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Il potere silenzioso della posizione tra risparmio e costruzione dello stack
Se siete giocatori alle prime armi, provate a pensare a quale argomento vi piacerebbe possa essere approfondito tra quelli con i quali state prendendo confidenza.
Chi vi scrive si è fermato a ragionare su questo aspetto e la conclusione è stata quella che ha portato a mettere la lente di ingrandimento sul potere del gioco in posizione.
Perché è importante? Perché il flusso dei soldi in un ipotetico grafico di tutte le mani giocate nella storia del poker, ( da early position, dunque da posizione iniziale, verso la late position, quindi più ci si avvicina a cut off e bottone ), ha un andamento di senso orario?
E soprattutto perché, alla fine di un periodo congruo di gioco, ci ritroveremo ad avere qualche soldino in più in tasca se osserviamo le regole generali del gioco in posizione?
Il consiglio degli amici: gioca per ultimo
Se si dovesse scegliere una sola cosa da insegnare a un principiante che domani si siede al tavolo per la prima volta, sarebbe questa: giocare le mani quando puoi parlare per ultimo.
La si chiama “posizione”, ed è l’idea più semplice che cambia tutto. Non stiamo parlando di formule o range complicati; è puro buon senso: quando agisci dopo gli altri, vedi prima cosa fanno e decidi meglio cosa fare tu. Fine.
È come se dovessi entrare in ristorante a mangiare qualcosa che un tuo amico fidato ti ha stra-consigliato e conosce a menadito i tuoi gusti: meglio andare in quel posto che entrare nella “locanda del boh” dove non sai cosa ti possano proporre.
Uno degli esempi più interessanti che si possano fare ad un allievo che sta imparando a giocare a poker, è quello dell’apertura di una mano dal valore medio-alto come può essere AT
da, ad esempio Under The Gun, da qualsiasi posizione iniziale decidiate di giocarla.
Quando assisteremo ad uno o più giocatori che decideranno di chiamare la nostra apertura, oppure ci metteranno in condizione di rispondere ad una loro 3Bet magari da Middle o da Late Position, la nostra condizione non sarà fin da subito delle migliori.
Giocare fuori posizione
In ognuno di quei due casi, dobbiamo metterci d’accordo su un fatto: chi è dopo di te può chiamare con carte che lavorano bene contro la tua mano, e tu dovrai giocare fuori posizione in tutte le street: ogni volta parlerai per primo, ogni volta darai informazioni e ne riceverai di meno.
Ora pensate di agire da bottone e riceve una mano come KJ
. Non è certo una mano con la quale saremo disposti a giocarci tutti i fagioli, ma è di gran lunga sopra quella linea che ci porta a foldare mani ingiocabili da qualsiasi posizione e ci garantisce una certa equity se decidiamo di aprirla da late position, da Hi-Jack, da Cut Off e da Bottone.
Ora, rispetto all’esempio che abbiamo fatto precedentemente, stavolta vedi se qualcuno ha aperto forte, se tutti hanno passato, quanto difende il buio… puoi rubare, puoi controllare la dimensione del piatto, puoi prendere una carta gratis più spesso. La stessa mano, in posizione, “vale” di più, anzi, vale di più anche una mano con equity oggettiva inferiore ad A-10.
Questa differenza di valore non è un dettaglio: decide il tuo piano. Fuori posizione, anche con carte decenti, sarai costretto a bettare senza sapere, a checkare e subire puntate, a fare call di protezione che non avresti voluto. In posizione, invece, puoi scegliere il ritmo: puntare piccolo per tenere dentro mani peggiori, fare pot control quando capisci che l’avversario è forte, prendere showdown economici quando il board si complica, scegliendo di checkare al river senza il pericolo di autovaluebettarci, di puntare, cioè, quando siamo sotto e il nostro avversario chiamerà molto spesso.
Non cadiamo dalla padella alla brace
Tutto questo non significa che dobbiamo giocare solo dalle posizioni finali, non significa sprecare equity se abbiamo carte che, in determinati momenti del torneo o della partita di cash game ( che sono due giochi completamente diversi ), possiamo aprire anche da Under The Gun o comunque dalle posizioni iniziali, sarebbe un contesto completamente fuorviante ed eccessivamente timido.
Però per chi inizia, una regola che non fa danni è: più sei lontano dal Bottone → più selettivo devi essere. Non perché “fa figo” essere dei nittoni super parsimoniosi, ma perché compensa lo svantaggio informativo.
All’inizio, almeno fino a quando non avrai una conoscenza di base del gioco, pensa alla posizione come un semaforo: rosso nelle prime posizioni (serve una mano davvero buona per entrare), giallo nelle posizioni centrali (serve un motivo), verde quando sei CO/BTN (puoi allargare un pochino la scelta, senza esagerare).
Cosa hai imparato oggi
Non serve conoscere i solver per fare un passo avanti gigante: gioca più mani dove puoi parlare per ultimo e meno dove sei costretto a parlare per primo.
All’inizio, questa sola scelta aumenta il tuo winrate più di mille “mosse furbe”, laddove il winrate è considerato come la velocità con cui generi profitto (o perdite) nel poker, normalizzata per mani/partite. In pratica è “quanto vinci in media” su un campione significativo di mani giocate.
La posizione non è un dettaglio da esperti: è la base su cui costruire tutto il resto.
Ma prima, impara a volere l’ultima parola.