto.

Ma l’avventura sta per finire, siamo finalmente al nostro amato Casinò. Partendo dal piano terra, si può salire tranquillamente fino al nono piano della sala allestita per il torneo. Sempre che non vi venga in mente di bere un caffè prima di salire. Perché allora dovreste scendere con l’ascensore al secondo piano, poi salire a piedi verso il terzo, poi riscendere e salire nuovamente al nono. Se invece fosse ora di cena, per arrivare al settimo piano del ristorante dovreste andare al terzo cambiare ascensore salire al settimo, mangiare, scendere verso il secondo prendere il caffè al terzo, ricambiare ascensore scendere al secondo e risalire finalmente verso il nono piano (sempre che non vi siate persi nel mentre o vi siate lasciati coinvolgere in una puntata alla roulette -che guarda caso stanno proprio al secondo e al terzo e dovete passarci davanti…la tentazione fa l’uomo…svizzero -).

Vorrei raccontarvi anche di quando abbiamo parcheggiato al piano -2 che ha un altro ascensore ancora. Ma fareste meglio prima a leggervi un libro di Kafka.

E ora che siamo al nostro piano. Ora che la svizzera appare un po’ più lontana vista dalle vetrate del casinò. Ora che ho le tasche vuote (non solo dagli spiccioli). Ora che finalmente posso dire con tutta onestà, che avere la Svizzera fuori dall’Europa non è una gran perdita (credo penseranno lo stesso anche loro).

Ps. Ogni riferimento a fatti, cose, luoghi, persone, pensieri, immagini evocative, stati, nazioni, comunità di nazioni, taxisti e kebabbari reali è puramente casuale. Tanto per essere precisi.

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