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il 19 Apr 2013

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PLS Venezia – Ma il re-entry avvantaggia davvero i Pro?

PLS Venezia – Ma il re-entry avvantaggia davvero i Pro?

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Parlando, sia dal vivo sia attraverso i social network, con i giocatori occasionali e semiprofessionisti di tornei di poker dal vivo, emerge spesso una opinione che sembra andare per la maggiore, ed è una visione negativa del formato re-entry.

Molti player sostengono, infatti, che un torneo di poker in modalità re-entry, ovvero che consente ai giocatori eliminati al day 1A di rientrare al day 1B (ovviamente pagando di nuovo la quota di iscrizione) sia nettamente favorevole ai giocatori professionisti, che non hanno problemi di bankroll e possono permettersi di rientrare senza problemi il giorno dopo.

In particolare, aggiungono i detrattori del re-entry, questo problema si fa più importante sugli eventi dal buy-in medio-basso, nei quali il costo della sistemazione in albergo per giocare un giorno in più diventa rilevante in proporzione all’iscrizione al torneo.

Però…

Il discrimine tra un normale freezeout e un re-entry, come è evidente, è quel che succede nel day 1. Eppure, dando uno sguardo ai chipcount conclusivi del day 1 (A+B) degli eventi con questa formula, si vede subito che la percentuale di professionisti nelle parti alte del chipcount è molto simile a quella che si trova in un torneo freezeout!

Se osserviamo, ad esempio, la top 10 del day 1A delle PLS Venezia appena concluse, notiamo come soli 2 nomi appartengano a professionisti affermati (Bendinelli, Musso) mentre gli altri 8 sono semi-pro come Fabio Scepi o addirittura amatori, compreso il chipleader.

Perché?

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La formula re-entry consente a chi ha già deciso che si può concedere “due shot” di giocare il day 1A in maniera più aggressiva. Ad esempio in queste PLS Ale Chiarato, Rocco Palumbo, Antonio Bernaudo sono stati tutti eliminati giocando spot in modo piuttosto rischioso, spesso tentando grossi bluff proprio quando gli avversari, purtroppo, erano “top range”.

Questa tendenza all’iperaggressività può decisamente avvantaggiare chi si ritrova al day 1A e adotta una strategia prudente: infilarsi nella mano giusta, e sapere che il Pro che si ha di fronte non ha paura di fare re-entry il giorno dopo, può portare a vincere piatti davvero corposi, portando subito lo stack ad alta quota in attesa del day 2.

Ovviamente poi il Pro “saprà che voi sapete”, e si innescherà una dinamica di gioco sui “livelli di pensiero”, ma quel che è certo è che si ha una informazione in più a disposizione rispetto a un freezeout.

Conclusioni

L’unica conclusione che si può trarre è che l’introduzione del formato re-entry (come qualunque dinamica del gioco del poker) non ha nessuna conseguenza ovvia: va analizzato approfonditamente, sia in teoria sia con riferimento a veri e propri campioni di dati, per capire quali sono le esatte caratteristiche.

Liquidarlo come “favorevole ai Pro” senza un adeguato ragionamento è senza dubbio riduttivo, soprattutto per un format che di fatto sta spopolando, e permette agli organizzatori di proporre eventi più ricchi e interessanti.

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