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Strategia

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il 14 Mag 2020

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Le tre regole di Musta per un approccio vincente ai tornei di poker

Le tre regole di Musta per un approccio vincente ai tornei di poker

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Per essere un giocatore vincente, impara dai migliori, è un detto sempre valido che dovremmo seguire. Ma non riguarda soltanto lo studio approfondito di ogni variabile matematica in gioco, quanto molto spesso cogliere i concetti fondamentali che si celano dietro il migliore approccio al tavolo.

E quando si parla dei migliori giocatori al mondo, di certo in quel ristretto range di nomi c’è quello di Mustapha Kanit, che proprio recentemente oltre ad essere salito agli onori della cronaca per una serie di vittorie importanti online, abbiamo anche visto protagonista in una serie di video dove si approfondivano proprio alcuni concetti del suo approccio al gioco. Inutile dire che trattasi di “oro colato” che abbiamo provato a riassumere in questo articolo in tre punti fondamentali.

Essere sempre al 100%

Alcune delle cose che abbiamo sentito dire da “Mustacchione” potrebbero all’apparenza sembrare scontate o banali. Ma non commettiamo l’errore di sottovalutare quello che invece tanto ovvio non è.

“Mi piace essere un po’ introverso prima dei tornei. Mi piace pensare a me stesso, rilassarmi e concentrarmi”.

L’approccio del “prima” per esempio, è un modo come un altro per capire quanto sia fondamentale affilare gli strumenti, in questo caso la propria mente, che è l’arma migliore che abbiamo per vincere a questo gioco.

Credetemi, in tanti anni di tornei live ne ho visti di ottimi giocatori arrivare al tavolo dopo una notte insonne, senza alcuna concentrazione, in preda ad ansia e distratti. Poi ovviamente c’è chi riesce a rimettersi in focus in pochi minuti e a chi servono ore, ma di certo una delle prime cose a cui dobbiamo pensare è il modo per cui possiamo arrivare al tavolo nella maniera più tranquilla e “focused” possibile.

“Penso che bisogna avere ottime sensazioni, essere fiduciosi prima di un torneo, essere positivi, sempre. Questo sicuramente aiuta. Poi una volta arrivati al tavolo, bisogna provare a dare il massimo, qualsiasi carte ti arrivino in mano. Stare calmi, aspettare il momento giusto ed essere sempre pronti per la guerra. Alcune volte si vince, alune altre si perde, l’importante è riuscire a dare il 100% quante più volte possibile. Questo penso sia la cosa che più faccia la differenza. E di solito cerco di essere al massimo prima di sedermi, per cui aspetto proprio di essere quanto più “confident” e sereno possibile prima di prendere posto.”

La differenza infatti è tutta lì. Essere sempre al cento per cento. O almeno più perfetti dei nostri avversari.

Conoscere i propri avversari e sfruttare la propria immagine

Che si stia giocando un torneo da un euro, o il Main Event delle WSOP, una delle cose più importanti è sempre avere qualche informazione in più rispetto agli altri. Conoscere i propri avversari al tavolo è ovviamente un ottimo modo per capirne meglio le dinamiche di gioco.

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“In un torneo bisogna giocare comunque per molto tempo, e in linea di massima tendo a vedere prima come i giocatori reagiscono al tavolo. Ci sono giocatori con cui ho tanta history, e cerco di prendere questo vantaggio contro di loro. In ogni caso non penso che i tornei di poker si vincano subito, bisogna dare il 100% nel tempo, cercare di capire come portare i nostri avversari in errore e come usare la nostra immagine. Comunque ci sono persone che anche se non ho ancora incontrato dal vivo in passato, penso che mi conoscano e sicuramente più passano le ore, più posso usare le informazioni che ho a mio vantaggio.”

I tornei sono una maratona, non i cento metri. Per cui molto spesso può essere utile iniziare con calma, prendersi quel tempo necessario per capire chi abbiamo intorno, come stanno giocando e come reagiscono alle nostre azioni (o inazioni).

Ora, è chiaro che parlando di Kanit quasi tutti si sono fatti un’idea del suo gioco (o meglio, ne hanno una qualche percezione, non sempre corretta), ma cerchiamo sempre di tenere bene a mente anche che tipo di immagine abbiamo agli occhi dei nostri avversari. Perchè potrebbe davvero fare la differenza.

Mettere in difficoltà l’avversario, non se stessi

Qua c’è forse tutta l’essenza che separa il giocatore vincente dall’appassionato. Il professionista dall’amatore. Una linea sottile che può fare la differenza tra la consapevolezza di fare sempre la scelta migliore, e quella di vedersi costantemente in difficoltà al tavolo (e chiedersi come mai capitino tutte a noi).

“Penso sia molto importante tenere un gioco “semplice”, nel senso di tenere delle linee semplici, cercando di non mettersi in difficoltà. Quindi se tu non dai occasioni all’altro di metterti in difficoltà facendo degli errori, diventa poi molto più semplice gestire il torneo, perchè è molto più difficile trovarsi di fronte a decisioni complicate che creano difficoltà.”

Il concetto di fondo è chiaro. Giochiamo per mettere di fronte l’avversario a scelte sempre difficili, cercando al contempo di tenere linee che, invece, permettano a noi scelte relativamente facili. Cercare di unire queste due cose è il modo migliore per semplificarsi la vita durante un torneo e al contempo essere un avversario ostico per i nostri concorrenti.

Certo nel caso di Musta e dei suoi avversari, i livelli di pensiero sono estremamente alti, ma credo che cominciare a immaginare quali linee di gioco ci portino poi a scelte meno difficili sulle varie strade (e viceversa quali invece mettono in crisi i nostri avversari), sia esercizio utile a prescindere. Provare, per credere.

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