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Daniel Negreanu e i Sit & Go: “odiavo alcune scelte proprio perché erano corrette!”
Tutti, o quasi, i nostri lettori, dovrebbero sapere chi è Daniel Negreanu, probabilmente il giocatore più conosciuto al mondo che, nonostante non sia quello che ha vinto più di tutti, a livello mediatico è stato da sempre, e probabilmente sempre lo sarà, inarrivabile.
Nei giorni scorsi, per una volta, il suo nome non è salito agli onori della cronaca per una sua dichiarazione, un attacco frontale, una polemicuccia, niente, zero di zero.
Questa volta è stato chiamato in causa da Aaron Barone, che ha condiviso nella giornata di mercoledì, una storia molto simpatica sui social, che, seppur datata, ha fatto sorridere più di un suo follower.
I primi tempi di Negreanu
Esattamente come tutti gli altri, Daniel Negreanu ha cominciato a giocare a poker potendo contare su un bankroll iniziale risicato rispetto a quello sul quale può contare oggi come oggi, anche se le vittorie non hanno tardato ad arrivare.
E forse non tutti sanno che, per imparare bene tutte le dinamiche di un nuovo gioco, o di una variante, il giocatore canadese non ha mai disdegnato le partite a bassissimo buy in per cominciare a capire le dinamiche più basiche.
Ovviamente non si può pensare di fare un excursus su una carriera come quella di D-Negs, senza contestualizzare la sua parte iniziale, differenziandola da ciò che Negreanu è, e rappresenta oggi.

Aaron Barone By Pokernews & Spenser Sembrat
Il tweet di Aaron Barone
Con l’intento di condividere un pezzo della storia del poker, Aaron Barone ha deciso di raccontare una fase della carriera di Daniel Negreanu, che in pochi conoscono.
Il tutto coinvolge il giocatore canadese che aveva deciso di dare un party a casa sua e, al tempo, era già comunque decisamente affermato nel mondo del poker.
“Tra il 2010 e il 2013 o giù di lì stavo realizzando video tutorial per PokerVT sul mio main game dell’epoca (SNG a bassi limiti). Sono stato invitato a un cash game privato che sarebbe stato filmato per contenuti futuri con altri istruttori, tutti molto più famosi di me, tra cui Daniel Negreanu. Senza sorpresa per nessuno, in quella occasione, ho perso”. Comincia Baron.
“Più tardi, quella sera, ci fu una festa a casa di Daniel. In qualche modo hanno invitato anche me. Probabilmente per simpatia, ad essere completamente onesti. Immediatamente, Daniel mi ha mostrato il posto e mi ha presentato agli altri ospiti.
È stato molto divertente perché non ero praticamente nessuno e questa era una festa che lui organizzava con i suoi amici. Ricordo che c’erano persone che giocavano a backgammon, in un angolo c’era una macchina arcade per i videogames, come quella dei bar e la casa aveva due forni. Era la prima volta che vedevo qualcosa del genere. Roba da calciatore.
L’idea del sit & go
A un certo punto, Daniel mi ha chiesto dei SNG e mi ha chiesto se poteva guardarmi giocare ad alcune partite. Daniel Negreanu voleva vedere ME giocare? È stato un onore. Mi ha portato nel suo ufficio, ha effettuato l’accesso a PokerStars e ha aperto la mia specialità: i SNG turbo 9-max. Ero così orgoglioso. Mi ha guardato giocare per qualche minuto, fino a quando non si è annoiato del mio stile molto nitty. Ha detto qualcosa del tipo: ‘Ok, ma non so se questo è vero poker’. Poi è tornato alla festa e sono rimasto solo in ufficio per altri 45 minuti a giocare la sessione”.
Dopo aver letto questo post, Daniel Negreanu è intervenuto nella discussione, ricordando perfettamente l’accaduto.
“Amico, me lo ricordo vividamente. Vederti foldare KQ dello stesso seme a 9 handed mi ha fatto un po’ sbarellare, non perché fosse una cosa non corretta, ma proprio perché si supponeva fosse una strategia vincente! Haha l’ho odiato così tanto, ma sono rimasto davvero colpito dal fatto che si potessero giocare in oltre 40 tavoli e foldare in continuazione”, ha scritto Negreanu.
“Vuoi sapere la parte peggiore? Anni dopo sono passato agli Spins, ho imparato di più sulla teoria del poker, poi sono passato agli MTT e ho implementato quella conoscenza con stack più grandi. E ho capito la sfortunata verità. Avevi ragione“.