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L’angolo del coach: quando andare in check-raise al flop con middle pair
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Tra le mosse che non possono mancare dal bagaglio tecnico di un pokerista, il check-raise al flop è sicuramente una delle più importanti.
Lasciando stare le top pair e i progetti, oggi ci chiediamo quando sia opportuno piazzare un check-raise dopo aver floppato middle pair.
CI viene in aiuto coach Benjamin ‘Bencb789’ Rolle che proprio i giorni scorsi sul social X ha postato una breve lezione sull’argomento.
Lo spot di esempio
Il tedesco prende a esempio uno spot in cui big blind con 28,8bb di stack chiama con J
T
il miniraise dell’avversario da utg suo pari stack.
Su flop A
J
2
hero deve decidere cosa fare dopo il check di oppo: quanto spesso deve rilanciare?
Immaginare le strade future
Secondo Rolle, per decidere se piazzare un raise al flop con middle pair, bisogna immaginare le action future se chiamati, con una considerazione particolare per la realizzazione della equity.
“Prima di copiare le ‘magie del solver’, sarebbe bene capire perché fa quelle ‘cose strane’. La realizzazione della equity è un fattore che sposta qui. Devi immaginare gli scenari futuri e cercare di capire cosa è più possibile che succeda sulla maggior parte dei turn e dei river.
Questo board hitta il range di utg, quindi andrà in second barrel su tantissimi turn in cui il nostro avversario ci farà foldare molto spesso la mano migliore.”
Pensare ai range in gioco
Il tedesco aggiunge però che su quel flop anche hero ha dei punti nuts in range.
“Potremmo avere 22, AJ, J2, il che ci permette di check-raisare il flop abbastanza di frequente. Quindi dobbiamo check-raisare con mani che faticano su eventuali second barrell al turn, e che hanno una buona equity quando vengono chiamate al flop.
Con la tua mani semi forte, anche se per qualcuno può essere innaturale rilanciare, vuoi mettere fine allo spot subito. Quindi mixare qualche middle pair nel range di check-raise ci protegge dall’essere estromessi dalla mano da qualche coppia bassa a caso e da K highs, e ci dà l’assist per piazzare un bluff quando scende un’altra fiori.”
Quando è meglio chiamare
La decisione sull’eventuale raise deve essere basata anche sulle tendenze dell’avversario.
“Non hai bisogno di implementare questa giocata contro qualcuno che non va in second barrell con mani come le coppie dai 4 agli 8 e tipo K7s K8s K9s almeno il 50%-75% delle volte. Contro la maggior parte di avversari umani, è preferibile il call. Tante ‘giocate da GTO’ sembrano fiche nelle simulazioni, ma in realtà non sono necessarie e ti fanno perdere soldi ai tavoli reali.”
Il bilanciamento definitivo
Nella immagine che vedete in alto sotto al titolo, si vede che secondo il solver, in questo spot, big blind deve chiamare il 77% delle volte e rilanciare il restante 23%. Ma per Rolle questo non è che il punto di partenza per implementare gli ‘adjustments’ del caso.
“Se sai che un avversario è troppo aggressivo in questi board ‘favorevoli’ per utg, inizia a check-raisare di più, anche middle pairs.
E contro avversari ‘meno capaci’ basta chiamare. Tutto qui. Queste giocate da solver ti possono aiutare a capire il gioco, specialmente concetti come la realizzazione della equity.”










