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il 5 Mag 2011

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Storie di poker quotidiano : Teseo e il Minotauro

Storie di poker quotidiano : Teseo e il Minotauro

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È lunedì pomeriggio e dalla finestra della mia stanza riesco a sentire il rumore della pioggia che cade incessante da oltre 3 ore. I temporali primaverili mi hanno sempre trasmesso una sensazione di tristezza e malinconia spaventosa. È proprio vero che quando piove la cosa migliore da fare è starsene sotto le coperte.

Io però non posso, sono da poco rientrato a casa dal lavoro e devo cominciare la mia sessione di grindig, devo fare massa se voglio sbloccare tutto il bonus che mi hanno concesso, poi ci sono i punti da accumulare, la rake da fare ecc..

La settimana appena trascorsa è stata un vero disastro, ho chiuso con quasi 600 euro di perdita e come se non bastasse la mia vita extra poker non mi aiuta a smaltire le frustrazioni subite al tavolo. Con la mia ragazza è un continuo litigare, sul lavoro comincio a sentire il peso delle ore di sonno perse davanti al Pc e il mio capo non perde attimo per rinfacciarmi anche la più piccola leggerezza.

Apro la lobby della mia poker room e comincio a registrarmi su qualche tavolo, “cominciamo piano, tanto per riscaldarmi un po’” ,penso tra me e me, e così decido di aprire solo 2 tavoli. Ok, il primo tavolo è partito. Dando uno sguardo rapido alle statistiche del mio avversario, non sembra tanto abile. Nel frattempo parte anche il secondo, “questo lo conosco ho giocato altre volte contro di lui e ho una buona history , non dovrebbe essere un grosso problema.”

Neanche il tempo di finire i miei pensieri e di rivedere un po’ le statistiche dei miei avversari che già sul primo tavolo mi ritrovo in una mano alquanto complicata. Chiudo scala al flop, decido di puntare per valore, tanto lui mi paga anche 3 puntate se chiude una Top Pair.

Il turn accoppia il board portando con se anche un progetto di colore. Il river chiuderebbe l’ipotetico progetto di colore, ma tra me e me penso “ è alquanto improbabile che abbia chiuso colore al più ha un trips, quindi provo a portargli via un po’ di chips” e così punto circa ¾ del piatto, disposto anche a chiamare un suo All in.

Ed infatti eccolo che manda resti, io callo convinto di essere davanti ma mio malgrado scopro che il mio avversario aveva invece un Full di 10 e 7 per me imbattibile.

“Cavolo” penso,  “forse ho sbagliato a puntare sul river, magari dovevo far giocare lui. Non saprei, la sua puntata al turn mi ha mandato fuori strada. Ok nulla di preoccupante andiamo avanti la serata è ancora lunga”. Apro altri due tavoli perché comincio ad entrare in temperatura, ma la giornata sembra andare storta, dopo circa 2 ore di gioco sono riuscito a fare 12 Head’s Up vincendone solo 5.

Comincio a pensare che forse sia io a non essere in forma, che la mia mente non sia più tanto in grado di elaborare velocemente le informazioni, forse devo smettere, staccare un po’ la spina mi farà bene. Ed allora accendo un po’ la TV apro skype sul mio pc e cerco il mio amico Francesco, con lui posso sfogarmi, posso rivedere le mani giocate, fare un’analisi e magari prendermi anche qualche buon consiglio.

Sfortunatamente però non è online, anzi pare che nessuno con cui abbia voglia di parlare ora sia online. “Possibile che quando hai bisogno di qualcuno non ci sia mai nessuno?”

Ok, allora apriamo un po’ facebook magari guardare le foto di qualche vecchio amico o amica mi potrà rilassare.  Dopo circa un’ora passata su internet tra facebook, forum di poker e cazzeggio vario decido di ricominciare, 12 game sono ancora pochi.

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Così apro altri 4 tavoli, ma la storia non cambia, ne vinco a mala pena 1 su 3 e da inizio sessione sono già sotto di quasi 10 buy in.

Comincio ad innervosirmi sul serio, il poker comincia a darmi sui nervi, divento intollerante a qualsiasi cosa. Mia madre viene a chiamarmi per cena e tutto nervoso le urlo che oggi non ho fame, devo lavorare.

Si “lavorare” proprio questo è stato il termine che ho utilizzato, come se quel giochino stesse cominciando ad impadronirsi della mia vita a tal punto da portarmi a definirlo un lavoro. Certo da quando ho cominciato a giocare ho guadagnato una bella sommetta, ma non posso pensare che per il momento il poker possa essere un lavoro per me.

“Ecco ora cominciano le riflessioni sulla mia vita”, la mia mente viaggia più veloce della luce da un pensiero all’altro: il poker, la mia ragazza, il mio lavoro. “Forse dovrei dedicarmi ad altro, dovrei rallentare un po’, staccare un po’ la spina con il poker per cominciare nuovamente a dedicarmi alla mia vita”.

Francamente nemmeno me la ricordo più la mia vita prima del poker, non riesco a ricordare come passavo il mio tempo prima, quando non giocavo. Avevo più amici ? Ero più Felice? Ero più appagato di quanto non lo sia ora?

Più ci penso e più mi rendo conto di quanto, questo periodo che sto attraversando forse rappresenta  l’anticamera del Tilt, uno swing di qualche decina di buy in, sta minando la mia stabilità mentale.

Il Tilt è la bestia nera dei gridner, il mostro con cui tutti nella vita dobbiamo fare i conti prima o poi. Ho letto qualche libro su come non farsi prendere dal tilt, su come affrontarlo, ma francamente non mi ci ero mai ritrovato contro. Mi sento come un eroe mitologico che si prepara tanto per la battaglia finale e poi quando si ritrova davanti il cane a tre teste ha un momento di esitazione. “Sono preparato per la battaglia?, sarò in grado di sconfiggere il mio avversario?” questo doveva pensare Teseo al cospetto del Minotauro.

Alla fine decido di andare a letto. È sotto le coperte che riesco a passare un po’ di tempo con me stesso, nella più assoluta tranquillità riesco a pensare e riflettere meglio. Chiudo la lobby, spengo la TV e tutte le luci dentro la mia stanza, prendo un bel respiro profondo e ad occhi aperti guardando il soffitto e penso : “ Ho gli stessi amici che avevo prima, almeno in numero.

Non sono più triste o meno felice (dipende dai punti di vista) di quanto non lo fossi prima. Certo il mio lavoro comincia a starmi stretto, ma nella vita anche nascere miliardario dopo un po’ ti va stretto”.  Alla fine più ci penso e più mi auto convinco del fatto che non sita facendo nulla di male, d’altronde guadagnare qualche soldo extra facendo una cosa che ti diverte credo sia il sogno di tutti, o quasi.

Quindi in fin dei conti credo che la domanda più giusta da porsi non sia perché continuare con il poker. Ma bensì, perché smettere ?

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