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Bet-bet-pushare in bluff su tribettato avversario: il thinking process ‘NO GTO’ di Nicolò Serlenga
Capire come e cosa pensano i professionisti di poker mentre stanno giocando una mano può essere di grande aiuto per migliorare a Texas Hold’Em.
Per questo oggi vediamo il thinking process di Nicolò Serlenga di una mano vinta in bluff dopo aver chiamato fuori posizione la tribet avversaria. Reggetevi forte, si parte!
Preambolo
Il 30enne spezzino Nicolò Serlenga è uno dei grinder di più lungo corso del panorama online italiano. Dopo undici anni di grinding intenso senza pause, lo scorso agosto Serlenga ha preso un anno sabbatico dal poker, in cui ha comunque mantenuto un filo rosso quotidiano con il gioco.
In questo periodo il regular ha scoperto la passione per i coaching creando una sua scuola, che potete trovare su Instagram cercando ‘Serlengaedgefactory’. Lo spezzino ha un preambolo per il tp che segue:
“Questa è l’ennesima mano controversa che se venisse data in pasto a GTOwizard sarebbe considerata un “blunder” , ma la teoria ha un potere piuttosto limitato rispetto all’intuizione di un bravo giocatore. Il punto nodale di questa mano, tutt’altro che intuitiva, è il turn.”
La mano
Con 58bb di stack ‘WHAlwazM333_’ apre 2bb, ‘SolidSnak644’ con 88,5bb tribetta 6.5bb da hijack, chiama bb dall’alto dei suoi 92bb di stack, chiama Nicolò.
Flop 98
6
, bb check, Nicolò leada 12,3bb, chiama tribettor, folda big blind.
Turn A Nicolò bet 5,21bb, call.
River 3 su pot di 55,7bb Nicolò shova 34bb, folda oppo!
Lasciamo subito spazio alla spiegazione di hero.
Preflop e flop
Preflop tutto standard, tranne quel cold-call del BB, che è un fish e di conseguenza ha un range di cold-call allegro e random, per niente pair oriented, che mi dà ancora più odds.
Il flop è sicuramente uno dei migliori che potesse scendere per la mia mano e per il mio range. In effetti se ci pensate sono veramente pieno di pair, quindi di set, mentre il tribettor non ha nemmeno un set nel range visto che 99 lo flatta, a frequenza è una mano tribettabile ma non su apertura di UTG, soprattutto se è un reg bravo.
Inizio quindi a bettare con una lead-out sapendo che farò foldare tutte le sue high card (AK, AQ, AJ, KQ) e sapendo che ho 8 outs per il nuts, anche se possiamo metterne dieci, visto che se casca un 7 vs il suo range è nuts ugualmente.
Parlando con degli amici mi hanno chiesto come mai leado con size big e non con size small come consiglierebbe la GTO e la risposta è molto semplice: BB può avere di tutto nel range e non voglio fare una size small e dargli odds per hittare qualcosa di totalmente random.
Nel momento in cui il 3bettor chiama la mia big bet il suo range è facilmente definibile: OVERPAIR.
Turn
Al turn casca una carta che sostanzialmente se si vanno ad analizzare i due range è sostanzialmente una blank. lo non leado nessun asso al flop, ma la popolazione non pensa a questa cosa e quindi la vede come una scary.
Tutti i JJ – QQ – KK non sono più overpair. Lo snodo cruciale è la size. E’ vero che ho molti set nel range, ma ho ancora dei bluff (come 77 e JTs), e rendendomi conto delle tendenze del field, senza time bank ho avuto l’impressione che non sarebbe riuscito a foldare al turn vs shove, ma avevo la convinzione che avrebbe foldato al river.
In fondo pensateci: su punto it quando vi fanno bet- bet-allin hanno sempre nuts , e il nostro obiettivo è quello di giocare diversamente dagli altri se vogliamo fare la differenza. Quindi applico l’unica size disponibile per avere ancora un bel margine di fold equity al river : 12,5% pot.
Chiama.
River
Non hitto le mie 10 outs per essere “nuts”, ma ormai la mia mano è chiaramente definita già dalflop. Non mi sono mai piaciute le cose lasciate a metà. Vado ali-in e dopo una quindicina di secondi oppo tank opta per il fold. Tramite conoscenze in comune sono venuto a sapere oggi che ha foldato KK.