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il 27 Apr 2011

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Malta Poker Dream con ilCreativo85

Malta Poker Dream con ilCreativo85

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Malta di primavera è calda e ventosa, sembra la prima estate di certe località marittime italiane. Il sole scalda, il vento rinfresca e la sera il mercurio nel termometro cala abbastanza a picco. A St Julian’s c’è una settimana di prime volte ad aspettare il Creativo.

E’ un pro, e come tale ha un enorme rispetto del suo bankroll e del lavoro con il quale l’ha costruito. Giorno dopo giorno, sessione dopo sessione. Di gamblare non se ne parla mai, ma per una volta si può smezzare il buy-in. Quello del Malta Poker Dream, Main Event, è di 1000 euroni più 100 di fee.

Il roll e le regole del suo management ne consentirebbero solo una parte, il side event è comodamente alla portata. Ma c’è un compleanno da onorare, e il regalo bisogna farselo. Complice l’iniezione di fiducia di una patch sul maglione, è il momento giusto per provarci. Aereo da Linate in tarda mattinata, due file più indietro Melita Toniolo e Francesca Fioretti, madrine dell’evento e protagoniste della pellicola pokeristica che si girerà proprio durante il torneo; nelle cappelliere sopra i sedili, mille-e-uno zaini marchiati dalle poker room italiane e non.

L’aereo è un brulicare di parole che il maltese tipo di ritorno a casa dopo una vacanza a Milano faticherebbe a recepire. “M’ero accorciato con un paio di spewate, apro dal cut-off e il bottone mi tribetta, io pusho, mi gira i pini e parto dietro ma in ‘sto periodo runno come Gesù Bambino e vinco il 20-80”. Povero, il maltese tipo con la faccia che sembra un punto interrogativo…

ARRIVO Malta accoglie il Creativo con un tassista che si crede Eddie Irvine. Incredibile a dirsi ma si arriva in Hotel, uno dei due convenzionati, sani e salvi. “Ma questi guidano tutti così? Meno male che gioco domani, altrimenti ciao”. La sera è quella del martedì, c’è un satellite da 120€… perché non tentare di risparmiare il K dell’iscrizione? La struttura profuma di lotteria, il field non è amplissimo e non conosce – diciamo così – il concetto di ICM o push or fold. Ma le carte si girano male.

Nessun problema, era un tentativo. Simone si butta sul cash. “Per la prima volta l’ho giocato serio, come se stessi lavorando, mica come le altre volte che spewavo random”. La sessione è positiva, giocate solide che fruttano un profit del 100% sullo stack iniziale. “Il tavolo non era nulla di che”. Comunque buona parte del buy-in è recuperato, meglio di così è dura cominciare.

MAGLIONE SI’, MAGLIONE NO E’ il momento della patch, vero e proprio tormentone della sette giorni maltese. “Dove l’attacco? Ma sarà dritta? Si leggerà di più sul bianco o sul nero?”. Simo ci tiene, è la prima volta che una poker room italiana gli offre un contatto forte, è Sisal e lui è da qualche giorno proprio uno dei Sisal Poker Friends. “Sono andato apposta ieri mattina all’alba a recuperarle, ora devo capire come fare a metterle al meglio”. Dopo alcune magliette prese e buttate dalla valigia, ecco i capi prescelti.

Maglietta azzurrina manica lunga e maglioncino girocollo nero. Patch in mano, abiti stesi sul letto ma… “è molle il materasso, come faccio a far pressione per farla attaccare?”. La bibbia di ogni headsuppista torna ancora una volta utile. Il libro di Collin Moshman scivola sotto il colletto e fa da base per la pressa manuale. Patch applicata, la divisa è pronta e si può cominciare.

IL MAIN Il Casinò Portomaso è una doppia sala subito a seguito di una decina di gradini in discesa. Qualche roulette, una ventina di tavoli da poker e qualcuno per il black jack. Ma il torneo si gioca due piani sopra: salone immenso che sa di teatro, o quanto meno auditorium. Struttura amplissima quindi, come quella del torneo: 50.000 le chip iniziali, (bui 50/50 al primo livello da 50 minuti, la più piccola – verde – vale 25). Le placche invece sono da 25K. “Non mi piacciono per niente quelle tavolette, vuoi mettere con le care vecchie chips?”.

Vero e – domanda – chissà cosa si inventerebbe quel prestigiatore di Erion Islamay con quegli aggeggi? Il primo tavolo non è male, Simo sale nel count e gioca come sa. Apre di qua e di là, concretizza un paio di mani tra cui un 77 fullato al turn su board pairato e dopo qualche ora sfonda quota 100K, più che raddoppiando la dote iniziale. Folda anche i Jack quando il board diceva che erano una overpair, sarà un very nice fold perché due oppo avevano legato top 2 pair e set.

“Magari avrei potuto farli foldare tutti pre flop, però non mi è dispiaciuto come ho giocato quello spot. Peccato per un paio di spewate andate male, sennò mica mi accorciavo così a fine giornata”. Al momento di imbustare e firmare le chips in previsione del Day 2 (48 ore dopo, l’indomani sarebbe stata la volta del Day 1B) ne conta 76.900, appena sopra average. Tutto fattibilissimo.

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RIPOSO E SUCK OUT Al giovedì tocca agli altri, oltre 260, che si schierano al day 1B. Il creativo non molla i tavoli e si dirige al cash. Il livello è ancora basso, ma questa volta il dealer decide di girare le carte sbagliate. “Se avessi vinto tutti i colpi in cui partivo nettamente avanti mi sarei pagato 3 o 4 buy-in del main. Invece li ho persi tutti, anche gli 80-20. Incredibile!”. Come a dire, ciò che il cash dà, a volte, lo rivuole indietro. Nulla di male, siamo qui per un altro motivo. Il main.

LA MONETA CADE MALE E’ un coin flip a mannaiare lo stack del Creativo a Day 2 inoltrato. Appena sotto average e con un rush fantastico di spillate che variavano dal 9-2o al J-3o, l’occasione per dire veramente la propria arriva con le sembianza di un asso e di una dama. Si va ai resti pre flop e AQ se la deve vedere con due dieci. Causa la magia dell’hold em all’ora del river un dieci avrebbe fatto chiudere scala a Simone e una donna lo avrebbe condannato a subirne una.

Ma tutto fila via liscio… purtroppo. Testa o croce. Testa ci si allunga e si può giocare aggressivi la bolla imminente; croce si scende a 12 bui e si fa del push or fold una regola di sopravvivenza. Croce. Con lo stack falcidiato, un paio di push vanno a buon fine e fanno rastrellare bui e ante, ma il semaforo rosso definitivo arriva con i connectors. 7-6 a picche, da middle. Ovviamente si mette tutto nel mezzo. Dai bui spuntano due Kappa, che reggono nonostante un 7 al flop. Verso le 23 e trenta di venerdì primo aprile suona la sveglia e finisce il sogno maltese del Creativo.

GRINDER, ROUNDER O… GROUNDER? Poche recriminazioni, anzi nessuna visto che “se si perde facendo le scelte giuste bisogna essere più contenti di vincere facendo quelle sbagliate”. Coach Creativo lo ripete sempre ai propri allievi e il principio vale anche per lui. Resta la delusione di incocciare con i connectors suited, per il terzo live filato, un bel mostro pronto a sbranare. L’aereo di ritorno è prenotato per il martedì successivo, perché se si parte è per arrivare al final table, mica per far gettone di presenza.

Restano tre giorni da occupare dimenticandosi della piscina dell’hotel e del mare a duecento metri. Si è lì per lavorare e dunque PC, connessione e via di Heads-Up su Sisal, oltre ai classici eventi domenicali. La vita del grinder non si esaurisce fuori dai confini della propria stanza-ufficio. Però con un casinò a non più di 750 passi di distanza sembra brutto non spillare ancora qualche carta in plastica e ossa. Una parentesi da rounder. O forse, la nuova figura mitologica incrociata del grounder?

MA TU SEI… FORTE! Il tempo di qualche match testa a testa, per le sessioni di hands review notturne e per il multitable della festa nella hall di un hotel a corto di prese per la corrente contese dai grinder di tutta Italia giunti a St Julian’s. Si chiacchiera anche e ci si scambiano i nick. “IlCreativo85?!? Ah, ma tu sei forte!”, gli dicono… Sorriso mezzo imbarazzato e risposta da chi sa che il poker non dovrebbe cambiare gli atteggiamenti di una persona. “Così dicono… non lo so”, risponde. La settimana maltese vola e si chiude con una notte da 2 ore di sonno e con una buona dose di sano terrore per il viaggio di ritorno. Macché paura dell’aereo, è che c’è di nuovo lui, il taxista Irvine…

Gabriele Riva

 

 

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