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il 10 Feb 2021

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Cinque ragioni che vi rendono il perfetto giocatore perdente

Cinque ragioni che vi rendono il perfetto giocatore perdente

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Nel grande e infinito acquario del poker, pochi sono i pesci predatori e tantissime le prede. Tradotto in parole povere, significa che i giocatori vincenti si contano sulle dita di una mano, mentre il resto della truppa o gioca per vincere i minimi e quindi galleggia, oppure affonda totalmente perché perdente sia nel breve e sia nel lungo periodo.

Molti i motivi che rendono un giocatore perdente. Dal mind set a delle lacune tecniche, passando per il poco studio e un approccio non proprio professionale al gioco del poker.

Senza dimenticare che ci sono giocatori che affrontano sessioni in maniera costante e regolare, rispetto ad altri che si siedono dal vivo o online solo quando hanno del tempo libero. Insomma, regular e players occasionali. E la lista degli errori che portano molti giocatori ad essere perdenti rischia di essere chilometrica.

Oggi cerchiamo di riassumerla in 5 motivazioni cardine. Quelle che davvero segnano il confine, tra un player che vince e uno destinato a soccombere. Vediamo di cosa si tratta.

Le basi del gioco, prima di tutto

Nessuno nasce campione. Eppure nel mondo del poker, l’arroganza di tanti giocatori è quella che di saper già tutto sul gioco, dopo aver appreso le regole più importanti. Niente di più sbagliato. Specialmente nel muovere i primi passi saranno più gli errori che le cose buone e per questo motivo bisognerebbe trarne lezioni importanti da quello che sbagliamo.

Invece molti di questi giocatori continueranno a sbagliare all’infinito: per pigrizia o arroganza, non cercheranno di migliorarsi nel gioco. Ci sono quelli che si credono infallibili e altri che si affidano esclusivamente al fato. Il poker è invece un gioco di skills, dove la fortuna o la sfortuna incidono sicuramente nel breve periodo, mentre nel lungo periodo saranno le scelte giuste o sbagliate a fare la differenza al tavolo.

Dunque accompagnare i primi passi, con analisi del gioco e studio delle mani aiuta tanto. Queste ultime due cose in realtà dovranno sempre essere presenti anche in futuro, anche quando deciderete di alzare il vostro livello di gioco. Ma se un player non inizia fin da subito a analizzare il proprio gioco, senza cercare di migliorarsi, resterà perdente in eterno.

Lavorare sul Mind Set

Le mani sfortunate, i cooler e quanto altro vi può far male, fanno parte del gioco. A volte vi troverete dalla parte giusta e altre dalla parte sbagliata. Quando sarete “vittime” di situazioni sfortunate non andate in tilt. Lavorare sulla forza del proprio Mind Set è la prima regola per diventare un buon giocatore.

Dovrete essere come un pugile che incassa colpo su colpo, ma non cede di un centimetro e non va al tappeto. Probabilmente più facile a dirsi che a farsi, ma il tilt è il peggior nemico che ci possa essere per un giocatore di poker e si tratta del primo grande passo verso la sconfitta. Dunque, abituatevi a subire anche scoppi giganteschi al tavolo, ma senza perdere la testa. Nel momento in cui il tilt prende il sopravvento, è il segnale che bisogna fermarsi.

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Tavoli soft invece di tavoli complicati

Giocare con i migliori players al tavolo è sicuramente un beneficio. Si imparano più cose, aiuta la crescita come players e anche l’autostima. Ma a che prezzo? Se in questi tavoli riuscite a cavarvela, a dire la vostra e a chiudere senza perdite, allora potete rimanere in ballo assieme ai suddetti giocatori.

Nel caso in cui invece non riuscite a trovare il bandolo della matassa e non toccate “palla” come si dice in gergo, allora state pagando un prezzo molto alto. Perché le vostre perdite saranno pesanti e di conseguenza, pur imparando da un lato, dall’altro state confermando di non essere ancora pronti per quei determinati tavoli, contro quegli avversari.

In questo caso, occorre fare un passo indietro e scegliere tavoli più consoni a se stessi. Tavoli dove le perdite si trasformano in guadagni e con gli stessi utili pagare qualche lezione di poker con coach preparati: in modo poi da fare level up e tornare a quei tavoli più importanti.

Stile, ma variando

Ognuno ha il proprio stile nel poker. Molti però sono come un libro aperto al tavolo per gli altri giocatori. Essere prevedibili è l’ennesimo passo verso la strada dei perdenti. Per questo motivo, diventa necessario saper variare il proprio gioco. Non significa cambiare stile, ovvero passare da giocatori chiusi come un tombino ad essere dei maniac.

Significa sapersi adattare alle situazioni, al tavolo in cui siamo impegnati, allo stile del rivale e anche allo stack che possediamo. E’ come se un maratoneta durante la sua gara mantenesse sempre lo stesso ritmo, con scarsi risultati finali. Invece, il miglior maratoneta è quello che a seconda delle situazioni è conscio di quando va dato lo strappo per la fuga e quando rallentare per gestire le proprie forze.

Lo stesso deve fare un giocatore per non essere perdente. Il proprio stile può rimanere immutato, ma deve essere bravo a calarsi nelle varie situazioni che si presentano e allo stesso tempo diventare molto difficile da leggere agli occhi dei rivali. Chi mixa alla fine avrà i suoi risultati. Se siete prevedibili, invece, diventate un bersaglio perfetto.

Sfortuna

Si rischia di essere giocatori perdenti nel poker, anche quando la sfortuna si accanisce. Quella che in gergo si chiama varianza. Ci saranno momenti dove tutto gira alla perfezione e altri, in cui tutto sembra andare storto. Ecco, qui è lampante la differenza fra un player vincente e uno perdente.

Il vincente è capace di captare il momento negativo e tirerà i remi in barca per un po’ di tempo cercando di limitare i danni. Quello perdente invece continuerà imperterrito la sua sfida con la sorte e probabilmente con risultati pessimi. La strada verso il baratro diventa in discesa.

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