Thursday, Apr. 25, 2024

Strategia

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il 12 Ago 2010

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Bluffs memorabili

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La teoria del Bluff è stata discussa e affrontata a lungo da grandi teorici del calibro di Sklansky, Caro, Malmuth e da altri meno conosciuti che hanno portato contributi sostanziali mediante eccellenti post nei vari forum disponibili on line.

Il Bluff è spesso considerata l’ arma pokeristica che pone il poker sul gradino più alto del podio dei giochi. C’è sicuramente un fondo di verità in questo. L’ intensità emotiva che accompagna un bluff riuscito, l’ attesa dell’azione dell’avversario o un bluff fallito può essere veramente grande.

E’ stato tuttavia spesso ribadito che il bluff è solo una delle numerose armi a disposizione nel poker e che, per il giocatore esperto, non deve essere enfatizzata troppo, o posta su un livello superiore ad esempio del “check-raise” (il check raise può essere visto come l’opposto del bluff. Il check con l’intento di rilancio lavora con mano forte e rappresentazione debole tanto quanto il bluff lavora con mano debole e rappresentazione forte. Il primo rischia di dare carta gratis all’avversario, il secondo di ricevere un call).

In questo articolo non si discuterà tuttavia la teoria del bluff, si ricorderanno invece alcuni dei più famosi bluffs nella storia del poker vegasiano, volando con l’ immaginazione nei tempi in cui il poker era più “rozzo”, istintivo…quei tempi in cui i vincenti, a Las Vegas, si potevano contare sulle dita di una mano, in cui l’aspetto artistico di un uomo trovava il suo massimo sfogo alle tre del mattino su un tavolo verde del “Riviera“, tempi in cui la simbiosi tra mito e pokerista non era mai messa in discussione…

Baldwin vs Addington.

Durante il WSOP del 1978, Bobby Baldwin, a quei tempi giocatore professionista e ora presidente del Bellagio Hotel a Las Vegas, era nel mezzo di una mano di No-Limit Texas Hold’em contro l’imprenditore immobiliare Crandall Addington.

Addington era il favorito: aveva $275000 in chips contro le $145000 in chips di Baldwin.
Baldwin scommise una somma non eccessiva preflop e Addington chiamò.
Il flop fu: Q 4 3.
Baldwin scommise $30000. Cosa poteva avere? Un progetto di scala o di colore era possibile tanto quanto una coppia di Q…

Addington chiamò senza un attimo di esitazione, mostrando che anche lui aveva una buona mano.

Il turn fu un A rendendo così concreta la possibilità di una scala o di un colore.
Baldwin scommise $95000 su un piatto di $92000 rimanendo con pochissime chips.
Addington pensò a lungo. Se avesse chiamato e vinto, Baldwin sarebbe rimasto con pochissime chips e sarebbe stato prossimo alla sconfitta. Se avesse chiamato e perso la situazione si sarebbe ribaltata e Addington sarebbe diventato il favorito.

Addingon passò.

Baldwin moltrò le sue carte: T 9. Non aveva assolutamente niente. Bobby Baldwin poco dopo divenne il campione del mondo dell’anno 1978.

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Jack Strauss e il 72 offsuited.

Jack Strauss, campione del mondo 1982 era un giocatore noto per la sua creatività e immaginazione al tavolo da gioco oltre che per la sua predisposizione al rischio. Una volta, in un No Limit Hold’em cash game, a Strauss venne servito 72 offsuited.

Non si puo’ desiderare di peggio (il film “High Roller” mostra molto bene questa mano). La maggior parte dei giocatori avrebbe passato questa mano senza esitazione. Ma non Strauss. Non quella volta… Quella volta rilanciò.
Un giocatore chiamò.
Il flop fu 7-3-3. Doppia coppia per Strauss, ma con un kicker insignificante.
Quando Strauss scommise ancora, si accorse di aver commesso un errore: il suo avversario rilanciò di $5000. Era chiaro per Strauss che il suo il nemico aveva una coppia alta in mano e la mossa più logica sarebbe stata quella di passare.
Ma non quella volta… Quella volta Strauss chiamò.
Il turn fu un 2. La coppia di 2 di Strauss non aveva però significato in quanto il 33 sul board invalidava il suo 22.
Strauss scommise 18000 !

Mentre il suo avversario stava prendendo una pausa per valutare la situazione, Jack disse: “dammi una chip da $25 e ti darò la possibilità di girare una delle mie due carte”.
Dopo un’ulteriore pausa, il giocatore lanciò verso Strauss una chip da $25 e indicò una delle due carte. Strauss girò il suo 2.
Dopo un’altra lunga pausa il giocatore passò.
Strauss mostrando il 2 indusse il suo avversario a pensare che anche l’altra carta fosse stata un 2.
Se avesse girato il 7? Stesse considerazioni !
Disse dopo che era stata tutta una questione di psicologia… ma per gli altri giocatori al tavolo fu magia pura…

Johnny Chan vs Erik Seidel

(mano mostrata nel film “Rounders”, it: ” Il Giocatore”)

In questo bluff “inverso” Chan indusse Seidel a pensare di avere la mano migliore e ad andare all-in. I
n questa mano Chan divenne il campione del mondo per il secondo anno di seguito nel 1988.
A quel punto del torneo i blinds erano $10000-$20000. Chan chiamò il big blind di Seidel costruendo un piatto di $40000.
Il flop fu: Q T 8.
Seidel scommise $50000. Chan chiamò.
La quarta carta fu una carta irrilevante e entrambi i giocatori fecero check.
La quinta carta fu un’altra carta irrilevante. Chan fece check.
Seidel aveva una regina in mano, ma con un kicker debole. pensò che Chan avrebbe potuto avere anch’egli una Q in mano, magari con un kicker migliore, ma facendo check sul river e come se Chan avesse rinunciato all’ultima possibilità guadagnare dei soldi se in realtà aveva una mano decente…
Seidel sicuro di sè, e per mettere pressione su tutte le eventuale mani mediocri di Chan, andò all-in.
Chan chiamò sorridendo e mostrò le sue carte: J 9.
Chan divenne il campione del mondo per la seconda volta consecutiva.

Ricordiamo quel momento nel video qui sotto:

Stu Ungar Vs Ron Stanley.

Durante la WSOP del 1977, Stu Ungar aveva dominato il tavolo finale. Era stato chip leader sin dall’ inizio.
Ad un certo punto del torneo rilanciò per sette volte consecutive!
Bluffava? Naturalmente si, ma nessuno dei giocatori rimasti voleva rischiare le proprie chips, con la speranza di conquistare un gradino piu’ alto del podio aspettando l’uscita di uno degli avversari.
Un pò più tardi Ungar e il professionista di Las Vegas Ron Stanley erano chip leaders.
In una delle ultime mani, Stanley chiamò sullo small blind. Il flop fu A 9 6.
Stanley aveva notato che ogni volta che Ungar floppava top pair con un asso, faceva check sul flop e scommetteva sul turn. Stanley fece check e anche Ungar fece check suggerendo a Stanley una coppia d’assi.
La quarta carta fu un 8.
Stanley che aveva un 9 in mano per una second pair scommise 25000. Ungar rilanciò di 60000 e Stanley chiamò.
Il river fu un re.
Stanley fece check e passò ad una scommessa di 225000 da parte di Ungar.
Ungar mostrò le sue carte: Q-10. Un bluff totale. Innervosito da questa mano, Stanley fu eliminato poco dopo e Ungar, dopo aver eliminato i giocatori rimasti, che giocavano ormai per il secondo posto, divenne il campione del mondo 1997.

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