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il 12 Apr 2020

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Guida al Poker – Una strategia ABC nel preflop

Guida al Poker – Una strategia ABC nel preflop

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Nei nostri articoli della Guida al Poker, abbiamo pian piano affrontato quasi tutti gli aspetti principali del gioco di base, soprattutto per quanto riguarda il preflop, e siamo ormai in possesso di molti degli strumenti base per qualsiasi giocatore di poker.  Si tratta ora di organizzare tutte queste informazioni e cominciare a costruire una strategia per giocare i primi tornei a livelli molto bassi. 

E una delle prime regole che dovremmo aver già assorbito è quella che per chi è agli inizi è molto meglio attenersi a quello che è un gioco abbastanza chiuso giocando solo poche mani selezionate ma in maniera decisa. Il classico gioco che si suole chiamare “ABC”.

Che cos’è il gioco “ABC”

Tutti gli appassionati di tennis avranno sicuramente seguito più volte le partite dei grandi campioni. Come riescono a fare colpi impossibili, quei movimenti precisi e particolari frutto di anni di allenamento e sviluppo di ogni singolo dettaglio. Eppure tutti, anche questi grandi giocatori, hanno probabilmente iniziato dalle cose più basilari: un dritto e un rovescio. 

Ecco quando parliamo di “Gioco ABC” nel poker intendiamo più o meno quello di seguire senza troppi fronzoli quelli che sono stati gli insegnamenti che abbiamo visto fin qua: giocare solo mani di un certo valore, giocare il più possibile in posizione, non essere troppo passivi nelle puntate delle mani in cui entriamo in gioco, non provare troppi bluff o giocate creative. 

Potremmo dire che dovremmo essere “Tight-Passive”, ovvero abbastanza chiusi (giocare un “range” di mani molto selezionato) ma altrettanto decisi quando entriamo in gioco. Per ora non ha molto senso porsi il problema di essere troppo prevedibili, perchè quasi sempre a quei livelli di gioco molto bassi i nostri avversari non saranno quasi mai così attenti. Certo stiamo invece noi allerta nell’individuare invece giocatori più esperti che potrebbero approfittare di questa nostra caratteristica.

La strategia Preflop: il primo rilancio

Concentriamoci allora sulle nostre possibilità preflop. Per la scelta delle mani di partenza con cui entrare in gioco, possiamo ovviamente fare riferimento alla linea che abbiamo visto nella “Tabella di Sklansky“. Volendo attuare una strategia “TAG“, se siamo i primi a entrare in gioco dovremmo quasi sempre farlo con un rilancio, solitamente puntando 3x il big blind. 

Nei livelli di gioco bassi in realtà troveremo molto spesso chi segue in ogni caso il nostro rilancio, per cui valutiamo se aggiustare o meno il valore della nostra puntata a seconda degli avversari che troveremo al tavolo. E’ comunque importante avere il vantaggio del primo rilancio per costruire la nostra immagine anche nel gioco postflop, dove comunque dovremo essere sempre pronti a rivalutare il valore della nostra mano di volta in volta.

Poker Strategy: The Art of Re-Raising a Bet

Il contro-rilancio: la 3Bet Preflop

Capiterà però che il gioco sia già stato aperto da un altro avversario e quel caso le nostre possibilità sono tre: lasciare la mano (tutte le volte che non avremo una mano sufficientemente valida), limitarsi a chiamare (il “Flat” che vedremo dopo) e il contro-rilancio (che nel poker si chiama appunto “3Bet“).

Quando dovremo attuare questo contro rilancio? L’idea del nostro gioco “TAG” è quella di costruire un’immagine molto solida di noi al tavolo, per cui il “range” di mani con cui andremo a fare una 3Bet dovrà essere piuttosto ristretta. Agli inizi meglio limitarsi alle sole mani premium: AA, KK, QQ, JJ, AK. 

Possiamo però adattare questo range in base ad alcuni fattori fondamentali. Quando l’avversario ha aperto il gioco da una posizione “early” (le prime del tavolo) dovremo immaginare abbia un punto forte, se invece ha aperto da “late” o anche dal piccolo buio, molto spesso anche il suo range di mani sarà più aperto e faremo lo stesso anche noi con la 3Bet.

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La “size” (il valore del chip puntate) di una 3Bet a questi livelli può essere anche abbastanza grande, sempre perchè si presume che la nostra mano sia di valore e che come detto molto spesso verremo comunque chiamati dal primo rilancio (e forse anche altri). Proprio per questo uno standard potrebbe essere un contro rilancio di 3x (dove si intende tre volte la puntata del primo rilancio, ovvero se hanno aperto a 50 la nostra 3Bet sarà a 150) se siamo in posizione, mentre si può valutare di alzare ancora la size quando siamo OOP (fuori posizione).

Questo perchè sapendo che giocare fuori posizione sarà molto meno redditizio per noi sul lungo periodo, speriamo così facendo di scoraggiare almeno in parte i nostri avversari, aggiudicandoci più piatti nel preflop. Anche in questo caso però valutiamo bene il tavolo in cui siamo e adattiamoci di conseguenza.

Il Flat preflop: chiamare il rilancio

L’altra possibilità come abbiamo detto, è quella di limitarsi a chiamare il rilancio di apertura. E’ un’azione che vedremo molto spesso ai livelli più bassi, così come quella di entrare in gioco direttamente con un “call” invece che con il rilancio, portandoci quindi al flop con un numero abbastanza alto di partecipanti alla mano.

Sono situazioni comuni ma anche molto pericolose da gestire, motivo per cui non ne abusiamo soprattutto all’inizio. Se vogliamo comunque chiamare, il range in questi casi può essere anche più largo quando siamo in posizione: tutte le coppiette per esempio, le mani di tipo “broadways ” (come KQ, KJ, K10, QJ), qualche Asso con kicker medio (A10, AJ) e anche qualche “connectors” (carte ravvicinate magari suited come J10, 10 9, 8 9).

Tutte quelle mani insomma che potrebbero legare bene sul tavolo, cosa assolutamente fondamentale a questi livelli per portarsi a casa il piatto. Sarà infatti veramente difficile organizzare bluff credibili e far foldare i nostri avversari nel caso non trovassimo aiuto dal board. Anche per questo è importante valutare bene la tipologia degli altri al tavolo, cercando di sfruttare al massimo quei giocatori che vediamo foldare molto.

Fuori posizioni invece il consiglio è quello di restringere ulteriormente le chiamate preflop, perchè molto spesso ci troveremo in seria difficoltà contro chi ha il vantaggio della posizione e dell’apertura.

Il “Limp”: entrare in gioco con un call

Nei micro limiti e nei tornei low buyin, troveremo davvero tantissimi giocatori che entrano in gioco con un semplice Call (mettendo solo il valore del buio). Viene chiamato “limp” ed è in apparenza un buon modo per giocarsi la mano investendo poche chips. E’ (o era) una delle prime cose che ti insegnano a non fare quando impari a giocare a poker, e in effetti lo faremo anche noi.

Non perchè non possa mai essere una possibile strategia in certi tavoli, in certi momenti del torneo e contro certi giocatori. Ma perchè come detto anche sopra rende davvero difficile poi la gestione del post flop. Se ci atteniamo al nostro “gioco ABC”, questa tipologia di puntata dovremmo utilizzarla con estrema parsimonia perchè a conti fatti senza adeguate conoscenze ci mette in condizione di perenne svantaggio al tavolo (alias, sul lungo periodo perderemo chips inutilmente).

 

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