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il 13 Set 2013

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Dan “Jungleman” Cates: “Gli EPT non sono sicuri”

Dan “Jungleman” Cates: “Gli EPT non sono sicuri”

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Dan Cates si è svegliato stamattina con voglia di fare un po’ di polemica. Non si capisce altrimenti il primo tweet che ha scritto oggi, in cui diceva “Giusto per avvertirvi: i tornei dell’EPT non sono sicuri. Sono entrati nelle stanze in altri EPT, non solo in quello di Barcellona“.


Non sappiamo bene cosa abbia potuto spingere Cates a fare un’affermazione del genere ora, quando mancano poco più di due settimane per l’inizio dell’EPT di Londra e quando sono andate via anche due settimane dall’EPT di Barcellona. Poi “Jungleman” a Barcellona non c’era nemmeno…

In ogni caso, questo tweet di Cates fa sollevare un argomento su cui forse non si è parlato ancora in profondità ed è il dispositivo di sicurezza che l’organizzazione dell’EPT mette a disposizione dei giocatori quando si gioca ciascuna delle tappe del circuito. Alla fine il raduno di circa 1.000 persone che possono permettersi di giocare 5.300€ in un torneo di poker (eccezione fatta di qualche qualificato online o di qualcuno che giochi fuori bankroll) è un’occasione troppo attraente per i criminali.

L’esempio più eclatante di quello che diciamo è decisamente l’EPT di Berlino della sesta stagione, quando un gruppo di uomini armati fece un’irruzione nel casinò con l’intenzione di rubare l’intero montepremi del torneo. In quell’occasione, anche se alla fine i soldi rubati non furono così tanti come i ladri avrebbero voluto, la scena della rapina lasciò un’importante segno nei giocatori, nell’organizzazione e persino negli spettatori, che in streaming videro i tavoli cadere e la gente correre per la sala poco prima che si interrompesse lo streaming.

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Più tardi apparve persino questo video in cui si vede la situazione di caos e qualche scena di combattimento quasi da film fra la sicurezza del casinò e gli assaltanti, che in un primo momento riuscirono a scappare.

httpv://www.youtube.com/watch?v=3_6FCDzEb4g

L’ultimo episodio riguarda un altro tipo di attacco, più dal ventunesimo secolo che da rapina della banca del Far West. Parliamo dell’attacco degli hacker ai computer dei giocatori che si sono recati a Barcellona pochi giorni fa per giocare la prima tappa della nuova stagione dell’EPT.

Due episodi che pur essendo una minoranza rispetto al numero di eventi che l’EPT ha organizzato, pesano parecchio nella memoria dei giocatori e degli amanti di questo sport. Quindi, anche se consideriamo che Cates sia andato un po’ troppo lontano nel dire che gli EPT “non sono sicuri”, è vero che forse l’organizzazione potrebbe fare qualche sforzo in più per garantire la sicurezza non solo fisica dei giocatori mentre sono al tavolo ma anche nei dintorni dei casinò per loro e le loro pertinenze.

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