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Strategia

Scritto da:

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il 12 Feb 2009

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Il Check Ingannevole

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La grandezza del tuo stack, in relazione ai bui, dovrebbe essere sempre un fattore determinante, ad ogni livello di un torneo multitavolo, per affrontare le diverse mani e le varie situazioni. Puoi iniziare a giocare il torneo con uno stack fra 50 e 500 controbui, ma, al tavolo finale, lo stack medio è spesso compreso fra 25 e 40 controbui. Quando il tuo stack è grande puoi fare molti rilanci rischiosi, vedere molti flop e fare giocate che non ti fanno rischiare l’uscita dal torneo. Quando però hai uno stack di 20 controbui o meno dovresti innanzitutto aspettare le situazioni favorevoli per mettere le tue chip nel piatto preflop, spesso andando all-in dopo il raise di un avversario che pensi stia rubando il piatto.

Le dimensioni dello stack hanno grande importanza anche in relazione al gioco post-flop. A meno di non essere sicuro di riuscire a far foldare il tuo avversario dovresti essere cauto nell’investire troppe chip in un piatto post-flop, se non hai intenzione di andare fino in fondo con quella mano. Molti giocatori conoscono bene questo concetto, ma a volte il tuo stack può darti ottime opportunità per utilizzarlo contro di loro.

Prendiamo ad esempio questa mano, tratta dal libro che ho contribuito a scrivere, Winning Poker Tournaments One Hand At A Time: Volume 1, dove posso supporre con una certa sicurezza che il mio avversario mi considererà debole se fingo di lasciare il piatto facendo check al turn. Il mio stack al turn è tale che molti avversari penseranno che andrò all-in con una mano buona e farò check con una debole. Se puntassi o andassi all-in il mio avversario folderebbe sicuramente con qualsiasi mano inferiore ad almeno una coppia alta con un buon kicker, perché sono chiaramente “committed” nel piatto. Facendo check induco il mio avversario all’errore. Se lui fa check a sua volta, andrò all-in al river, visto che mi resta comunque una puntata delle dimensioni del piatto.

Giocatore 1: (piccolo) Buio (14,120)
Giocatore 2: Controbuio (18,910)
Giocatore 3: Under-The-Gun (4,300)
Giocatore 4: UTG+1 (16,205)
Giocatore 5: UTG+2 (7,842)
Giocatore 6: Posizione media (12,360)
Giocatore 7: Jon Turner (6,562)
Giocatore 8: Cutoff (3,775)
Giocatore 9: Dealer (12,853)

Situazione: Sono molto al di sotto dello stack medio (average), ma non sono corto, in un torneo rebuy da $100, qualche livello dopo la fine del periodo di rebuy. I bui sono 150/300 con 25 di ante.

Pre-Flop: A(p)-Kf (Piatto: 675): tutti foldano e io faccio un rilancio standard di 750, 2 volte e ½ il controbuio. Chiamano il giocatore 9 sul bottone del dealer e il giocatore 2 di controbuio.

Flop: Ac-8q-5p (Piatto 2,625): ho floppato una top pair, con il miglior kicker su un flop non pericoloso. Il giocatore 2 fa check e tocca a me parlare. Dovrei puntare tra un terzo e metà piatto, la mia continuation bet standard. Siccome i miei avversari si aspettano questa puntata da me con qualsiasi carta, non rivelerò la vera forza della mia mano. Punto 1,150 nel piatto da 2,625. Il giocatore numero 9 chiama, mentre il numero 2 folda.

Turn: 6q (Piatto: 4,925): sono convinto di avere la mano migliore. Se ciò non fosse vero, il mio stack e le dimensioni del piatto mi costringono comunque ad andare fino in fondo, anche a rischio di uscire dal torneo. L’unica preoccupazione ora è come ottenere altre chip dal mio avversario nei prossimi due turni di puntate.

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Se fossi certo che il mio avversario avesse una mano forte come A-Q o A-J, punterei tranquillamente e lui chiamerebbe senza problemi. Ma non posso essere sicuro che lui abbia una mano tanto forte. Sul flop, in posizione, ha semplicemente chiamato la mia puntata. Può aver pensato che avessi una mano debole, visto che normalmente farei una continuation bet con qualsiasi paio di carte in mano. Per questo motivo può aver chiamato con qualsiasi mano, da un asso con kicker debole a una coppia servita che non è stata aiutata dal flop. Può anche essere che stia tentando di fare “floating”, sperando di portarmi via il piatto al turn se dovessi mostrare debolezza con un check.

Se punto al turn, il mio avversario con molta probabilità folderà la sua coppia servita o le mani più deboli, visto che la mia puntata mi fa diventare “committed” al piatto. Se invece al turn faccio check, lui probabilmente cercherà di rubare il piatto con qualsiasi mano. Se ha un asso metterà in ogni caso le sue chip nel piatto.

Io faccio check, e il mio avversario va all-in. Questo è esattamente quello che volevo. Chiamo, e il mio avversario mostra 9q-9c. Il river è un 2q, e io vinco il piatto con coppia d’assi con K kicker.

(Nota: l’analisi di questa mano è tratta dal libro Winning Poker Tournaments One Hand At A Time: Volume 1)

 

Jon ‘PearlJammed’ Turner

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