Sunday, Dec. 8, 2024

Strategia

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il 13 Nov 2019

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I tipi di bluff da effettuare al turn

I tipi di bluff da effettuare al turn

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Il turn, la strada rivelatrice, è anche quella che si presta meglio al bluff.

Il motivo è presto detto: l’investimento, nella maggior parte dei casi, non comprometterà l’intero stack e con una sola carta da girare gli avversari tenderanno più spesso a passare laddove l’equity della loro mano non è migliorata.

I bluff al turn sono una argomento molto delicato perché in alcuni casi potrebbe essere necessario proseguire nell’aggressione fino al river, ma per capire quando come e perché è meglio approfondire la questione nel dettaglio

Heads-up

Cerchiamo di riassumere, a grandi linee, le situazioni più comuni nella quali ci troveremo a bluffare sulla quarta carta comune.

In posizione: ecco le mosse a disposizione quando abbiamo posizione sull’avversario

  • Second barrel: cosa c’è di meglio di una seconda pallottola dopo aver c-bettato? Se la texture lo consente e il nostro percepito giustifica una nuova puntata è il momento di passare all’azione. L’esempio più classico di una second barrel in bluff può essere su turn A dopo una c-bet con due broadway (K-J/Q-J) su board 10-7-2 rainbow. Gli Assi rientrano maggiormente nel range dell’original raiser e inoltre c’è l’equity aggiuntiva della gutshot, oltre a tutte le Dame e i Kappa che da soli potrebbero esser sufficienti a regalarci la best hand.
  • Delayed c-bet: Una continuation bet ritardata. Tra le situazioni più comuni pensiamo a un raisato da early position con una combo come 8-9s su board A-10-10 e difesa del big blind. Andare in delayed c-bet su una carta anonima come un Tre qualsiasi ci consente di rappresentare facilmente un Asso, che avremmo potuto checkare al flop per sotto-rappresentare la forza della nostra mano.
  • Raise: L’avversario prende l’iniziativa o opta per un check-raise. Nel primo caso è necessario distinguere da una probe bet (una bet turn dell’avversario su nostra c-bet mancata) o da una donk bet seguita da un’altra bet turn. Nel primo caso il range è sicuramente più debole e se il turn è una carta che rientra nel nostro range sarà possibile rilanciare in bluff con discreto profitto. Nel secondo caso invece il range avversario è più forte e le possibilità di riuscita del nostro bluff si restringono, oltre a esser relegate a situazioni in cui la deepnees consente ampio spazio di manovra. Il rilancio in bluff dopo un check-raise (che corrisponde a una 3-bet) è quasi fantascienza, parliamo di situazioni borderline nelle quali si presume che i giocatori abbiano una certa history al tavolo.

Fuori posizione: ecco le mosse a disposizione quando ci troviamo ‘oop’ (out of position) rispetto all’avversario

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  • Check-raise: una mossa molto forte che può esser effettuata in diverse circostanze. Sia dopo aver chiamato la c-bet che dopo un check to check. Una linea altrettanto ‘strong’ anche se non troppo usata può essere la donk-bet flop e il check-raise turn, ma in questo caso diamo per scontato che l’avversario punti al turn dopo il nostro check. Il call al flop invece può essere fatto sia perché pensiamo di avere la mano migliore, sia con un progetto o addirittura in “floating puro” (ovvero con un’equity molto bassa).
  • Lead-out: letteralmente prendere l’iniziativa. Lo si può fare con profitto dopo una missed c-bet (in questo caso si chiamerà probe bet) o anche dopo aver chiamato alla c-bet (in questo caso la mossa è particolarmente forte).

Multi-way pot

Di seguito le situazioni più comuni nelle quali possiamo trovarci a bluffare sulla quarta carta comune.

In posizione: ecco le mosse a disposizione quando abbiamo posizione rispetto agli avversari

  • Second barrel: Il discorso rispetto all’heads-up non cambia più di tanto, anche se per effettuare una second barrel in bluff contro due o più avversari occorrono le giuste coincidenze astrali e un turn particolarmente favorevole. Un esempio banale può essere una second barrel su 2-8-10-A dopo aver aperto da BTN e aver trovato resistenza da SB e BB.
  • Delayed c-bet: Così come per l’heads-up, se al flop il risultato è stato un giro di check, su un turn particolarmente favorevole si potrebbe pensare di provare a rubare il piatto con una bet al turn, possibilmente con equity sufficiente a chiudere un buon punto al river.
  • Raise: Al flop nessuno ha fatto azione oppure qualcuno fuori posizione ha preso l’iniziativa e il turn, oltre a rientrare nel nostro range, ci apre un bel draw a scala/colore o addirittura un fantastico combo-draw (sia scala che colore). Potremmo pensare di optare per un bel rilancio e sfruttare sia la fold equity che massimizzare l’equity nel caso prendessimo una delle nostre.

Fuori posizione: ecco le mosse a disposizione quando ci troviamo oop (out of position) rispetto a uno o più avversari.

  • Check-raise: A differenza dell’heads-up, il check-raise ha un peso diverso rispetto al numero di avversari e all’action occorsa al flop, ma in generale si tratta di una mossa non troppo comune considerato l’alto rischio. Check-raisare in bluff al turn su multi-way pot è sconsigliato ai deboli di cuore e soprattutto richiede una buona conoscenza dei range avversari e delle loro caratteristiche. Altrimenti il rischio di fare “splash” potrebbe essere piuttosto elevato…
  • Lead out: La situazione più propizia per prendere l’iniziativa al turn fuori posizione è quando sul board abbiamo un netto vantaggio in termini di range rispetto agli avversari. Immaginiamo ad esempio di trovarci a completare da BB su apertura da early e flat da MP e chiamare su board 4-2-6 dopo la c-bet dell’original raiser e il flat di MP. Prendere l’iniziativa in bluff su un 5 al turn potrebbe non essere un’idea così malvagia, ma anche in questo caso attenzione a chi abbiamo di fronte!

Se vi siete persi la puntata precedente sui tipi di bluff da effettuare al flop DATE UNO SGUARDO QUI

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