Tuesday, Apr. 30, 2024

Strategia

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il 11 Mar 2020

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Secondo Federico Petruzzelli solo pochi in Italia sanno giocare i tornei KO

Secondo Federico Petruzzelli solo pochi in Italia sanno giocare i tornei KO

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Ormai da diverso tempo la formula KO o Knock-Out ha preso piede soprattutto nei tornei di poker online.

Aggiudicarsi la taglia dell’avversario eliminato dà un boost di adrenalina e permette di ripagare il buy-in anche senza arrivare alla zona premi del torneo, o di incassare premi ragguardevoli anche senza arrivare alla vittoria finale.

L’apprezzamento dei giocatori ha fatto da traino. Sono seguiti gli upgrade dei software di studio del poker e la applicazione più o meno approfondita al formato da parte di chi, con il poker, ci mangia o dovrebbe farlo, ovvero i regular.

Secondo Federico Petruzzelli, che la settimana scorsa si è laureato campione delle Carnival Series vincendo il Main Event con formato Progressive KO, c’è però ancora tanta strada da fare.

 

Troppe ‘spitate’ nei tornei con taglie

Diretto come suo solito ‘Petruz’ ci dice che troppi credono di giocare a un altro gioco, solo pochi sanno adattarsi bene ai tornei che mettono in ballo le taglie.

“Secondo me i tornei KO in Italia li sanno giocare in pochi, davvero in pochi – spiega Federico – perchè vedo fare cose che non esistono per rincorrere delle taglie ridicole”.

‘Petruz’ spiega che anche se ci sono le taglie in ballo l’obiettivo finale non cambia:

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“Il torneo si gioca per vincerlo perchè i soldi stanno lì sopra, nelle prime tre-quattro posizioni della classifica”.

Evidentemente, durante il Main Event vinto, la sensazione è stata che per molti non fosse proprio così.

 

L’importanza dello stack management

Quello che Federico intende implicitamente è che, nei tornei KO, il giocatore medio italiano stia più attento alle taglie avversarie che allo stack management, che è però una skill FON-DA-MEN-TA-LE nei tornei di poker, anche in quelli con taglie, visto che è la profondità dello stack a dare la misura del fattore-sopravvivenza.

“Vedo fare cose davvero imbarazzanti nei tornei KO – prosegue Federico – tipo persone giocarsi 25-30bb totalmente a caso, per rincorrere una taglia che magari vale un terzo del buy-in, o magari vale anche un buy-in ma non importa, la sostanza del mio discorso non cambia”.

Si può dire che quello di Federico sia uno sfogo determinato da quello che ha visto accadere al Main Event Carnival Series vinto. Anche perchè è lui stesso il primo a rendersi conto che avvisi simili sono a valore atteso negativo, da un punto di vista strettamente personale:

“In un certo senso per me è meglio che giochino così, no, perchè sono gli errori degli altri che ti permettono di vincere!”

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