Lex Veldhuis: “i passi per riconoscere la forza di un avversario”

Uno dei maggiori divulgatori di quelle che sono le dinamiche online ad un tavolo da poker, trasmette ormai da tempo immemore sulle piattaforme web le sessioni sulla poker room che per prima ne ha capito le skill come giocatore prima e intrattenitore poi.

Parliamo del PokerStars Team PRO Lex Veldhuis, che ha detto la sua su uno dei fondamentali che ogni giocatore di poker dovrebbe tenere ben presente più degli altri: la capacità di capire chi è forte e chi non lo è. 

Le prime impressioni

Facciamo conto che siamo appena arrivati in un tavolo nuovo e, non giocando con un software di ausilio, dobbiamo farci un’idea completamente nuova dei giocatori contro i quali abbiamo a che fare.

Uno sguardo agli stack è ovviamente necessario, anche per capire in prima analisi quali saranno i giocatori che dovranno a breve o brevissimo fare azione e, soprattutto, in quale posizione, rispetto alla nostra, essi lo faranno.

Questo è l’impatto che dovrebbe venire in mente in modo automatico, anche per trovare le giuste contromisure appena questo accadrà e potremmo essere chiamati in causa.

In secondo luogo l’idea deve essere quella di identificare i giocatori più aggressivi del tavolo e non ci vorrà tanto tempo prima di scoprirlo, di solito sono quelli che aprono più mani degli altri e partecipano con più frequenza ai colpi.

Se la cosa dovesse ripetersi per più e più mani, sappiate che con ogni probabilità è quello il vostro obiettivo.

Le action pre flop

L’attenzione dovrà essere posta anche e soprattutto su tutto ciò che riguarda le dinamiche di apertura, di tali colpi, in virtù dell’idea che vogliamo farci sui nostri rivali.

I limpers seriali sono quelli contro i quali dovremmo prestare la giusta attenzione, perché saranno quelli che certamente faranno gli errori più grossolani, mentre se la prima azione di uno dei nostri avversari avviene con un rilancio, sarà di particolare importanza concentrarsi sulla posizione dalla quale è arrivata tale action.

Più si è lontani dal bottone e più forte dovrebbe essere il range utilizzato per aprire la mano.

Questo, ovviamente, in linea teorica, visto che ci sono dei giocatori che provano a sperimentare la famosa mossa delle “nonnetta”, quella che li porta a limpare i mostri da UTG o comunque da early position per intrappolare eventuali rilanci avvenuti dalle postazioni successive.

Una volta che si prende confidenza con queste dinamiche, il tutto sarà decisamente più semplice.

L’immagine dei giocatori

Una volta verificate queste informazioni di carattere puramente tecnico, è il momento di pensare alla strategia da utilizzare contro i nostri avversari.

L’immagine di ogni giocatore che affrontiamo, oltre che quella percepita dagli altri nei nostri confronti, è un altro elemento basilare rispetto al quale dobbiamo mettere in conto le reazioni dei nostri avversari.

Sempre in generale, l’immagine molto aperta di un giocatore aggressivo, fa mettere tale giocatore in un contesto in cui anche le mani che gioca sono piuttosto “larghe”, per cui il suo range non sarà da mettere costantemente su una monster, tutt’altro.

Più un giocatore è tight, più dobbiamo credere al suo range forte quando entrerà nei colpi e dovremmo hittare piuttosto bene se stiamo giocando contro di lui e abbiamo intenzione di arrivare allo showdown.

In ogni caso non sapremo mai esattamente con quale mano sta giocando uno qualsiasi dei nostri avversari, per cui la massima attenzione va posta sempre a prescindere dalla tipologia di rivale con cui abbiamo a che fare.

In questo contesto va inserita la nostra capacità di bluffare. Se i tuoi avversari dimostrano debolezza durante le strade che si giocano in una determinata mano, sarà piuttosto semplice bluffare contro di loro, ma attenzione, dovete essere sicuri di poterlo fare per non regalare loro parti importanti del vostro stack.