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Come giocare i 3-way pots: l’euristica di coach O’Kearney
I multiway pot sono regolati da dinamiche proprie e rappresentano la situazione più complessa dei tornei di poker, dove neanche i solver riescono ad arrivare.
Per affrontarli in modo utile vengono in aiuto i consigli di Dara O’Kearney, che sulle colonne di PokerStrategy ha scritto di aver identificato una specifica euristica dopo lunghi studi.
L’euristica di O’Kearney
Il coach irlandese inizia il suo contributo scrivendo che tanti giocatori sanno che in un piatto a tre partecipanti le mani devono essere più forti rispetto alle situazioni heads-up.
Ma di quanto devono esserlo, esattamente? L’indicazione di O’Kearney è di quelle terra terra:
“Se ti trovi in un piatto a tre, una strategia euristica utile è quella di imitare il modo in cui giocheresti contro il giocatore con il range più forte, ma con un approccio più tight.”
Aggiustarsi sul board
Il coach fa poi un esempio pratico.
“Se il piatto a tre è utg vs bottone vs big blind, e tu sei utg, gioca come se fossi solamente contro bottone, ma più tight del solito”.
Il giocatore del 3-way pot da prendere come riferimento nelle considerazione del range avversario più forte, però, deve tenere conto delle carte comuni.
“Se c’è un flop AK3 rainbow allora è corretto giocare contro bottone che è l’avversario che più probabilmente ha trovato un pezzo del board. Su flop 654 rainbow devi cambiare avversario, come se fosse una mano utg vs big blind, perché big blind su quel flop ha un range più forte di bottone”.
Il terzo? Un fantasma
Dopo aver selezionato l’avversario contro cui valutare il proprio range, ma con una condotta più tight del normale, per O’Kearney ci si può anche dimenticare del terzo incomodo.
“A questo punto gioca come se il terzo giocatore non fosse lì. Ma overall gioca più tight perché per battere due avversari invece di uno c’è bisogno di una mano più forte”