Friday, Jul. 18, 2025

Strategia

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il 18 Lug 2025

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Con cosa chiamare se l’avversario ha solo AK nel range?

Con cosa chiamare se l’avversario ha solo AK nel range?

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Sappiamo che a poker non bisogna mai assegnare all’avversario una singola mano specifica, ma sempre un range di carte che può giocare alla stessa maniera.

Sulle colonne di PokerStrategy Barry Carter ha invece immaginato una situazione di gioco in cui l’avversario del caso ha sempre e solo AK: cosa bisogna fare con una coppia in queste situazioni?

 

Un call brutto?

Carter racconta una situazione di gioco che gli è capitata di recente a un torneo live.

“L’ultimo week-end stavo giocando un torneo con 38bb, circa 20 giocatori allo scoppio della bolla. Ero sopra average quando l’unico giocatore che mi copriva in stack ha openshovato 50bb, e dopo i fold avversari ho dovuto decidere cosa fare con coppia di jack. Nelle partite che gioco ciò sta per AK, di solito.”

Alla fine Carter ha deciso di giocarsi il colpo trovando l’eliminazione:

“Ho chiamato, aveva proprio AK. Un re è arrivato al flop e mi sono ritrovato player out. Sapevo che aveva AK. Sapevo di essere avanti marginalmente. Sapevo anche di essere in coinflip. Ero in una buona posizione vicino alla bolla su un tavolo soft. Quindi è stato un call brutto?”

 

Il range del software

Tornato a casa, Carter ha dato la mano in pasto a un software mettendo come unica combo nel range avversario Asso-Kappa. Ecco il range di call che ha ottenuto:

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“Prima di tutto, chiama con pocket pair. Mi chiedevo se le uniche coppie che avrebbe chiamato sarebbero state KK+, per evitare il coinflip. Non ha chiamato tutte le coppie in mano ma solo quelle che possono formare una scala Broadway. Dipende dal fatto che hanno buoni blocker di valore contro AK, e anche che più alta è la coppia, meno sono le possibilità che venga counterfeitata se esce un board come QQKK2.

Quindi sulla carta il mio JJ è profittevole, ma penso ancora che questa sia stata una pessima decisione da parte mia. Basta guardare a quanto sia profittevole il call con JJ. Poco. Fondamentalmente è breakeven. TT performa meglio, credo perché può chiudere più scale.”

 

 

Un call che fa uscire una volta su due

Carter chiude il discorso dicendo che in base anche al tavolo e alla sua comoda situazione di gioco, avrebbe dovuto evitare di mettere la sua torunament life in gioco in un coinflip.

“Ho già detto che era un tavolo soft, e per questa ragione avrei dovuto far volare la mia mano nel muck e continuare a giocare buoni spot con uno buono stack nei pressi dell’in the money.

Avrei dovuto tirarmi fuori dal pensiero di avere la migliore mano sul momento e concentrarmi sul fatto che chiamando sarei uscito dal torneo una volta su due.”

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