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il 21 Dic 2016

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L’errore più comune al cash 2-5 secondo Ed Miller: “I giocatori non nascondono la forza delle loro mani”

L’errore più comune al cash 2-5 secondo Ed Miller: “I giocatori non nascondono la forza delle loro mani”

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Vi sentite già abbastanza ferrati nel cash game live e volete salire di livello?

Allora dovreste leggere quello che scrive il coach americano Ed Miller nella seconda parte di una serie composta da tre articoli, dove si analizzano gli errori tipici nel cash live.

Cliccando QUI potete leggere quali sono gli errori tipici del cash 1-2, nel caso ve li foste persi. Ora si sale ai medium stakes, ovvero al cash $2-$5.

Miller parla sempre del cash di Las Vegas, ma i suoi consigli sono ovviamente validi ovunque! Ecco come introduce il suo secondo intervento:

I regular del $2-$5 sono salito di livello imparando alcune importanti lezioni. Hanno imparato a fare un po’ di hand reading. Hanno imparato a non chiamare all-in con coppie deboli. Hanno imparato a fare pot control, provano cioè a tenere bassi i piatti con mani modeste con showdown value.

Nonostante tutto questo, i giocatori al $2-$5 fanno ancora molti errori che potete sfruttare, se sapete cosa cercare”. Miller sostiene che questi giocatori “indossano la forza delle loro mani sulle maniche“.

Si tratta di una tipica espressione inglese presa in prestito da Miller, traducibile così: i giocatori rendono nota la forza delle loro mani.

Le skills di hand reading all’$1-$2 generalmente sono scarse. Al $2-$5 i giocatori sanno più spesso dove stanno nelle mani. Per esempio, un giocatore di $2-5 con A-10 in mano su un flop A-9-7 saprà che può avere la miglior mano, ma che ciò diventa più improbabile con molta azione.

I giocatori di $2-5 proveranno ad arrivare allo showdown con A-10 con puntate moderate, checkando magari una strada o due.

In contrasto, con 9-9 in mano o A-K, gli stessi giocatori proverebbero ad incrementare il piatto. Dopo tutto questa è una delle cose imparate che hanno permesso loro di fare level up. Hanno imparato ad estrarre valore dalle mani forti. Non faranno check con queste mani e le loro puntate saranno più importanti.

In ogni caso, quello che devi fare è osservare l’azione al flop e al turn, per farti un’idea valida della forza avversaria. È difficile leggere le carte precise, ma puoi comunque exploitare l’avversario al turn o al river.

 

Miller con un’unica mano esemplificativa chiarisce il tutto, immaginando tre scenari diversi. Cambiano le sequenze di puntate al flop e al turn.

Un tipico giocatore da $2-5 apre a $20 da HJ e tu chiami da bottone. I bui foldano. Il flop è Q97. Il pot è di $47.

Scenario 1. Il raiser cbetta $65.

La puntata è più alta del pot. Ciò indica che al giocatore non interessa mantenere basso il pot; ma suggerisce anche che il giocatore vuole proteggere una mano, si sente vulnerabile. Miller si aspetta di vedere una mano come A-Q o K-K dopo questa azione.

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Con doppia coppia o set, pusherei aspettandomi un call. Con un draw (in particolare un 8-6 nascosto), chiamerei l’overbet pianificando un bluff al turn o al rivere in caso di carta a picche. Folderei al flop con una mano come J-J“.

Supponiamo di chiamare e di vedere un 3 al turn. Su un brick come questo, l’original raiser puntarebbe $150 o più. “La puntata confermerebbe la mia idea e agirei di conseguenza. Non proverei mai a bluffare, neanche con un combo draw, pusherei ogni mano in grado di battere A-A“.

Se chiamiamo e vediamo un 10 al turn, il board si fa insidioso. Con questa carta l’original raiser farebbe check o una piccola puntata, forse ancora $65 o poco più. “Entrambe le azioni confermerebbero la mia lettura. Contro un check farei una piccola puntata (forse $100), programmando uno shove sulla maggior parte dei river. Contro una piccola puntata, farei un minraise, anche qui programmando uno shove al river“.

Non committate il vostro opponent con puntate grosse al turn, altrimenti si sentirebbe in obbligo di chiamare con mani come K-K. “Preferirei far cascare il river, lasciando il mio oppo con una coppia e mettendogli pressione“.

Scenario 2. Il raiser cbetta $30.

Il pensiero dietro a questa bet è meno chiaro. Potrebbe avere draw, una coppia debole, una mano come 10-10 o Q-10 oppure può avere una mano forte come 9-9.

Poiché la puntata è piccola rispetto al pot, chiamerei con la maggior parte delle mie mani (tranne 3-3 o altre che non c’entrano niente) e osserverei la reazione avversaria al turn“.

Supponiamo di chiamare e che al turn scenda un 3. “Se l’original raiser checka, la nostra puntata è automatica. Su questo board, se il raiser avesse qualcosa di valore lo proteggerebbe. Punterei perciò al turn e anche al river se necessario“.

Se l’original raiser punta forte ($100 o più) ha una mano. Un set o un draw da lui considerato molto forte. Non gli vedrai girare mani come Q-10. “Non blufferei contro questa bet size, perché verremmo quasi sempre chiamati. Se abbiamo A-Q possiamo chiamare sperando che oppo abbia draw, che non lo chiuda al river e che faccia check per permetterci di checkare dietro. Se pushasse river invece folderei senza pensieri.

Se l’original raiser punta poco, chiamerei per le pot odds e per valutare la reazione avversaria al river“.

Scenario 3. Il raiser checka al flop.

La maggior parte delle volte, significa che il raiser non ha molto al flop. Miller punterebbe poco ($30), pianificando di puntare anche molti turn. Molte volte il raiser non arriverà oltre il turn. Se nasconde grosse mani farà check/raise al turn.

 

Questa è la conclusione di Miller: “I giocatori di $2-5 hanno imparato a non fare grossi errori, ma non fanno abbastanza per nascondere le loro mani.

Se osservi le loro azioni e usi un po’ di logica, puoi immaginarti cosa stanno cercando di fare. Assicurati che non ottengano quello che vogliono“.

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