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Strategia

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il 18 Ago 2010

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Errori nel Poker: le puntate troppo basse

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Molti giocatori commettono l’errore di puntare (quando puntare è corretto) troppo poco relativamente alla grandezza del piatto.

Alcuni credono che effettuare un tentativo di bluff scommettendo 15€ su un piatto di 150€ induca gli avversari a pensare: ”Be’, sicuramente non sta bluffando, è assurdo pensare di bluffare contro più avversari scommettendo così poco… sicuramente ha un punto forte e vuole tirarci dentro… io passo.

Sebbene ci sia un fondo di verità in questo ragionamento, gli avversari decenti, pur ripercorrendo mentalmente queste considerazioni, non la danno per certe, e chiamano sempre, visto che affinché un call con tale piatto sia corretto, è necessario che la loro “intuizione” di bluff sia vera soltanto una volta su undici, visto che il piatto offre 10:1 odds per un call.

Sebbene il tipo di errore appena descritto sia spesso commesso da giocatori carenti di esperienza al tavolo da gioco (soprattutto in questo periodo di “nuova” rivoluzione pokeristica), non è frequente nei giochi a puntate medio-alte. In questi tavoli, invece, non è raro notare un’altro tipo di puntata troppo piccola quando sia necessario proteggersi da possibili progetti avversari. Vediamo un esempio.

Supponiamo di essere in cash game No Limit 10-20€ e di effettuare un rilancio preflop fino a 80€ con J–J. Un giocatore forte chiama dal big blind. Il flop è: J–7–3 rainbow: un set di J su un flop innocuo. Entrambi abbiamo ancora uno stack di 880€. Nel piatto ci sono 170€ e il big blind fa check. Data la natura poco pericolosa del flop, decidiamo di scommettere solo 40€ per “tirare dentro” l’avversario. Egli chiama e sul turn esce un 8. Dopo circa 5 secondi siamo entrambi all-in. L’avversario mostra 9–10 e vince il nostro intero stack.

Analizziamo la mano dal punto di vista di odds e pot odds.
L’avversario, chiamando con un progetto di scala a incastro (4 out), ha preso 10.5:1 odds e 220:40 (5.5:1) pot odds. Affinché il call di 40€ sia profittevole, il nemico deve aspettarsi di vincere in media almeno 420€ (10.5 X 40€, cioè le “pot odds implicite” devono essere almeno di 10.5:1).
Nel piatto, sul flop, dopo il nostro bet di 40€ c’erano già 220€ e sarebbe bastato che l’avversario riuscisse a estrarre dal nostro stack solamente ulteriori 200€ perché il suo call fosse corretto.
Scommettendo solo 40€ l’abbiamo messo in condizione di vincere il nostro intero stack.
Per determinare la grandezza della puntata necessaria a “proteggere” la nostra mano si procede in questo modo:

  1. Si determinano i pericoli del flop.
  2. Si identifica la quantità di chip che vogliamo proteggere.
  3. Si divide questa quantità per le odds che l’avversario ha per chiudere la sua mano vincente.
  4. In base alla quantità determinata al punto 3 si determina quanto puntare.

Riconsideriamo l’esempio appena trattato in relazione a tali 4 punti:

  1. Le mani pericolose con tale flop sono: 10–9, 10–8, 9–8, 6–5, 6–4, 5–4.
  2. Con 170€ nel piatto e uno stack di 880€ dobbiamo proteggere un totale di 1.050€.
  3. Per calcolare la grandezza della puntata che ci dà il punto di pareggio calcoliamo il rapporto 1.050€/10.5 (il totale da proteggere/le odds dell’avversario per chiudere scala). Il risultato è 100.
  4. Si punta una quantità di chip superiore a 100€ (per esempio 120€).

Indipendentemente dal fatto che l’avversario vinca o meno la mano, con una puntata di 120€ sul flop, il nostro avversario commette un errore a chiamare (il valore atteso della sua chiamata è negativo).

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L’esperienza e alcuni calcoli consigliano ai buoni giocatori di puntare sul flop quantità di chip che oscillano generalmente tra la metà del piatto e il piatto intero.
Di solito, i progetti dei nostri avversari hanno:

  • 4 out per una scala a incastro (come nell’esempio appena discusso),
  • 5 out per un progetto di doppia coppia o tris (A–K contro 7–8 su un flop A–7–2),
  • 8 out per un progetto di scala bilaterale (A–K contro 7–8 su un flop A–5–6), 9 out per un progetto di colore (A–K contro A 3 su un flop A 9 2),
  • 11 out per un progetto di scala bilaterale più un overcard (K–K contro A–7 su un flop 5–6–8),
  • 12 out per un progetto di colore più un overcard (J–J contro A 6 su un flop 5 7 8.

Con questi draw, le puntate che oscillano tra la metà del piatto e l’intero piatto generalmente sono sufficienti per proteggere la mano e allo stesso tempo ricevere azione dagli avversari quando questi hanno punti improbabili.

Concludendo: proteggere la propria mano nel No Limit è un aspetto fondamentale per un gioco di successo, soprattutto quando c’è un’alta possibilità di perdere l’intero stack. Si valuti bene il flop e l’avversario per meglio calibrare le proprie puntate di “protezione”.

di Paolo “Paulfish” Antonacci

Articolo apparso sulla rivista Poker Sportivo di luglio 2007

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