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il 8 Apr 2022

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Stu Ungar il migliore di sempre: che il mito sia forse sopravvalutato?

Stu Ungar il migliore di sempre: che il mito sia forse sopravvalutato?

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Quando si parla del miglior giocatore della storia del poker i nomi che escono sono più o meno sempre quelli: Chip Reese, Amarillo Slim, Phil Ivey e Stu Ungar. Ma a proposito di quest’ultimo, siamo sicuri che sia veramente così?

Durante l’elezione del greatest of all time a cura di Doug Polk, quest’ultimo si è trovato a dover commentare le skill della top 20, con il supporto dei co-conduttori Mike Brady e Kane Kalas.

È Kalas a sparare la bomba che potrebbe distruggere la leggenda di Stu Ungar: dopo aver parlato con uno storico del poker, avrebbe qualcosa da dire…

Non penso che Stu Ungar debba essere in questa lista. Ha avuto molto successo nella scena dei tornei live, ma è sempre stato considerato un po’ un bersaglio nel cash game.

Quando giocava il suo A-game poteva uscire vincente da quei cash game, ma se lo beccavi quando non giocava A-game, cosa che succedeva spesso, era scarso.

Di conseguenza i tavoli di cash game si formavano attorno a Stu, e penso che questo sia squalificante per essere in qualunque lista dei migliori giocatori di tutti i tempi.

Penso che se esistono persone che tentano in tutti i modi di averti nella loro partita per giocare contro di te, allora sei automaticamente fuori dall’essere considerato anche uno dei migliori giocatori della storia.

Non penso che Stu appartenga a questa lista, non penso che possa far parte nemmeno della top 100.

Se parliamo dei migliori giocatori di Gin Rummy, Stu è il numero uno probabilmente. Stiamo parlando di una persona con una delle migliori capacità di memoria in assoluto, Stu è in vetta anche a questa classifica.

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Una storia che adoro risale a un paio d’anni prima del braccialetto del ’97. Stu era broke, stava parlando con alcune persone della sua incredibile memoria, e il proprietario di un casinò non ci credeva. Allora gli ha proposto di mescolare sei mazzi di carte e distribuirne metà, e Stu avrebbe dovuto nominare le 156 carte mancanti.

Stu disse: ‘Ma è matto? Non c’è problema.’, trovò uno staker per 100.000 dollari e ci riuscì tipo in cinque minuti. Era come allacciarsi una scarpa, un gioco da ragazzi.

La sua memoria era incredibile, ma giocava davvero troppo loose nei cash game, troppe mani, troppo spewy. Si dice addirittura più del 50% in un’epoca dove gli altri giocavano KK+. Potremmo definirlo un Isildur della sua epoca.

Grazie alla sua memoria, il suo best game era lo Stud, dove ricordarsi le carte che venivano scartate era una cosa molto importante. Il suo problema è che voleva giocare tutto, e sempre agli stake più alti.

Anche se parliamo di risultati nei tornei delle WSOP, allora possiamo parlare di Stu in quella lista, ma se parliamo del miglior poker player di tutti i tempi, deve essere uno capace di giocare al suo meglio almeno il 95% delle volte.

Una persona che tilta così facilmente e cerca di recuperare le perdite fino al punto di diventare un bersaglio per la maggior parte del suo tempo, non deve essere nella lista.”

 

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