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il 27 Lug 2012

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Rush Pot Limit Omaha: la mia esperienza

Rush Pot Limit Omaha: la mia esperienza

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Probabilmente vi sarete chiesti: come fa “Il Robo” a sapere tutti questi “segreti” sullo zoom poker se ancora non è in funzione nella modalità “real money”?

Un motivo c’è: lo zoom poker sarà molto simile al Rush poker che era presente su Full Tilt. Esattamente un anno fa io cominciai a giocare Rush su Full Tilt al PLO100. Devo dire che era una delle partite più dure che abbia mai affrontato, confrontato al livello. Certo, chi scrive stava muovendo i suoi primi passi nel Pot Limit Omaha, ma devo dire che era difficile trovare tavoli pieni di avversari deboli.

La stragrande maggioranza di voi giocherà No Limit Holdem, ma posso assicurarvi che l’atteggiamento strategico dei giocatori sarà molto simile – tutto sommato, il NLHE e il PLO sono solo varianti dello stesso gioco.

Come fatto notare in precedenza, la prima cosa che saltava all’occhio era che gli stessi giocatori che incontravo nei tavoli normal si “nittizzavano”: giocavano meno mani, soprattutto fuori posizione. Curiosamente, altri diventavano iperaggressivi da BTN (ho visto aprire anche il 100% delle mani!), specialmente se sui blind c’erano giocatori particolarmente chiusi o prevedibili.

Anche nel postflop notai delle differenze. Spesso i range di “broke” erano piuttosto chiusi: aspettatevi quindi di incontrare spesso dei set o dei monster draw se venite raisati, più spesso di quanto accadrebbe in un tavolo normal.

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Quando si creava sufficiente history tra i regular, in genere gli aggiustamenti erano sempre “esagerati”. Il più frequente era chiudere ulteriormente i range, sia preflop che postflop, e con questi diminuire la propria aggressività. L’obiettivo di molti era essenzialmente evitare il più possibile di giocare contro avversari potenzialmente competenti oppure cercare di arrivare allo showdown nella maniera più economica possibile.

Meno frequentemente osservai l’esatto contrario: una aggressione incontrollata, crescente, quasi a voler imporre solo con la forza la propria superiorità (almeno presunta) piuttosto che con la tecnica.

Chi l’ha spuntata? Citando la teoria dell’evoluzione, “non è il più forte che sopravvive, ma chi reagisce prima ai cambiamenti e si adatta”. I regular più bravi erano in grado di estrarre valore dai giocatori deboli, aggredire i regular meno capaci e… lasciare il cappio largo per quelli che aggredivano in maniera insensata.

Il Rush fu una grande scuola per me (anche se piuttosto… cara!), ebbi la possibilità di confrontarmi con giocatori molto forti e questo mi ha permesso di migliorare il mio livello di gioco. Devo dire che, dopo un momento iniziale di perdita, avere un piccolissimo attivo dopo un notevole numero di mani (quindi essere riuscito a “battere il livello”) mi diede una grande soddisfazione come giocatore.

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