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il 21 Feb 2014

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Si può vivere di mtt live? I pensieri discordanti di Luca Moschitta, Carlo Savinelli ed Enrico Mosca

Si può vivere di mtt live? I pensieri discordanti di Luca Moschitta, Carlo Savinelli ed Enrico Mosca

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L’articolo pubblicato ieri sulla teoria del professionista americano Devonshire ha incuriosito i nostri fan, che non hanno mancato di mettere ‘mi piace’ sulla pagina Facebook di Italiapokerclub.

L’argomento è da sempre di grande attrattiva e il fatto che un giocatore da due milioni e mezzo di dollari vinti in carriera tra live e online sostenga l’impossibilità di vivere di poker live in America, la patria del texas hold’em, ha suscitato non poco scalpore: evidentemente c’è chi conviene con Devonshire e chi, invece, in virtù della personale esperienza, va contro il pensiero del professionista americano.

Alla luce di ciò, abbiamo pensato di chiedere un parere a riguardo ad alcuni giocatori italiani che, in questi anni, hanno fatto e stanno facendo del poker live un’importante fonte di introiti annuali. Sarà +ev o -ev nel long term convogliare tutte (o quasi) le energie pokeristiche negli mtt live?

“Gioco con costanza i live da cinque anni – esordisce Luca Moschittae grazie ai profitti sono riuscito a comprarmi casa. Solo un anno il mio ROI ha fatto segnare il meno davanti, le restanti stagioni sono state molto positive”.

Ma è possibile tenere quel 25% di ROI di cui parlano Plant e Devonshire per fare almeno un +60,000$ annui?

Moschitta parla anche di questo e porta un esempio: “Ci sono tanti pro che, costantemente, tengono molto più del 25%, Vanessa Selbst ci riesce da anni e non si può dire che abbia sculato un solo torneo importante, dato che ha vinto tanti soldi in tanti mtt differenti. Personalmente credo di avere un valore del ROI che sta tra il 200% e il 250%, ma questo dato, comunque, rimane relativo: puoi infatti giocare un torneo all’anno, vincerlo e il ROI schizza alle stelle. Il segreto, per me, quindi, sta nel non giocarne troppi ma neanche troppo pochi, per cui diventa importantissimo fare un’accurata selezione”.

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Se Moschitta, dunque, ‘distrugge’ l’analisi fatta da Devonshire e Plant ben motivando il proprio pensiero, rafforza la tesi del siciliano anche Enrico Mosca, esperto giocatore di tornei live, soprattutto italiani. Questo il suo pensiero: “E’ indubbio che la vita del grinder online sia molto diversa da quella del professionista di live, dato che quest’ultimo ha molte spese extra, non dovendo pagare infatti solamente il buy-in. Chi gioca con costanza live, però, ha la possibilità di costruirsi un’immagine che, talvolta, può tradursi in contratti di sponsorizzazione e se va male il torneo può comunque fare soldi in partite di cash game spesso profittevoli. Credo quindi che, con il giusto equilibrio, sia possibile avere garantito un buon guadagno annuale anche dedicandosi ai multitavolo live”.

Pensiero opposto quello di Carlo Savinelli, che vede una sola possibilità per vivere di live, ovvero dedicarsi al cash game: “Per me – sostiene il professionista campano è impossibile vivere di mtt live, mentre col cash game lo si può fare tranquillamente. Certo, si parla comunque di partite importanti di poker, ma giocare cash game live è senza dubbio +ev: il 75% del mio gioco lo dedico, infatti, a questa specialità e il 25% al cash game online, selectando però molto sia room che tavoli…”.

Ma esistono tornei live ‘buoni’ e ‘cattivi’?

Luca Moschitta, data l’esperienza maturata negli anni, ha una precisa idea anche su questo: “Si dovrebbero sempre giocare quegli mtt dove il vincitore prende almeno 80 volte il buy-in, mentre sono da scartare quelli che non vanno oltre le 40 volte il buy-in investito. L’IPT di qualche anno fa, ad esempio, era ottimo, così come lo sono gli eventi WSOP e le tappe nazionali che precedono gli EPT. Pollice verso invece per i super high roller, davvero troppo costosi, anche se, a onor del vero, tanti di questi possono rivelarsi in investimento buono visto che il field, spesso, è composto da businessmen dilettanti. La Selbst e McDonald questo lo sanno benissimo e, infatti, non mancano mai appuntamenti simili, anche vendendo intelligentemente le quote”.

 

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