Monday, Dec. 9, 2024

Strategia

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il 3 Ago 2010

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TPTK: Top Pair Top Kicker – Differenze tra Cash Game e Torneo

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Ci troviamo UTG con 15 Big Blind, al 10°livello di un torneo. Spilliamo AK ed effettuiamo un raise a 3BB. Riceviamo due call da MP e CO paristack. Cade il flop: KT9. Spostiamo i rimanenti 12 BB sul tavolo e siamo all-in. Mossa standard e sicuramente corretta.

Purtroppo il giocatore in MP ci chiama con la sua coppia di JJ e chiude una fortunosa scala runner runner che ci elimina dal torneo. Dispiaciuti per l’eliminazione ma certi di aver giocato bene la mano finale ci spostiamo ad un tavolo cash del casinò per passare la serata.
Cambiamo in chips il massimo consentito di 100BB e dopo pochissimi minuti di gioco ci troviamo nuovamente UTG con AK in mano. Ripetendo la mano precedente optiamo per un raise di 3BB, riceviamo di nuovo due call da MP e CO paristack, e incredibilmente cade il medesimo flop visto poco prima: KT9. Cosa facciamo?!

Questa volta la decisione da prendere è molto più complessa e dunque, prima di rispondere, dovremo analizzare alcuni aspetti fondamentali e farci alcune domande, le cui risposte ci condurranno ad una strategia.

DOMANDE

  1. Che stacks sono coinvolti? E’decisivo per la nostra scelta valutare il nostro stack e quello degli avversari coinvolti nella mano. Stacks differenti portanto a scelte altrettanto differenti
  2. Che mani potrebbero avere i nostri avversari? Questo dipenderà dalle posizioni, dal tipo di giocatore, dagli stacks nonché dal sizing del nostro raise preflop (più in gegerale della action preflop).
  3. Il numero di players in gioco ed il flop appena caduto sono adatti ad una c-bet? Come abbiamo visto in precedenti articoli è importantissimo valutare le probabilità di riuscita di una c-bet in funzione della texture del board, della posizione, e del numero di avversari.
  4. Cosa farò? E cosa farò se…? Queste domande credo siano fondamentali. Giocando un ring-game è ancor più necessario di quanto non lo sia in un torneo o SnG condurre una mano avendo una strategia precisa. E’ impensabile prendere decisioni solo “just in time” streets per streets. Alla caduta del flop (se non ancor prima) dovremo dunque avere un piano ben chiaro su quali saranno le nostre mosse future. Questo è necessario a dimensionare il sizing delle nostre puntate, in modo da pot-controllare quando avremo mani di media forza, da condurre il nostro avversario in all-in sul river (o prima) quando avremo delle monster, ecc

RISPOSTE

  1. Abbiamo davanti a noi più di 90BB anziché solamente 11 come nel torneo, e stesso stack hanno gli opponents. Andare all-in sul flop con oltre 90 BB, avversari Deep-stack, e un piatto di soli 10 BB è da escludere assolutamente per ovvie ragioni. Se ci trovassimo però a giocare contro uno/due giocatore Short-stack potremmo invece optare per spingere i resti.
  2. Con stacks cosi lunghi, e ad una tavolo cash, il nostro raise preflop di soli 3BB può aver tenuto in gioco un range di mani veramente ampio. Non sarebbe niente di strano trovare in mano ai nostri avversari una straight con QJ o un set di 9 o T, double pair KT, o un semplice progetto. In questo spot, in cui ci troviamo in early position e ad un tavolo con giocatori Deep-stack, sarebbe stato quasi sicuramente più opportuno optare per un raise preflop di almeo 4/5 BB. In questo modo renderemo ancor più svantaggioso il call di mani speculative ed eviteremo che, a causa di un primo caller, si scateni un catena di call per buone pot-odds.
  3. In questo spot ci sono ben 3 fattori che ci indicano che la c-bet probabilmente non basterà a farci vincere il piatto e ci lascerà in una situazione difficile: c’è più di un players in gioco, il board presenta carte medio-alte e fortemente connesse, ci troviamo OOP. Questi 3 fattori non necessariamente indicano che non dobbiamo bettare, in fin dei conti abbiamo un buon punto in mano, ma ci danno lo spunto per creare un “piano d’azione” per condurre la mano.
  4. Un esempio di pianificazione (non l’unico!) potrebbe essere questo: abbiamo escluso al punto 1 di spingere i resti, valutato al punto 2 che non sappiamo su che range mettere i nostri avversari, individuato al punto 3 la complessità e pericolosità della texture del board, e la scarsa probabilità di successo di una c-bet che ci vede inoltre fuori posizione. Decidiamo così di non voler far crescere il piatto, rischiare poco, e progettiamo l’intera mano:
  • FLOP: check/call
  • TURN: bet 2/3 pot al turn in caso di check-behind al flop – check/fold o check/call nel caso che un avversario abbia invece puntato al flop (decideremo per il fold o il call a seconda del board e dell’entità della puntata).
  • RIVER: check/call se la puntata non è troppo elevata

Questo esempio è ovviamente totalmente criticabile, migliorabile, condivisibile o meno, ma rappresenta quello che dobbiamo avere in testa quando giochiamo una mano: una strategia.

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Top-pair Top-kicker è una mano molto delicata, in quanto è molto forte sul flop ma difficilmente lo è sul turn e sul river. Se nella fasi avanzate di un SnG o di un torneo saremo pronti a spingere tutte le nostre chips sul tavolo con TPTK, ad un tavolo cash vorremo invece tendenzialmente vincere subito il piatto uncontested o arrivare a uno showdown economico.

Fate dunque attenzione a questo genere di mani se state affacciandovi adesso al cash dopo aver grindato per mesi, perchè il vostro approccio da Sit & Go a questa mano, ormai acquisito, potrebbe costarvi molto caro.

GG

TomRight

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