Las Vegas: il gioco inizia dall’aeroporto

Non importa quanto tu sia stanco, quanto facesse schifo il cibo che ti hanno servito in aereo, quante ore di fuso e di mancato sonno hai accumulato: quando atterri a Las Vegas ti passa tutto e ti viene subito voglia di buttarti in un Casinò. Anzi, ancora prima di atterrare, grazie alla vista mozzafiato delle luci della città del peccato che si palesano nel finestrino dell’aereo dieci minuti prima di toccare la pista.

Beh, non c’è molto da attendere. Non serve raggiungere la Strip per trovare il gioco d’azzardo a Vegas: appena sceso dall’aeroplano, tra un gate e l’altro, il gambling è sotto il tuo naso già in aeroporto, con le slot machine.

Tante, troppe slot machine – secondo Wikipedia sono almeno 1.234 gli apparecchi sparsi tra i terminal dell‘aeroporto McCarran. Sono invadenti, rumorose, e devi forzatamente passarci in mezzo per arrivare ai nastri trasportatori delle valigie, con la paranoia che il tuo bagaglio sia rimasto a New York o addirittura imbarcato sul volo sbagliato e trasportato in chissà quale angolo degli USA.

“Vabbè” penserete voi “ma anche in Italia ci sono slot machine dappertutto”.

Verissimo, ma a Vegas la storia, come si può immaginare, è diversa. Ci sono intere “isole” di slot da casinò, che non sono certo le malconce macchinette dei bar nostrani. Alte due metri e più, con cartelloni colorati, luci lampeggianti al neon, fastidiosissimi cicalini e campanellini di varia natura, e seggiolino in pelle o velluto super kitsch incorporato nella pedana della macchina stessa.

Hanno anche il braccio meccanico, anche se non serve più dato che basta schiacciare i pulsanti per perdere, pardon, giocare: un omaggio al passato, quando le chiamavano “one-arm bandits”, ladri con un braccio solo.

Io non gioco alle slot né ad altri giochi dove le skill non contano, fortunatamente non ho lo spirito da “gambler”. Ma anche se avessi avuto voglia di buttare qualche dollaro, non credo mi sarebbe venuta proprio al McCarran, tra la già citata ansia da bagaglio e la voglia di uscire fuori e vedere da vicino la magia della vicinissima Strip. Ma non tutti la pensano come me: molti turisti appena sbarcati si sono subito parcheggiati davanti alle luci lampeggianti delle “macchinette”, la prova che il meccanismo funziona a dovere.

Attenzione, però, alle regole, che negli USA sono sempre ben chiare. I cartelli di avvertimento sono visibilissimi: non si gioca sotto i 21 anni, non ci si può nemmeno sostare vicino.

Peccato non ci sia nessuno a controllare! Ma in fondo è proprio così, Las Vegas è un gigantesco paradosso, e lo si capisce già dai primi minuti in aeroporto.