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il 9 Feb 2020

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E’ Stu Ungar il più forte giocatore di MTT di tutti i tempi?

E’ Stu Ungar il più forte giocatore di MTT di tutti i tempi?

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Se  avessimo chiesto quale fosse il giocatore più forte al mondo di Gin Rummy, nessuno avrebbe avuto molti dubbi a fare il nome di Stu Ungar in merito. Ma il tre volte campione del mondo alle WSOP, soprannominato “The kid” proprio perchè fin dal giovanissimo ai tavoli da gioco, potrebbe essere anche considerato il più forte giocatore al mondo di tornei di poker?

Chi era Stu Ungar

Malgrado credo siano davvero pochi gli appassionati di poker a non conoscere ancora il nome di Stu Ungar, forse per provare a rispondere alla domanda iniziale è meglio partire raccontando chi fosse questo straordinario personaggio.

Dotato di una prodigiosa memoria, fin dalla giovanissima età (da 10 anni in poi) si dedicò ad un gioco molto in voga all’epoca, il gin rummy (una specie di ramino giocato generalmente uno contro uno). Più tardi trasferitosi a Las Vegas, vinse talmente tanti tornei in questa specialità che venne letteralmente escluso dai casinò in cui si giocava (nè alcun giocatore voleva più giocare contro di lui del resto). Motivo per cui si rese quasi necessario passare all’emergente gioco del poker nella sua modalità del Texas Hold’em.

Diventò così il più giovane giocatore a vincere il main evente delle WSOP (battendo niente meno che un’altra leggenda come Doyle Brunson), titolo poi bissato l’anno seguente e, in maniera ancora più sorprendente, cogliendo il terzo braccialetto nel 1997 al suo ritorno ai tavoli dopo anni decisamente travagliati.

Perchè di Ungar non sono note solo le sue abilità al tavolo da gioco, ma anche una vita dissoluta in cui tossicodipendenza, scommesse andate male e depressione sono andate spesso a braccetto. Tanto che nel 1998 venne trovato senza vita in una stanza dell’Oasis Motel di Las Vegas, con 800 dollari in tasca che era tutto ciò che gli restava.

Perchè è diventato leggenda?

Questa in breve, la sinossi di una vita da giocatore. Ma per creare il mito non bastano tre braccialetti e forse nemmeno una vita vissuta così oltre le righe. Se per più di qualcuno “The kid” è considerato il miglior giocatore di tornei di poker al mondo (ivi compreso il pluri-braccialettato Phil Hellmuth che ha dichiarato spesso la sua totale ammirazione per Stu), è perchè in più di un’occasione ha dimostrato di avere qualcosa in più di tutti gli altri campioni.

Di certo ci sono innumerevoli testimonianze della sua incredibile capacità di memoria, tanto che una volta scommise persino 100.000$ di riuscire a contare tutte le carte in tavolo da Black Jack con sabot a sei mazzi, e vinse.

Ma forse la sua capacità migliore ai tornei di poker era quella di riuscire a dominare completamente i suoi avversari, utilizzando un gioco estremamente aggressivo quasi sconosciuto all’epoca (come rammenta bene Mike Sexton in riferimento ai due Main Event vinti di fila tra il 1980 e 1981).

E poi ci sono gli episodi che sono ormai entrati nella leggenda. Come quello dell’anno 1990, in cui al Day2 del Main Event delle WSOP finiva la giornata nettamente Chipleader, salvo poi perdersi in una notte brava e non presentarsi più al via nei giorni seguenti (finendo comunque il torneo al nono posto tanto era il margine di chips).

O come quello dell’anno successivo, proprio contro il campione del mondo Mansour Matloubi, quando si scontrarono in un “head’s up” da 50 mila dollari in cui Stu Ungar effettuo quello che è considerato come il “Call del secolo” (vedere per credere).

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Ma volendo scegliere, probabilmente la vera consacrazione dell’eroe del tavolo verde avvenne nel 1997, quando malgrado i suoi problemi fisici ed economici, tornò sulle scene e vinse il suo terzo braccialetto dominando il torneo come forse mai si è visto da allora, quasi giocasse (lui soltanto) già un altro gioco (molto più simile a quello più moderno).

 

Il miglior giocatore di poker a torneo del mondo

Se dovessimo basarci sul numero di vittorie, dovremmo forse considerare come migliore Phil Hellmuth con i suoi 15 braccialetti alle WSOP. Oppure un Bryn Kenney che vanta oltre 55 milioni di premi nei soli tornei disputati.

Per non parlare di tutti quei giovani arrembanti grinder che nel mondo del poker online hanno giocato milioni di mani di torneo e vinto probabilmente più di ogni altro.

Perchè allora considerare davvero Stu Ungar come il migliore?

Partendo dalla palese impossibilità di rispondere in maniera definitiva alla domanda, va fatta una doverosa distinzione. E’ ovvio che moltissimi giocatori di oggi hanno competenze e tecnica anche di molto maggiori, tanto la strategia di gioco si è evoluta in questi anni. Così come è ovvio che vincere ripetutamente tornei da 50-100 persone è comunque più facile che portare a casa oggi tornei con migliaia di iscritti ogni volta.

Ma altrettanto se vogliamo affrontare un possibile paragone del genere, dobbiamo pensare come se anche a Stu Ungar fosse stata data la stessa possibilità di studio e di aggiornamento dei giocatori moderni. O viceversa, se si potesse “spogliare” delle nuove conoscenze i giocatori di oggi e metterli di fronte alla sfida con il passato.

Ecco, l’impressione in questo caso è che la sua capacità di adattamento, le sue prodigiose capacità e la voglia di dominare i suoi avversari, lo avrebbero comunque portato ad essere il migliore. A patto ovviamente, di tralasciare le complicazioni del suo carattere, perchè forse il vero dubbio riguarda proprio quest’ultima considerazione: può essere il miglior giocatore di tornei al mondo, incapace di gestire la sua persona (e il suo bankroll)?

Quello che è certo in ogni caso, è che proprio grazie alla sua innovativa strategia di gioco sono molti i grandi campioni che ne hanno preso spunto, modificato il gioco e studiato possibili contromosse. Un passo in avanti che a cascata ha influito su tutti i campioni venuti in seguito. Un esempio da cui imparare, almeno al tavolo da poker.

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