Wednesday, Jun. 11, 2025

Strategia

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il 10 Giu 2025

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“Splashare” nei tornei di poker per evitare di morire di bui: la lezione di Jonathan Little

“Splashare” nei tornei di poker per evitare di morire di bui: la lezione di Jonathan Little

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Se nei tornei di poker aspetti una premium hand per giocare, sarai favorito nella maggior parte dei pot in cui entri. Ma sicuramente, a meno che tu non riceva delle carte eccezionali, cosa che può pure succedere una volta o due, ma mai in modo costante e prolungato, spesso morirai di bui.

Siccome solamente i primi posti nei tornei ricevono bei soldi, per sopravvivere il più a lungo possibile devi cercare di accumulare chips negli spot marginali, con il rischio di andare broke qualche volta. Di sicuro se resterai seduto in attesa di uno spot migliore sarai a tuo agio, ma un po’ alla volta il tuo bankroll si ridurrà.

Ecco una lezione di coach Jonathan Little per massimizzare la deadmoney negli spot marginali e mantenersi così in linea di sopravvivenza nei tornei di poker.

 

 

Preflop

Coach Little approfondisce la questione con uno spot da lui giocato in un torneo da 3.500$ di buy-in. Dopo aver aperto per 800 con uno stack di 40k su blinds 200-300 con 97 ricevendo il call di small blind, Little chiama la tribet di big blind dimensionata a 2.100.

“Il call è l’unica via percorribile. Nonostante il mio nove carta alta sia sempre dietro, lo è alla luce di pot odds, implied odds e vantaggio posizionale. Se il mio avversario avesse tribettato con una size più ottimale di 3.800, avrei foldato, ma dovendo mettere solamente 1.300 su un pot che sarà di almeno 5.200 chips devo continuare con tutte le mani che possono floppare bene”.

 

Flop

Dopo il fold di small blind il dealer gira A52. Big blind checka, Little punta 2.000, call.

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“A questo punto ho un doppio progetto debole in backdoor. Posso checkare e giveuppare la mano o cercare un bluff su più strade quando turno un po’ di equity in più. Il mio avversario guarda l’asso floppato un po’ infastidito, il che mi fa pensare che il suo range sia composto da coppie più basse. Siccome la maggior parte del field non chiamerà su tre strade con underpair decido di bluffare. Non voglio puntare più largo perché non sono sicuro di continuare a bluffare su turn e river, visto che il mio avversario potrebbe facilmente avere un asso. Bettare small assicura che chiamerà con un range largo, dandomi la possibilità di continuare con il bluff su turn e river”.

 

Turn

In seconda strada scende T. Dopo il check avversario Little betta small ricevendo il call.

“Quando trovo equity aggiuntiva al turn ho un bluff obbligato con il piano di bettare al river la maggior parte delle volte. Se l’avversario folda è bene, e se chiama posso trovare una premium hand al river, e se non la trovo può comunque foldare al mio terzo colpo. Da notare che giocherei le premium hand alla stessa identica maniera, rendendo impossibile all’avversario capire se sono in bluff o se sto valuebettando. Come al flop, anche qui se bettassi troppo grande non saprei se continuare a bluffare al river perché non saprei quanto è largo il range di bluff dell’avversario. Bettando small può continuare ad avere underpairs e assi deboli che posso bluffare facilmente al river con una big bet”.

 

River

In ultima strada arriva 2. Big blind checka, Little punta 10k su pot di 17,2k. L’avversario folda facendo vedere al tavolo la sua coppia di re!

“Qui è il momento di usare una bella bet per assicurarsi che l’avversario foldi tutte le mani peggiori di asso forte, che idealmente non può avere nel range perché avrebbe puntato al flop. Se il range dell’avversario è cappato su assi deboli, verosimilmente folderà il suo intero range, rendendo il mio bluff al river estremamente profittevole. Da notare che la situazione sarebbe stata più difficile se avessi saputo che il range avversario era più forte, come sarebbe successo se avessi bettato più grande al flop e al turn.”

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