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il 5 Dic 2012

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Mollare il lavoro per grindare: una scelta da valutare con attenzione

Mollare il lavoro per grindare: una scelta da valutare con attenzione

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“Il poker potrebbe essere il mio prossimo lavoro?”

E’ una domanda che quasi tutti coloro che iniziano a grindare con costanza e dedizione si sono posti. Vale la pena investire il mio tempo nel poker? Ci sono prospettive per il futuro? Come sarà il field nei prossimi anni?

Questi interrogativi sono stati espressi dall’utente Enyciocione, uno degli allievi della scuola ItaliaPokerGrinder, in un post su ItaliaPokerForum, in dubbio se lasciare il suo lavoro attuale per dedicarsi al grinding a tempo pieno. E il primo a rispondergli è stato proprio il suo coach, Luca Biande, con una approfondita e interessante analisi della situazione.

Un vero e proprio saggio breve che vi proponiamo per intero, per riflettere su tematiche che sono tra le più delicate nel “metagame“: tutto ciò che sta oltre la pura e semplice tecnica e strategia al tavolo verde, ma che comunque è determinante nella carriera di un giocatore di poker online.

Sul field italiano

Regulars.

I field si sono induriti. Tutti sono freecoachati. Chi prima aveva 3bb/100 oggi vive grazie alla rakeback; chi aveva 1bb/100 oggi è broke. Anche stake di “partenza” come il NL20 sono densi di reg – per il livello – sensati. Anche tra i regs ci sono gerarchie di skill. I regs nitty non giocano tra regs LAG. Scendono di livello. Così i reg nitty del livello sotto, dopo un po’, scendono a loro volta. E così il NL50 è infestato da gente sensata.

Fish.

I giocatori ricreazionali hanno meno soldi da “investire”, complice la situazione globale del mercato, e questo è un problema. Problema maggiore, però, è che il fish che ancora dice: “al mese metto 500€ nel poker!” è sempre più disincentivato a farlo.

Il motivo è semplice: in una partita low stakes con 4 regs al tavolo che giocano secondo i range dati dal loro coach, 17/15/5, il player che vuole gamblare non si diverte per nulla! Ai fish piace veder volare stacks! Accettano di perdere, in fondo lo sanno anche loro, ma vogliono che sia una perdita divertente. Oggi non lo è più.

Mi si potrebbe obiettare che i fish comunque gamblano. Dove? Live, probabilmente.

Prospettive.

Il field di oggi è probabilmente simile (leggesi: poco migliore) rispetto al field che avremo alla fine del 2013. Si possono ancora vincere soldi? Assolutamente sì, è solo più difficile e bisogna essere onesti fin da subito con le nuove leve: i tempi in cui si vinceva da subito sono (quasi, mediamente) finiti, quindi se dopo 2 mesi sei even, non ti scoraggiare, non è che non sei in grado, semplicemente, oggi, ci vuole di più a tenere win rate decenti.

Sui grinder

Intro.

Questa seconda parte è maggiormente delicata, perché riguarda molto di più le singole situazioni. C’è margine per fare soldi nei prossimi anni? Potrò arrivare – applicandomi! – a “guadagnare 150€ al giorno”? Who knows. Dipende da tantissimi fattori. In ordine sparso: voglia di applicarsi, voglia di studiare, voglia di mettersi in gioco seriamente e – mio, nostro malgrado – la sorte che ci accompagnerà nel percorso. Ad oggi non sconsiglio di iniziare da zero, soprattutto ai micros ci sono soldi da tirare su, ma è chiaro che sia tutto molto più difficile.

Sul costo opportunità.

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Guadagni 800€/mese, hai famiglia e giochi al NL10? Bene, se vinci tra profit e back 25 stacks al mese (cosa fattibile senza grandi problemi), in pratica dai serio ossigeno alle tue finanze e ne vale davvero la pena.

Hai un lavoro fisso da 1.300 €/mese e vuoi iniziare a grindare oggi, giocando solo due ore la sera quando non sei stanco? E’ dura, molto dura. In entrambi i casi si arrotonda lo stipendio, ma quanto pesa in termini di tempo dedicato al gioco / sottratto al resto? Immaginate di guadagnare uno stipendio che più o meno vi permette di arrivare alla fine del mese, ma con il quale non potete togliervi grandi sfizi: in questo caso, lavorare 8 ore al giorno e aggiungere in media 3 ore di grinding al giorno è sostenibile? Il tempo che dedicate allo studio del gioco potrebbe essere dedicato a ragazza, moglie, figli, famiglia, amici, sport.

Avere guadagni extra, pari anche – esagero – al 50% dello stipendio che prendete, è veramente determinante nello sviluppo della vostra vita? Ovvio, magari dopo 6 mesi di poker si guadagna di più, ma non è detto, si può runnare male, si può “non arrivare”.  Alcuni diranno che il ragazzo del primo esempio fa bene a grindare. Altri diranno che entrambi hanno validi motivi. Non dimentichiamoci però a quello che rinunciamo, soprattutto se “vogliamo provare due lavori”.

Sul rapporto con il “lavoro vero”.

Se si ha uno stipendio fisso, credo sia intelligente custodirlo con grande attenzione. Se siete i ragazzi del secondo esempio, valutate con cura se sia il caso di “provare” a sfondare qua. Non siamo più nel 2008. Se si ha una propria attività, credo sia totalmente +EV cercare di farla “runnare” sempre meglio, espanderla, allargarla, intensificarla, migliorarla; utilizzare il “tempo libero” – oltre che per le ovvie altre cose – per cercare di arrivare ad un prodotto di eccellenza.

Se, invece, non avete lavoro o nel pieno delle vostre competenze pensate che la vostra attività sia destinata a sfiorire, allora possiamo trattare finalmente del problema riportato nell’original post. Eny ci chiede “cosa faccio della mia vita?“. La risposta che – personalmente – do è: “se non lo sai tu!”.

Mi spiego. Alla domanda sottintesa se si possano ancora fare soldi nel poker, la risposta più sincera è “ovviamente sì!“. Il problema è quanti (e come). Quanti soldi potrai mai fare (senza sculare un mtt)? 20.000 € alla fine del 2013 nel migliore dei casi? Con le competenze maturate, altrettanti nel 2014 (vedi discorso sul field all’inizio)? Ottimo, sono 40k… ma in uno scenario da disoccupato, sono davvero pochi per mantenersi!
Piano B.

Credo che tutte le persone smart qua dentro (ed effettivamente, anche con virgolette, “ppp“) – me compreso – stiano lavorando ad un piano B, rispetto al poker. La ragione per cui sviluppare piani alternativi non è che si prospetta un declino (anche) del nostro settore, quanto piuttosto il fatto che un piano B serve sempre.

Ok io non lavoro, studio. Studiare è un lavoro – se lo si fa seriamente – chi ci è passato mi darà ragione. Quest’anno ho dato tutti gli esami del quarto anno (tranne uno) e guadagnato non le cifrone dei fantapro o dei top regs, ma abbastanza (sarò meno vago a Gennaio) da potermi lamentare solo del fatto che alcuni spot siano andati veramente male, pur nell’insieme avendo avuto avg/week notevole.

Cosa sia un piano B puoi o dovresti scoprirlo da te. Per un bizzarro gioco del destino, il tuo piano B potrebbe essere proprio il poker, mentre prosegui con la tua attività. Se sei riuscito con tuo padre a montare un’impresa che ha runnato bene, significa che avete competenze e skill per lavorare su qualcos’altro, magari di attinente, magari non. Si tratta solo di usare la testa.

Conclusioni

Chi ha un lavoro insoddisfacente o poco redditizio e vuole grindare dovrebbe prima di tutto usare la testa e iniziare a pensare ad un nuovo piano A, ma sfruttare appieno sia le possibilità che l’attuale lavoro conferisce, sia quelle legate al poker. Non posso promettere che ci arriveremo, ma con gli allievi di ItaliaPokerGrinder abbiamo fatto un buon percorso – spesso partendo da zero nel cash game! – e i risultati di cui ho parlato sopra non sono irraggiungibili, con tanta applicazione.

Ci diamo un obiettivo alto, così dobbiamo dare il 110% per raggiungerlo. Se poi daremo solo il 100%, ci rimarrà abbastanza fieno in cascina per diversi inverni. Rimane il dubbio: “ok e tra 3 anni?“, ma questo nessuno può risolverlo. Il mio consiglio per Eny, e per tutti quelli che si possono trovare nella sua situazione, è: continua a lavorare, guarda al grinding come un piano B temporaneo e nel frattempo cerca di espandere o modificare o innovare il tuo lavoro. Se tra 3 anni hai raddoppiato il tuo life roll e costruito qualcosa di concreto strada facendo, sono sicuro che il futuro (prossimo, almeno) sarà non dico roseo, ma non grigio.

Luca

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